Prima di avere una libreria specializzata in fumetti, non ero un grande fan degli incontri con gli autori. Forse perché avevo sempre frequentato negozi che non li organizzavano, o fiere di secondo piano, ma è anche vero che, fino a cinque o sei anni fa, non andava così "di moda" farli.
Quando lanciammo Narnia Fumetto, nel 2006, la grande novità fu quella: una fiera piccola, MA piena di autori. All'epoca, se ne trovavano solo al Comicon, oltre che ovviamente a Lucca. Ma a Romics, ad esempio no. Idem in molte altre realtà fieristiche.
Non parliamo dello stand Bonelli: da sempre, quando vedo code con decine di persone in attesa per una firma, mi viene l'itterizia...
Aperto il negozio, mi si presentò la possibilità di fare incontri con autori: anni di frequentazioni fieristiche e di forum, come quelli mitici di Panini Comics e Comicus.it, mi avevano lasciato dei contatti che usai al massimo. Un autore tira l'altro, e dalla primavera del 2004 ed oggi, ho organizzato quasi centotrenta eventi con autori. In media, quasi uno al mese.
Nel corso del cammino, mi sono appassionato alla cosa: al di là della validità commerciale, che meriterebbe un discorso a parte, mi piace poter portare gli appassionati fino al tavolo dell'autore, per far vedere loro (e al sottoscritto!) come nasce e si sviluppa ogni vignetta.
Per questo, ci sono voluti quasi dieci anni di investimenti: dieci anni passati a credere al progetto di una fumetteria che fa una o due presentazioni al mese.
Non è stato facile, ma se oggi posso dire che, sfruttando le cinque presentazioni organizzate nel 2015, ho venduto novanta libri, non mi sembra un risultato da buttare. Soprattutto, se si considera l'assurdo che... la quasi totalità del pubblico interessato, viene da fuori Terni!
Fatta la debita introduzione, questo post è solo per esprimere la soddisfazione personale che capita un incontro ogni venti o trenta: invitare un autore che piace. Mi spiego meglio: la quasi totalità degli ospiti è di mio gradimento: è il criterio di scelta non è sicuramente quello.
Talvolta, però, capita il raro piacere di avere in negozio quell'autore che adoravo quando leggevo i fumetti da adolescente, o all'università.
Quello che magari copiavo.
Quello che... mi chiedevo come fa, ad avere quello stile così classico e moderno allo stesso tempo. O a fare quelle donne bellissime.
Tra fiere e negozio, ne avrò ospitati un numero sufficiente ad essere contato con le dita di una o due mani.
Uno di questi, era da Antani Comics sabato scorso: Giuseppe Palumbo.
Poco prima dell'incontro, il buon vecchio Cerri, che i frequentatori di questo blog conoscono come grafico dell'ultimo periodo per il negozio, nonché come vice-sotto-aiuto-spalla in qualche fiera o evento, commenta lo stile di Palumbo, chiedendosi se ha mai fatto qualcosa di supereroistico.
Un flash: mi viene in mente questo disegno qui sotto...
Giuseppe Palumbo su L'Uomo Ragno 57. Era il 1990. |
Venticinque anni fa: L'Uomo Ragno Star Comics 57, con un inserto di illustrazioni a colori, realizzate - per il ventennale dalla prima apparizione del personaggio in Italia - dal un gruppo di autori italiani.
E questo bellissimo disegno di Giuseppe Palumbo, che ricordo da allora.
Insieme a Ramarro, ma soprattutto a Tosca la Mosca, Diabolik. E tante altre cose.
Insieme a Ramarro, ma soprattutto a Tosca la Mosca, Diabolik. E tante altre cose.
Quindi, in tutta semplicità, posso dire che sabato scorso ho ospitato uno degli autori che ha segnato la mia vita fumettistica...
Giuseppe Palumbo a sinistra, ed Andrea Plazzi a destra |
Due parole finali su Andrea Plazzi: il guru dell'evento.
Esperto, tuttologo di Eisner. L'unica persona che conosco che può parlare quasi due ore ad una platea, anche di argomenti tecnici, senza mai strappare uno sbadiglio. L'evento più interessante mai fatto in negozio, e con "oggetto" l'autore più importante della storia del fumetto mondiale. Senza forse.
Ecco: sabato sera, quando dopo le una di notte (quindi quasi alle tre, vista l'incombente ora legale!), ho chiuso il negozio, ero soddisfatto. Non ero stanco per essermi rimesso a lavorare un paio di ore, dopo la cena stratosferica con autori ed un gruppo di amici.
Non ero incazzato, come sempre, perché se vengono delle persone da fuori città, per le presentazioni, lo stesso non accade per gli autoctoni.
Non ero preoccupato per il momento, o per il tanto lavoro in vista delle fiere.
Ero soddisfatto. E felice.
Perché avevo fatto bene il mio lavoro, lo avevo fatto con la giusta passione, e delle persone favolose.
E questo, una volta tanto, valeva quasi quanto il tempo tolto alla mia famiglia per stare in negozio qualche ora in più.
Un grazie di cuore a Giuseppe ed Andrea, due favolosi protagonisti di questo settore, e anche due "comici" del fumetto (cosa che mi ha realmente chiesto la cameriera del locale davanti al negozio quando li ha sentiti parlare)...
Solo un mito? :D
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