mercoledì 19 giugno 2013

Davvero chiude. Anzi no (2). La parola a Paola Barbato

Davvero chiude.
Anzi, no: la Star lo sospende, dopo averlo reso bimestrale addirittura prima dell'uscita del terzo albo, per poi abbandonarlo uscito il quattro. La serie verrà proseguita dalle edizioni Arcadia, come abbiamo già detto oggi stesso.



Abbiamo, in proposito, sentito Paola Barbato, creatrice e coordinatrice del progetto.

Come ne esce il progetto Davvero, dopo la bimestralizzazione prima e la "chiusura" poi?
Puoi anche togliere le virgolette, dato che comunque per il momento il progetto si esaurirà con il n°6 e non con il n°12 come in realtà speravamo. La prima cosa che va detta è che oggettivamente il progetto non ha avuto successo. Con tutti i se e i ma del caso è un fatto di cui va preso atto. I lettori che ci hanno seguito fin dall'inizio e che si sono appassionati alle vicende di Martina sono splendidi e ci hanno dato grandissime soddisfazioni (non li ringrazieremo mai abbastanza per il loro sostegno ed entusiasmo) ma evidentemente non erano abbastanza per le aspettative della casa editrice. Il progetto resta quindi a mio avviso un'esperienza molto bella che ha dato modo a diversi artisti di mettersi in luce e trovare buone occasioni di lavoro. Per il resto è stato giusto provarci ed è ora giusto prendere atto che non è andata come speravamo.

Quali sono gli errori vostri, e quali quelli della Star?
Non rispondo per la Star, non faccio i conti in tasca agli altri e se vorranno riflettere sulle loro mancanze lo faranno direttamente. Noi abbiamo indubbiamente creduto che la comunicazione sul web potesse avere un buon riscontro anche nelle realtà editoriali fuori dalla rete e ci sbagliavamo. Per quanto amore e passione abbiamo messo nel progetto, aprendo pagine Facebook, un sito, partecipando a tantissimi eventi del settore e molte altre cose realizzate da tutto lo staff (nell'occasione ringrazio e abbraccio anche loro, un team meraviglioso di una quindicina di persone che sono diventate una vera famiglia), questi non sono stati sufficienti per informare in maniera adeguata sul progetto, pubblicizzarlo e divulgarlo. Avremmo forse dovuto affidarci a un ufficio stampa esterno o a mezzi di comunicazione più massicci, ma per questo era necessario anche avere alle spalle dei finanziamenti che noi non avevamo.

Secondo te, a questo punto, Bonelli a parte, si può puntare ancora sulle edicole?
Certamente sì, credo che tutto stia nel modo in cui lo si fa. Il nostro progetto era nato come un'Armata Brancaleone, ci siamo affidati solo alle nostre forze e alla nostra voglia di fare, ma del resto l'approdo in edicola per noi è stato fortunoso, non preventivato. Portare in edicola una proposta nuova è sicuramente fattibile ma altrettanto faticoso, richiede impegno, passione, lungimiranza. E bisogna partire con una preparazione adeguata.

In chiusura: perché Edizioni Arcadia?
Visto che in edicola non avevamo i numeri sufficienti per restare sul mercato ci siamo rivolti al solo circuito delle fumetterie. Le Edizioni Arcadia, suggeriteci anche da Giuseppe Di Bernardo, sono state una scelta ovvia. Siamo certi che potranno regalare ai nostri lettori un'ottimo prodotto che si presenti in linea con i quattro albi presentati dalla Star Comics. E di questo siamo loro molto grati.

Grazie.

Vi ricordo che la serie è tra le nominations dei Leoni di Narnia Fumetto di quest'anno.

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