giovedì 12 luglio 2012

Grosso è bello: come saturare il mercato


Erano gli anni '90.
Molti vorranno dimenticarli, ma non si può.
Sono esistiti.
E, negli anni '90, il mercato USA, visse un momento di congestione. Protagonista, soprattutto la Marvel: tanti piccoli indipendenti, Valiant, Image, Malibu, stavano sfornando nuovi titoli, a decine al mese. Talvolta brutti, ma spesso belli e di buona qualità. Vedendoli oggi, pochi se ne salvano, ma ad esempio l'Image aveva un'ottima grafica, la Malibu qualche bella idea. La Valiant entrambe le cose, e sembrava fatta per durare. La DC risposte con le "morti" di Supes e Bats, mentre la Marvel, appunto, dopo aver perso tanti degli autori che aveva contribuito a lanciare, buttò sul mercato una marea di serie e miniserie, molte delle quali orrende. Ricordate, che ne so, i vari trimestrali di X-Men, Fantastici quattro e Spider-Man, o i Secret Defenders, o anche l'oblio di gran parte delle serie degli Avengers di quel periodo.
Tutto questo era solo una mossa per ingolfare il mercato, puntando sulle cover "truccate" e "da collezione" che, alla fine, si, vendevano, ma si scoprì poi solo ai negozianti...

La situazione italiana di metà anni novanta, era parzialmente simile. Marvel Italia, appena nata, aveva raccolto la ventina di uscite che Comic Art, Play Press, MBP e soprattutto Star Comics mettevano insieme, cercando di razionalizzarle e rilanciarle. Nel breve periodo, si salì a oltre trenta. Nel frattempo, gli ex licenziatari dei diritti DC, lanciarono sul mercato, spesso in modo indiscriminato, tutti quegli universi narrativi che stavano nascendo negli USA. L'indimenticata (ed indimenticabile) Play Press, che da poco aveva per intero i diritti della DC Comics, fece lo stesso.
Risultato? Nel 1992, vado a memoria, se andavi in edicola trovavi, a stento, una decina di uscite USA. Nel 1995 ben più del triplo, cui stavano per cominciare ad aggiungersi i volumi da libreria (Magic Press con Vertigo, ad esempio). Il mercato non seguì le aspettative, e tutto si sgonfiò, con morti e feriti: Star Comics chiuse il suo settore USA (definitivamente, tranne una breve e tragica parentesi qualche anno dopo), Play Press ridusse il tutto alla sola DC, e sempre più alla sola fumetteria. Sparì -anche per altri motivi- Comic Art.
Questo destino non toccò alla Marvel Italia, che andò avanti, tra alti e bassi e, quasi venti anni dopo, è padrona quasi assoluta del mercato, col nome di Panini Comics.

A cosa ha portato, alla fine, dopare il mercato? Sicuramente alla disaffezione del cliente, magari alla chiusura di qualche negozio. Molto probabilmente, non ha contribuito a creare lettori, non duraturi almeno.

Ora, la Panini, invade il mercato nuovamente.
Nell'ultimo anno o due, ha lanciato una marea di nuove serie, soprattutto USA.
Sicuramente questo è dovuto al proliferare dell'editore americano di riferimento, ed all'acquisizione di nuove realtà (come la Boom), ma in gran parte è in atto una strategia: riempire il mercato, saturarlo di proposte. Ecco qui le nuove uscite, le variant, i pack, i tanti manga, gli aumenti di prezzo di quest'ultimi ma con una carta nuova, che li porta a raddoppiare lo spessore, i tanti formati, sempre manga, giganti, dai "gold", ai "collection deluxe", in un trionfo di aggettivi e sostantivi figosi.

Perché? Perché la Panini sa di essere il top, sa che la gente e i negozianti comprano il suo materiale -spesso- a scatola chiusa. Sa che, se un negozio espone i suoi -ipotesi- venti titoli, può esporne anche ventuno, venticinque, e trenta. E sa che le dieci uscite in più, non disponendo le fumetterie di negozi allungabili, vanno a scapito di altri editori.
Idem per gli arretrati. C'è chi ne ha già parlato, e bene.
Dove prima mettevi tre Soul Eater, ora ne metti due.


Niente di illecito: ogni editore decide le proprie politiche commerciali, e ad averne di altri come loro che pubblicano quello che annunciano, che hanno un piano editoriale, e sono abbastanza coerenti. E vendono. E per questo vincono, e con distaco. Più per demeriti altrui che per meriti propri, ma questo è un altro discorso.
Ma i problemi rimangono: perché se due anni fa le le dieci/quindici uscite Marvel vendevano un tot, oggi le venti/venticinque, tra serie e speciali, che l'editore modenese stampa per edicola e fumetteria (non contando i soli volumi per quest'ultimo circuito), vendono dal 20% al 30% di meno. Chiedetelo ai librai, quando non sono impegnati a rispondere alle interviste "vatuttobeneètuttobello" che fanno certi cataloghi (rimpiango "Parola di Libraio")...

Per finire: rimedi?
Per il lettore: comprare con attenzione. Finalmente su Anteprima (che è possibile scaricare dal sito Panini, almeno per le uscite di quest'ultimo), ci sono i "contenuti", almeno per le serie USA, degli albi italiani. Idem -da tempo- su Mega.
Prenotare, quando si è sicuri. Non esitare a tagliare, se non piace e se ci si sente presi in giro. I fumetti stanno diventando come le tasse: non si prova ad allargare il numero di acquirenti, ci si accontenta di vendere sempre più cose a sempre meno gente.
A prezzi sempre più alti...
Per i negozianti: beh... pensiamoci: lo spazio è poco, i soldi meno.
Conseguentemente, se le uscite aumentano, di numero e di volume occupato, e lo stesso fanno i prezzi...
Dicevo: lo spazio diminuisce, aumenta il volume delle uscite.
Dicevo anche: i prezzi salgono, e i soldi sono pochi.
Quanto fa due più due?

Certo... ci fosse il reso...

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