Ushio e Tora torna oggi in una nuova "Perfect Edition".
Parliamone un po'.
Scritta e disegnata da Kazuhiro Fujita, autore di Moonlight Act (Jpop) e di Karakuri Circus (Goen), Ushio e Tora è una serie pubblicata per la prima volta in Italia da Granata Press. Quattordici albi, l'ultimo dei quali, come altro materiale dell'editore, distribuito solo parzialmente e per questo raro, perché poi Granata Press chiude nel 1996.
L'anno successivo, a gennaio, Star Comics riprende da dove l'editore bolognese aveva interrotto, e porta a conclusione la serie, non senza difficoltà. Alcuni mesi dopo l'epilogo, ripubblica i primi albi in sette volumi, "Le Origini".
Ognuno di noi ha un libro, un fumetto, una canzone, un film o altro cui tiene particolarmente, al di là della particolare bellezza o del valore dell'opera in sé: talvolta le cose possono coincidere (I Goonies? Devil: Rinascita?), talvolta il tempo fa il danno, e nel riassaggiarla proviamo un forte retrogusto amaro. Troppi gli esempi.
Quando lessi Ushio & Tora vivevo a Perugia. Era il 2000, e stavo finendo gli esami universitari: l'anno successivo avrei lasciato la casa dove avevo vissuto benissimo per lungo tempo e, nella mia stanza, a due passi dal centro, dallo StarShop, e da negozi dell'usato nei quali trovare chicche d'eccezione ad ottimo prezzo, come La Storia Infinita, Best Comics e Il Buco, accumulavo un piccolo magazzino di fumetti, che rivendevo online sul mio neonato sito, e soprattutto su eBazar/eBay, come più volte raccontato.
Col ricavato, ero riuscito a comprarmi anche un "computer portatile", come si chiamavano all'epoca, un Toshiba Satellite usato, che collegavo al telefono di casa, per connettermi col modem 56k. Un'altra epoca.
Venduti i doppioni e gli esuberi delle mie collezioni, mi dedicavo ad acquistare e rivendere fumetti usati, facendomi una cultura fumettistica non indifferente. E leggevo di tutto, anche cose che non avevo mai provato prima: il fatto che mi passassero tra le mani, e il tempo disponibile, mi autorizzavano a dar loro almeno una occhiata, no?
Così mi capitò una serie di Ushio & Tora. Intanto, non fu facile capire come si collegavano prima e seconda: poi la grafica pessima di Granata Press - all'epoca non la apprezzavo - fu un ulteriore ostacolo. Ma alla fine provai: e ne rimasi colpito.
La storia inizia in un tempio buddista in Giappone: Ushio è il figlio del monaco che custodisce la struttura e, nello scantinato della stessa, trova un demone simile ad una tigre (Tora, appunto) inchiodato da una lancia al muro. Il mostro, a sua detta prigioniero da cinquecento anni, cerca subito di attaccare il ragazzo, ma l'arma che lo tiene fermo glielo impedisce: Ushio è comunque costretto a liberarlo, perché una situazione di pericolo per due sue amiche glielo impone.
Il mostro cerca di aggredirlo, a sua detta vuole mangiarlo: i due si trovano legati da un vincolo tanto forte quanto precario, perché il ragazzo non lo lascia libero per paura che attacchi gli umani, mentre Tora gli rimane vicino allo scopo di ucciderlo, una volta che si fosse allontanato dalla lancia. Lancia che è un po' il perno del loro rapporto: quando la impugna, Ushio si trasforma in un guerriero dai capelli lunghi, e combatte i demoni che incontra nella sua vita quotidiana, attratti dall'arma. Tora si disinteressa degli scontri, ma in un modo o in un altro, spesso sotto le minacce del ragazzo di usare la lancia, o persuaso sempre dallo stesso che, ove un altro mostro lo uccidesse, lui non potrebbe più mangiarlo, è spesso chiamato in causa.
I due si trovano in diverse situazioni di pericolo: combattono demoni, e allargano il cast dei comprimari, facendo conoscenze all'apparenza occasionali, che poi torneranno utili nel prosieguo della trama. Perché andando avanti, ci si rende conto che nulla è casuale, e che Fujita non butta via personaggi o situazioni: tutto ha un senso, nella strada che conduce al finale, bellissimo e struggente, con colpi di scena impensabili all'inizio, e che rileggendo tutto, anche dopo anni ed anni, danno un senso di completezza e compiutezza che poche storie che ho letto, almeno così lunghe, hanno avuto.
Molto particolari anche i disegni: non facili ad un primo approccio, ma che evidenziano la capacità dell'autore di rendere le scene d'azione meglio dei momenti di "pausa", dettagliati sia nelle espressioni, che adatti a dare il giusto rilievo a mostri e demoni del mondo nipponico, quasi in un immaginario viaggio nella cultura giapponese.
Insomma: una serie che non si può non leggere, se si amano le belle storie.
Una piccola promo, che offre Antani Comics ai lettori del suo blog: acquistando i primi due volumi della serie sul nostro sito, si riceverà una mail con una lista di dieci serie manga, dalla quale si potranno scegliere due titoli, che verranno inviati in omaggio insieme ai suddetti albi.
La promo vale anche per i nostri clienti, anche se hanno già preso i primi due numeri della Perfect Edition.
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