domenica 6 novembre 2016

LuccaComics 2016: un altro reportage

Dopo il mio resoconto della giornata passata a LuccaComics 2016, è arrivata la mail di un cliente ed amico, Luca Bellucci, che mi ha chiesto spazio su questo blog per dire la sua in merito ad alcuni argomenti.

Eccola qui sotto.



28 ottobre 2016.

Vado a Lucca principalmente, e quasi unicamente, per collezionare sketch di autori internazionali che difficilmente incontrerei in altre fiere. Mi sono fatto un programmino con tutti gli orari degli autori che mi interessano così da organizzare al meglio l’unico giorno in cui posso partecipare.

Arrivo in fiera un’oretta circa prima dell’apertura e mi avvio verso l’ingresso per lo stand Saldapress per cercare di essere tra i primi per comprare il Kit da 50 euro per avere i doodle di Adlard e Cho. Davanti l’ingresso della struttura ci sono già una ventina di persone sistemate in due file, una per Cho e per Adlard, l’altra per Young.
Alle 9 si aprono le porte e lo stand Saldapress viene letteralmente preso d’assalto da tutte le persone, una cinquantina credo, che dal fondo della fila cercano di scavalcare tutti per arrivare a questi famosi kit per doodle e autografi. Gli standisti Saldapress sono letteralmente spaventati da tutto questo e iniziano a caso a distribuire kit a chiunque li chieda con maggior insistenza e arroganza.

La cosa più assurda è il fatto che ad un certo punto non si trovano più albi da inserire nei kit, i quali dovrebbero essere composti da due brossurati e un cartonato. I cartonati sono finiti e non c’è modo di ritrovare dove siano stati messi i restanti, così la gente inizia ad ammucchiarsi sempre di più e a richiedere quello che stanno cercando.
Un addetto rispondendo a dei fan che temevano che dopo qualche ora di fila si vedessero soffiare i kit da chi li stava scalzando a suon di gomitate dice: “Non preoccupatevi, gli albi non termineranno, semmai finiscono i biglietti che danno accesso ai doodle.” Serio. Ora una casa editrice come la Saldapress non riesce ad organizzare una cosa del genere? Adlard avrebbe fatto 40 doodle, il che significa che 40 persone dovranno comprare un tris di fumetti, è molto difficile lasciarli pronti e imbustati dietro il bancone in modo da venderli in 5 minuti a chiunque li chieda? Oppure è meglio metterli alla rinfusa sullo scaffale per poi finirli in 10 secondi e far azzuffare la gente davanti allo stand? E’ superfluo dire che ho subito abbandonato l’idea di provare ad acquistare il kit di Cho o di tentare a mettermi in fila per gli autori Bao.

Il caos prosegue anche durante la sessione di firme, 40 doodle e 400 autografi da fare dalle 16 alle 18.30. Arrivo mezz’ora prima e già c’è una fila lunghissima: "pace - mi dico - doodle e autografi si fanno in un momento". La fila non scorre mai, è lentissima e fanno entrare 4 persone alla volta. Arrivato il mio turno chiedo se posso avere il doodle sul moleskine, mi rispondono in modo sgarbato che non devo bloccare la fila e tirare fuori il volume perché le regole sono queste. Dieci secondi, un saluto ad Adlard, molto educato e disponibile a fare due chiacchiere ma una stretta di mano poi via.
Come detto non sono riuscito ad avvicinarmi agli stand Bao per il gran caos, alla Panini le cose erano gestite un po’ meglio ma la riffa ovviamente non è un buon sistema, soprattutto se fai fare solo 5 disegni a Ramos e qualche autografo senza nemmeno un piccolo scarabocchio e di gente in fila non ce ne era moltissima.

Mentre tutto questo caos regnava in zona comics, ai games allo stand Degenesis, c’erano Kopinski e Djurdjevic che sketchavano a tutti previo acquisto, anche minimo (20€ a testa), con pochissima gente in coda.

Le case editrici fanno evidentemente il loro gioco, invitando grandi autori e lucrandoci sopra con estrazioni poco corrette e modalità di accesso al limite dell’assurdo. Ma anche noi fan dovremmo darci una svegliata, botte e calca per case come Bao e Saldapress, acqusiti assurdi per ricevere una spilla o una borsa e poi a cinque minuti a piedi autori del calibro dei due sopra citati con non più di quattro o cinque persone in fila.

Luca Bellucci

2 commenti:

  1. Mi accodo alla mail di Luca. Anche per me incontrare ospiti internazionali è il primo motivo per cui vado a Lucca e, nonostante negli ultimi 2/3 anni la fiera sia enormemente migliorata sotto molti aspetti, è incredibilmente peggiorata sotto quest'ultimo.

    Ad un aumento dei visitatori non è mai corrisposto un miglioramento organizzativo sotto il punto di vista degli incontri con gli autori e gli sketch. Tutto è lasciato al libero arbitrio delle case editrici che non mostrano nessun tipo di evoluzione organizzativa in sintonia con gli uomini dello staff LC&G. A mia opinione solo la Star e la Bao mantengono un'organizzazione dignitosa, ma comunque non sufficiente a soddisfare una mole di persone come quelle di Lucca.

    Spero che con il tempo, si capisca che molte ma molte persone vengono per incontrare gli ospiti internazionali (e nazionali!) e debba nascere un regolamento e un'organizzazione tale da poter soddisfare in miglior modo quest'esigenza.

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    1. grazie per la testimonianza.
      una precisazione: generalmente, gli ospiti presso gli stand sono gestiti dagli editori. Non credo che l'organizzazione c'entri molto...

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