venerdì 5 febbraio 2016

La pigrizia della fumetteria

Ieri pomeriggio stavo facendo un sonnellino.
Capita.
E' stata una settimana lunga, tra la prima - deludente - fiera del 2016, qualche acciacco fisico, e il tanto lavoro, dovuto al fatto che i distributori stanno ancora - ANCORA! - recuperando il lavoro perso durante le (beati loro!) "vacanze" natalizie.

Mi sveglia il telefono.
E' Michele Foschini, grancapo di Bao Publishing.
"Disturbo?".
"No", faccio io, per darmi un tono.

E mi parla di una questione.
Una questione che, poco dopo, appare sulla pagina Facebook di Bao.



Eccola:
Un lettore ci scrive che non ha ricevuto una novità BAO ordinata in fumetteria. Noi chiamiamo la fumetteria, ma non si capisce bene dove sia il problema. Oggi abbiamo spedito al negozio una copia omaggio di quel volume, per il cliente. Ve lo raccontiamo perché sia chiaro a tutti che l'editore è il solo elemento della filiera commerciale che ha SEMPRE interesse a far avere i libri ai lettori. In questo caso, a costo di regalarglieli. Se qualcosa non arriva, e non è esaurito (e ve lo diremmo noi, che come sapete ristampiamo continuamente), insistete con librerie e fumetterie. A volte non sono abituate a lettori così reattivi e a editori altrettanto rapidi nell'esaudire le richieste. E hanno moltissimo da fare, per cui a volte ordinare una sola copia di un solo titolo è "uno smeno". Ma il mercato si costruisce così, un ordine alla volta, una copia alla volta. Un lettore soddisfatto alla volta. Noi ci crediamo, e questa è una promessa, a tutti voi.

Premessa: non prendo soldi da Bao.
Non ne prendo da alcun editore o distributore.
Anzi: il contrario.

Seconda premessa: quando c'è da criticare, lo sapete, lo faccio. Idem quando è il caso di sparare a zero o denunciare comportamenti scorretti. O di far complimenti.

E, stavolta, è il caso di dirlo: spesso, noi librai siamo pigri.
Abbiamo diverse scusanti: ci sono editori che non ti permettono di sapere se i propri volumi sono esauriti, ad esempio. C'è il fatto che la distribuzione è frammentatissima: ed avere troppi fornitori porta a sconti più bassi e spese maggiori.
Va detto che alcuni editori cambiano distributore, e spesso neanche te lo dicono.

Ma BAO non è uno di questi.
Piaccia o no, il cambio di grossista, da Alastor a Messaggerie, è stato ampiamente annunciato e pubblicizzato. E, poi, diciamocelo: Messaggerie non sarà il massimo della vita, ma se tanti editori fuggono da Alastor, un motivo ci sarà. E, in ogni caso, anche altri fornitori danno la possibilità di ordinare albi Bao: l'ottimo Manicomix, lo stesso Alastor...

Insomma: fare questo lavoro, è (anche) offrire un servizio.
Se non siamo in grado di farlo, e spesso - come detto - ce ne è motivo, è meglio dirlo chiaramente al cliente, che apprezzerà la nostra serietà e correttezza.

Se vogliamo boicottare qualcuno, siamo nel pieno diritto di farlo.
Ma, francamente, prendersela con Bao, che è un editore che eccelle in comunicazione e disponibilità verso le librerie, mi sembra un tantino fuori misura.

Per il resto, non mi stupisco che ci siano librai "pigri", per i quali ordinare un libro può essere uno sforzo: me ne accorgo ogni volta che mi confronto coi colleghi, in fiera, dove se ne vedono di tutti i colori. O una delle tante volte che abbiamo provato a mettere insieme più negozi per una qualsiasi iniziativa: meglio badare al proprio orticello.

Non mi fraintendete: stimo la maggior parte dei miei colleghi, e spero che nessuno si risentirà per quello che scrivo. Ma penso che avere una propria attività, sia qualcosa di più che stare dietro un bancone ad aspettare: tipo accontentare i clienti, per farli tornare. O offrire qualcosa che gli altri non possono dare, operare su un campo che valga più di un semplice sconto.

E credo che, questo, i clienti lo apprezzino sempre.
Perché il lavoro ben fatto vale più di tante chiacchiere.

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