domenica 7 febbraio 2016

Roberto De Angelis: il futuro, tra Nathan Never e Tex!

Intervistiamo l'ex copertinista di Nathan Never, tutt'oggi colonna portante del personaggio e artista di primo piano nel panorama Bonelli (e non solo).

Roberto De Angelis, ospite di Antani Comics nel maggio 2008

Purtroppo, hai lasciato, ormai da qualche anno, le copertine di Nathan Never. Stai realizzando la famosa miniserie, della quale si parla da tempo, dedicata a questo personaggio?

Sì, dal numero 250 le copertine sono passate nelle abili mani di Sergio Giardo.
Personalmente credo che un sano avvicendamento tra copertinisti possa solo giovare alla qualità e alla varietà del lavoro. Le copertine sono una brutta bestia e, alla lunga, due sole braccia non sono sufficienti a domarla. Poco male, ho avuto più tempo da dedicare alla miniserie, la cui pubblicazione è prevista tra Maggio e Ottobre di quest’anno, che ho già completato e consegnato.
Di questo lavoro potrei parlare per delle ore… è stato impegnativo, questo è sicuro, ma anche estremamente appassionante. La storia scritta da Bepi ripercorre gran parte della storia di N.N. ma, attenzione, non è né un remake né un what if. Nel racconto di Bepi incroceremo alcuni dei grandi avvenimenti che hanno caratterizzato la vita del nostro personaggio ma lo faremo in modo tangenziale e da un punto di vista completamente inedito… non saprei come dirlo senza dire troppo… diciamo che il sottotitolo di questa mini potrebbe essere “la vera storia di Nathan Never” e, per quanto riguarda i contenuti, mi fermo qui.
Anche i disegni risentono, in qualche modo, di quest’impostazione; il taglio crudo della serie e l’esigenza di dare alla veste grafica un impostazione coerente con le premesse mi hanno spinto a cercare un segno che riassumesse in sé due caratteristiche principali : realismo ed espressionismo. Due qualità piuttosto inconciliabili che ho cercato di emulsionare con l’uso di un tratto rigorosamente realistico (sfondi compresi) sporcato da lunghe e sinistre ombre che trasfigurano quest’impianto oggettivo caricandolo di significati ulteriori.
E pioggia.
Tanta quanta non se ne era mai vista in N.N.



Si tratta di tre miniserie, da quello che so, scritte dai creatori della serie, e realizzate da tre disegnatori diversi. Chi sono gli altri? Cosa ci puoi dire?

Si, la nostra sarà la prima di tre mini curate dai tre creatori di Nathan Never. La seconda vedrà un'altra coppia storica, testi Medda, disegni Bonazzi , mentre il più assoluto mistero avvolge la terza e ultima che dovrebbe vedere il ritorno di Serra ai testi.. e questo è tutto quello che so.


Stai lavorando anche ad altri progetti?

Molti (forse anche troppi). Dopo la mini ho disegnato il n. 300 della serie regolare che, come da tradizione, sarà colori. Anche in questo caso il testo è di Bepi. Sempre sua è la storia che ho cominciato subito dopo; una mini divisa in tre parti dal titolo provvisorio di Morbus, una grande avventura che gioca a mescolare vari generi. Sono a circa un terzo del lavoro ma credo che dovrò
interromperlo per passare ad un progetto (top secret) i cui tempi sono strettissimi. Poi dovrei disegnare uno speciale Tex da portare avanti in contemporanea con Morbus. Come vedi avrò poco da poltrire.


Sul 300 che puoi dirci?

A differenza di tutti gli altri numeri celebrativi abbastanza fini a se stessi, getterà le basi di nuovi filoni narrativi che, oltre a snellire l'ipertrofico universo neveriano, metteranno a posto i vari problemi logici e cronologici che spesso affliggono il nostro personaggio. Per il resto è una storia che proietterà il lettore in un turbinio di universi alternativi, misteriosi agli occhi del nostro ma ben noti agli affezionati delle pubblicazioni Bonelli


E' in uscita il primo volume della ristampa di Caravan: come ricordi quella miniserie, scritta da Medda?

Caravan è stata la mini più eccentrica della storia Bonelli. Sembrava studiata per disattendere tutte le aspettative dei nostri lettori; una storia corale senza un vero protagonista assoluto è, già di per sé, una novità ma Medda, in quel caso, andò oltre tratteggiando personaggi assolutamente credibili nella
loro meschinità. Un umanità varia che scivola inesorabilmente verso l’imbarbarimento. Un testo di spietato pessimismo che, in un certo senso, segna l’ inizio di un nuovo corso nelle sceneggiature di Michele che, fino a quel punto, si era distinto per la sua indiscutibile capacità di esplorare con rara
delicatezza gli angoli più remoti dell’anima dei suoi personaggi.


Cosa c'è nel tuo futuro?

Spero una Aston Martin… magari con autista, che non ho più l’età per i sovrasterzi di potenza.



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