martedì 25 novembre 2014

Mangiarsela, la torta

Leggo il sempre interessante blog di Bao, e come uno stalker mi lancio sui loro pezzi.

Non è colpa mia: è più forte di me.
Non è colpa loro: è il destino.




Da quando aprii il negozio nella nuova sede cinque anni fa, se non prima, feci mia la filosofia di una fumetteria inglese (ora non ritrovo il link): puntare a raggiungere chiunque, qualunque lettore potenziale, non solo quelli "dei fumetti".

Banale: ma chi lo fa? Basta vedere i cataloghi, specchio del settore. Strutturati per gli appassionati, privi di appeal grafico. Scaricabili online solo parzialmente, o a prezzo di fatiche immani (chi lascia un computer acceso tutta la notte per scaricare un pdf, nel 2014?).

Per questo, appena entri nella mia libreria, non trovi Naruto o Batman, ma volumi d'autore e simili.

Quando ho letto le "quote" del pezzo sul blog Bao, da un lato ho apprezzato (molto) la loro schiettezza (chi li pubblica, questi dati? Nessuno?), dall'altro, ho notato alcune cose. Perché i dati vanno interpretati...

In primis: quasi un libro su sei, l'editore se lo vende da solo. Non è poco.Dimostra una cosa che ho sempre sospettato, e della quale ho una riprova su un campione notevole di vendite online: Bao è un editore molto, molto bravo a promuoversi, ed a vendersi. Anche da solo.

E qui andiamo al secondo punto: è vero che la "torta" si può allargare? Sicuramente si. Ed è anche vero che Bao, così come tutti gli editori che si vendono (anche) da soli, raggiungono nuovi lettori.
Ma, allo stesso tempo, è vero e dimostrabilissimo, che tolgono vendite alle fumetterie. Perché - in generale - hanno i titoli prima, possono fare "lanci" sui social, volendo vendere con lo sconto. O spedire gratis, visto che hanno più margine.

Possono, insomma, polarizzare l'attenzione, vendendo anche a quelli che sono già clienti fidelizzati delle fumetterie, il che è sia un dato derivante dalla mia esperienza, ma anche facilmente dimostrabile.

La vendita online (ma anche in fiera), danneggia di più le fumetterie, rispetto alle librerie di varia, perché le prime hanno una clientela più piccola e, sicuramente, più attenta e, quindi, facilmente "adescabile" da parte dell'editore.

Terzo punto: meglio la libreria della fumetteria? MA CERTO. E perché? Perché il sistema della varia ha una promozione (solo un esempio: passa UN AGENTE a parlarti dei titoli in uscita, puoi parlare con lui, trattare lo sconto...), ha IL RESO (dobbiamo parlarne?) che permette ai negozi di rischiare, ha più o meno gli stessi sconti della libreria specializzata. E, sicuramente, anche se ha i suoi difetti, funziona meglio. E ve lo dice uno che si rifornisce ANCHE dal circuito della varia.

Per fare un esempio, se nel mese nel quale fai un extrasconto sul tuo catalogo, che dovrebbe essere il periodo di maggior lancio e visibilità del tuo marchio, il tuo distributore impiega due-tre, ma anche quattro settimane a riassortirti un titolo, e magari lo fa con lo sconto e/o le quantità sbagliate (il che implica mail di richiesta di rettifica, spedizioni di reso, note credito...), oltre alla mancanza fisica dei titoli in fumetteria, mi spiegate a cosa serve la promozione?
Idem, se mandi il tuo autore "top player" solo in libreria: è evidente che tu stai spingendo quest'ultimo settore, perché il primo ti va stretto.

Ma non solo per proprie responsabilità, che sicuramente ci sono.
Quanto per il malfunzionamento di un sistema del quale anche l'editore è parte.
Quanto per la mancanza di reso, e di condizioni che permettano di esser concorrenziali contro le grosse librerie online.

Ma che non sanno offrire ai clienti il servizio che le fumetterie danno, gratuitamente, ai propri.

Anche questa è una sfida: impari, perché siti che fanno supersconti e spese gratuite, affossano alla lunga fumetterie ed editori: in Francia, l'hanno capito, limitando - realmente! - sconti e concorrenza sleale.

Essere una fumetteria, oggi, comporta un rischio diverso e maggiore rispetto a quello d'impresa.
E non sempre porta risultati.
Non sempre vale la candela.
Ma, sicuramente, fa più cultura una singola fumetteria, ben attrezzata, che sa avvicinare decine di lettori, fidelizzarli, e tenerli vicini al fumetto, che tante fiere, anche grandi, clonate l'una dall'altra, ma che non durano più di un week-end.

Fare cultura, è un lavoro che dura tutto l'anno. Anche quando distributori ed editori chiudono per ferie.

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