domenica 30 novembre 2014

Highway to Hell (recensione)

Grazie al "solito" Luca Bellucci, una recensione domenicale.




Boosta, Gischler e l’Italian Job Studio assieme a Panini ci regalano un fumetto tratto da un racconto dell’orrore del celebre musicista e riescono già con un solo numero a lasciarci a bocca aperta.



Dopo aver saputo del progetto già la curiosità era molta, visti gli interpreti e dopo averne avuto un assaggio leggendo il numero zero il tutto stava diventando certezza; Highway to hell è un prodotto davvero buono, un horror nello stile dei migliori interpeti cinematografici.

La trama è semplice, ma ricca di dettagli che fanno pregustare qualcosa di molto fuori dal comune: la classica cittadina statunitense colpita dal flagello dell’ennesimo pazzo scatenato che, chissà per quale motivo, si diverte a spargere interiora di semplici e tranquilli americani. Leggendo questo primo numero sembra già di avere molte risposte, addirittura si può pensare di aver già risolto il caso finché il finale ci lascia decisamente sorpresi.

Tantissimi gli spunti interessanti che ci regala questo primo numero, merito della bravura dell’autore del racconto da cui nasce il fumetto, Davide “Boosta” Dileo e della sceneggiatura del grande Victor Gischler; innanzitutto la coppia di protagonisti è ben assortita e molto originale, due agenti dell’F.B.I. uno dalle origini indiane, molto serio e compassato, l’altro decisamente più impulsivo, diretto e sboccato. I dialoghi sono spesso molto coloriti, rispecchiando lo spirito dell’agente Brew e il carattere burbero e poco loquace degli agenti di polizia e dei civili del posto.

L’indagine è molto ben delineata, ricca di flashback perfettamente curati dai disegni di Francesco Mattina che dona un’aura cupa e tetra ad una vicenda già molto cruda e cruente. Non mancano cadaveri e scene di crimini efferati, resi al meglio dal tratto ruvido ma dettagliato di Riccardo Burchielli e dai colori di un sorprendente Luca Saponti.

L’azione si concentra soprattutto a fine albo, con l’ingresso in scena di un corazzato personaggio che già minacciava il lettore nella cover e che qui scopriamo essere diverso da come ci aspettavamo. Sicuramente nei prossimi albi sarà determinante per il prosieguo della narrazione che ci lascia proprio nel momento più bello e più ricco di interrogativi dell’albo.

L’idea è quella di omaggiare i grandi film dell’orrore dei mastri del cinema americano e Highway to hell ci riesce benissimo. Ricco di cliché hollywoodiani ma anche di spunti originali che danno freschezza ad un genere come l’horror/splatter che troppe volte è stato sfruttato a sproposito proponendoci tanta azione, sangue e pallottole ma senza mai riuscire a lasciare qualcosa di interessante nello spettatore/lettore. Le premesse sono ottime e ora che abbiamo imboccato la strada per l’inferno di certo non vogliamo tornare indietro.
Luca Bellucci

Nessun commento:

Posta un commento