mercoledì 30 agosto 2017

Falcomics 2017: più ombre che luci

Siamo stati a Falcomics, a Falconara Marittima.

Derogando alle nostre personali regole sulle fiere, abbiamo partecipato anche se era all'aperto: d'altronde, ad agosto (solo?) non è che si può fare troppo gli schizzinosi con le manifestazioni fumettistiche...

Allo stand ospitavo tre autori, gentilmente concessici da Tunue.

Come è andata, ve lo racconto qui, con una serie di considerazioni strettamente personali.






Doverosa premessa.
Non ho un buon rapporto con Falconara Marittima.
Ci ho passato svariate estati, da piccolo, causa vacanze: chi la conosce, sa bene che in realtà è abbastanza triste come città. La spiaggia ha alle spalle la ferrovia, quindi la strada statale Adriatica. Da un lato c'è la raffineria, dall'altro i rimessaggi delle barche, con dei pesantissimi pontili di cemento che attraversano un mare non particolarmente pulito.

Per andare in spiaggia, bisogna appunto superare la ferrovia, passando in strutture che perdono pezzi di cemento direttamente a contatto della sabbia.



Il centro è triste e privo di iniziative: i negozi sono chiusi la sera, ad ora di pranzo e la domenica.

Per questo, la fiera del fumetto, giunta alla trentacinquesima edizione, doveva rappresentare una piacevole novità.

E, in parte, "novità" lo era: la persona che se ne occupava all'interno del Comune - Falcomics è, da quello che so, l'unica fiera italiana organizzata direttamente da un ente pubblico! - era alla sua prima esperienza (ed era evidente!) ed ha chiesto feedback e consigli agli espositori: segno che la buona volontà, almeno, c'è tutta.

E, sicuramente, la manifestazione ne ha bisogno, viste le tante criticità.

Venerdì (l'orario della tre giorni era dalle 16 alle 24) il pomeriggio è scivolato via tra allestimento e qualche vendita: a fine serata, mi sono accorto che la sensazione di aver fatto un ottimo primo giorno, evenienza generalmente difficile, era esatta. Ero molto soddisfatto.

Sabato e domenica, l'ottimismo è mano a mano calato. Come gli incassi.
Caso più unico che raro, il venerdì, invece di rappresentare un ottimo inizio, ha raccolto quasi la metà dell'incasso. Sabato e, soprattutto, domenica, sono state a dir poco deludenti.

Il pubblico non era numeroso, ma veniva interamente da Falconara e dintorni: la presenza di una manifestazione a Pesaro (comunque sconosciuta, visto che pur essendo del settore non ne sapevo nulla!) e di un altra a San Marino (oltre ad alcune altre sparse in giro per l'Italia, ma evidentemente non determinanti, vista la distanza), unitamente alla scarsa promozione di Falcomics (niente social, solo locandine in giro per la città e - questo si - una serie di annunci in spiaggia con l'altoparlante), hanno evidentemente affossato la manifestazione, che si è giovata dei pochi appassionati locali, e di persone di passaggio, generalmente poco "utili" perché non propense a spendere.

Mattatrice dello stand Gaia Cardinali, autrice di Viktoria, sold out qualche ora prima della fine: complimenti ed auguri per una carriera solo all'inizio!


Per concludere, forse sarebbe il caso di ripensare certi modi di organizzare manifestazioni: gli espositori, con la loro quota, pagavano interamente i costi principali dell'allestimento, costituendo - a parte alcune conferenze - l'unico evento "fumettistico" di Falcomics.
Non so quanto abbia investito il comune, ma sicuramente i tre concerti sono costati non poco, tra gettoni, service e SIAE: spendere soldi per eventi di richiamo, ma che non caratterizzano la manifestazione, e non portano appassionati di fumetto, ma solo gente di passaggio e cosplayer, non è il massimo, quando non hai altro da mettere in programma.

Oltretutto, è veramente faticoso lavorare otto ore consecutive con musica forte di sottofondo: stanca, e rende difficoltoso parlare coi clienti.

Come dicevo, forse è ora di ripensare non tanto determinati eventi, quanto il modo di organizzare le fiere medio piccole, che con pochi ma mirati investimenti, possono diventare delle perle. Ne sono testimonianze concrete eventi geograficamente non lontani, ma culturalmente di ben altro livello, come Pescara Comix di aprile e, soprattutto, Teramo Comix.

Se sono fiere del fumetto, puoi metterci quello che vuoi, ma dopo che le hai caratterizzate per quello che promettono di offrire dal nome. Ovvero, "fumetto".

In conclusione: Falcomics non bocciata, ma "rimandata" almeno per l'impegno.

Quando c'è da andare su un quotidiano... cosa c'è
di più fotogenico dello stand Antani Comics?

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