mercoledì 29 giugno 2016

Panini Comics, Panini Store, Panini Point... Inizia l'accerchiamento! (parte 2)

Pochi giorni fa, avevamo iniziato a parlare di come le fumetterie, nel recente periodo, si sentissero accerchiate:

E, se da una parte la libreria di varia, culturalmente più elevata, da la possibilità a tanti autori, che nelle fumetterie si sentivano come nelle "sagre di paese", di sentirsi realizzati, sono le decine di migliaia di edicole ancora esistenti a tenere in mano ancora il cuore del business.

Il problema è che:

Poco importa l'essenziale servizio svolto dalle fumetterie, e il fatto che commercialmente valgono ancora molto, nonostante le difficoltà che il sistema, messo in piedi per un altro mercato, crea sempre più alla loro esistenza: rimane il fatto che queste, e il loro fatturato, vengono percepiti come SCONTATI e CERTI da parte degli editori. Che quindi puntano altrove per crescere.

In particolare, sembra avere le idee chiare Panini Comics: sono nati i Panini Point, ovvero edicole "fidelizzate" che sono agevolate nel prendere materiale dell'editore di Modena, migliorando così nel servizio offerto al cliente, recentemente svolto da Panini Comics.

Ma non finisce qui: Panini pensa anche ad un serio servizio di abbonamenti diretti, cosa che su larga scala, per i fumetti, a parte rarissime eccezioni, nessuno ha mai fatto in Italia.




Sconto, spese gratuite.

La cosa che più mi fa riflettere, è che alla fine, considerando l'uno e le altre, il margine di guadagno per l'editore si riduce notevolmente. E il tutto sulla pelle del lettore, che ha una spedizione non tracciata, e nessuna garanzia di avere albi integri, visto che le consegne non avvengono a mano, ma tramite inserimento nella cassetta postale, con conseguente possibile piegatura e - magari - danneggiamento degli albi. Il tutto crea problemi "solo" a livello collezionistico: i semplici lettori se ne fregheranno.
L'iniziativa è limitata a poche serie: ma anche qui, in caso di successo, non avranno problemi ad allargarla...

Il tutto, magari, non creerà chissà quale danno, anche se per scoprirlo ci vorrà del tempo.
Fatto sta che, chi vende online, come il sottoscritto, sicuramente qualcosa perderà: il tutto per la continua frammentazione della distribuzione, che sta rendendo sempre più difficile campare di questo lavoro, perché siamo sempre di più a realizzare un guadagno sempre minore.

Il che non permette al settore di crescere, perché se non c'è un guadagno proporzionato al lavoro svolto ed al rischio sostenuto, non può esserci investimento, né impegno da parte di un pinco pallino qualunque, che magari arrivi a pensare che possa essere sensato aprire una attività come la nostra...

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