venerdì 20 novembre 2015

Una Giornata Storta - #aprireUNAfumetteria

Abbiamo parlato diverse volte, di come aprire, non aprire, chiudere una fumetteria.
Di colleghi che non ci sono più.
In generale, nel dettaglio, seriamente, ironicamentesarcasticamentepolemicamente. Del fatto che sia un lavoro o di come lo vedono dal di fuori.
Abbiamo parlato di clienti, abbiamo fatto parlare un cliente. O sognato di diventare una libreria vera.

E, per chi pensa che far fiere sia sempre roba da fumetterie, abbiamo fatto i conti in tasca ad un ipotetico stand, e quindi parlato anche e dei costi di Lucca.

Qui, sotto l'etichetta "aprire una fumetteria", trovate tutti, ma proprio tutti, i pezzi sul tema.

Oggi parliamo di una giornata storta.
Che potrebbe succedere a qualunque attività commerciale: anzi, sicuramente è capitata, magari anche più volte. Ma tanto vale raccontarla, no?

"Basta una giornata storta", come dice il Joker di Alan Moore,
per trasformare una persona qualunque in un pazzo furioso...

Siamo in partenza per Bologna, come già raccontato.

Mi sono svegliato, stamattina presto, con l'idea di fare le ultime quattro o cinque cose. Senza sapere che... la giornata me ne avrebbe messe davanti altre, ben più prioritarie

Vado a prendere i voucher dal tabaccaio. Per chi non lo sapesse, il voucher o "buono del lavoro" è il metodo più facile e veloce per pagare chi lavora occasionalmente per te.
E non sembra una invenzione italiana: è semplice, non particolarmente costoso, ed immediato da utilizzare (se NON lo prendi alle poste) e da riscuotere.

Arrivo in negozio, faccio quelle due o tre cose urgenti che avevo in mente.
Poi, per fortuna, chiamo subito il call-center per attivarlo. Ultimamente è diventato più complesso con qualche voce registrata-trappola, ma grazie ad un percorso numerico tra i vari menù comunicatomi da un amico, si arriva all'operatore in pochi passi.

Ma, sorpresa: l'operatore non c'è più!
L'INPS, evidentemente, ha eliminato qualche dipendente (?), ed ora ha messo una voce preregistrata, che ti spiega tutto con tono mellifluo e che, se si spazientisce, ti attacca in faccia.
Dopo un'ora di tentativi - non scherzo - capisce il mio codice fiscale. Però, evidentemente:

"Al momento non è possibile eseguire tale operazione. La invitiamo a riprovare più tardi".

O qualcosa del genere.
E mi attacca. Di nuovo.

La misura è colma.
Vado all'INPS, di persona e incazzato.
Lì, in un quarto d'ora, tra i "piove, Governo ladro" e i "Eh... siamo in Italia, che ci vuole fare?" di routine, faccio tutto.

Proprio mentre stavo entrando, ricevo questa mail dal commercialista:

Buongiorno Francesco. 
La presente per comunicarti la scadenza, fissata al 30 novembre p.v., di versamento dei seguenti tributi: 
Acconti imposte anno 2015: 2° acconto irpef per l’anno 2015……. Euro     TANTO 
2° acconto irap per l’anno 2015……..Euro        MANONLAVEVANOABOLITA? 
2° acconto inps % anno 2015………….Euro       QUASITANTISSIMO 
Tot. F24        Euro    TROPPODAVVERO

Mi scoraggio.
Possibile?

Ora, qualcuno dirà: le tasse si pagano.
Si, certo. Le tasse dovute.
Ma questi sono anticipi: vuol dire che, lo Stato, senza sapere quanto guadagnerò quest'anno, e senza neanche che sia finito, mi sta chiedendo gran parte delle imposte sui miei utili PRESUNTI del 2015.

Chiarisco: non è come se io chiedessi in anticipo ai miei clienti di pagare quanto ordinano, no: è come se pretendessi che mi pagassero quello che... ancora non mi hanno neanche ordinato!

"Ehi... il mese scorso hai preso 100 euro di fumetti.
Pagali!
Ah... mi devi 150 euro per i fumetti che PRENOTERAI questo mese, e che prenderai tra almeno sessanta giorni..." 

Bene.
Si continua coi giri. Commercialista, banca.
Ah: buffo. In banca devo prendere degli spicci: mi sento pure stupido a chiedergli se posso pagare col LORO bancomat. Ma la risposta è più stupida: NO!

Prelevo i soldi nello sportello a fianco del tizio che me li sta cambiando e che... appena li prende in mano, verifica con la macchinetta che siano veri!

Esco, sistemo un altro paio di cose, ma ormai è tardi.

Il negozio sta chiudendo: ovviamente verifico come il distributore intelligente, quello che manda le proprie uscite al venerdì - almeno se ci sono problemi slittano direttamente alla settimana dopo - ha letteralmente invaso il mio negozio: il doppio delle uscite delle due precedenti settimane (sommate) in una sola botta. Il post-Lucca è arrivato anche ad Arzano, vedo... in tempo come le mitiche variant Halloween uscite quasi per il Ringraziamento, e con Superman 100 variant uscito insieme al 101...

Tornando alla giornatona, dopo un pasto frugale è l'ora di partire.
Ovviamente non ho preparato nulla di quanto dovevo fare, o quasi. Il che costringe me e la ciurma aggregatasi nel frattempo, ad un doppio passaggio negozio-magazzino-negozio.

Il viaggio è in linea con la giornata: quasi un'ora e mezza fermi sulla E45 per un incidente - immagino - di proporzioni bibliche, vista la coda. Nel frattempo il corriere che doveva consegnare in fiera gli albi degli autori ospiti, Bartolini, e che la mattina mi aveva chiamato per chieder lumi, ha deciso di non lasciare i pacchi. Senza avvisarmi.

E' venerdì, sono le 18. Siamo a 150 km da Bologna. E il sabato il corriere è chiuso.
Non scendo i dettagli, ma mi basta mettere in modo un distributore di Brescia che sa fare il proprio lavoro che, nel giro di venti minuti ho:
-la spedizione sbloccata ed in consegna il sabato mattina (che non lavorano! Potere contrattuale?);
-una seconda spedizione in partenza con altro corriere, ed in fermo deposito, nel caso in cui servisse ritirarla, ove non arrivasse la prima.

Questo è saper fare il lavoro del distributore... altro che metterci due settimane per dare una semplice informazione!

Il ritardo ci porta alla fiera di Bologna poco dopo le 20: la chiusura è alle 21, ma dopo le 20 non si può più entrare. Quindi vedremo tutto domani.

Verso le 22, con un paio di autori, la brava Jessica Cioffi e l'amico Stefano Antonucci, un paio di colleghi, Filo ed Endru, e gli scagnozzi Anne e Federico, raggiungiamo l'acme della giornata: la cena in un locale piccolo ed "alla buona" come piace a noi, l'ottimo "Dall'Olio", uno di quei posti che solo gli autoctoni sanno trovare.

Qui su Instagram, trovate un paio di scatti significativi della giornata.

Dura e lunga, ma che, grazie alla conclusione, non mi ha visto impazzire.
Non del tutto, almeno...

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