Quando uccide la mafia

Ieri sera sono stato a vedere questo film, del quale tutti non fanno che parlare un gran bene.

Al dire il vero, la validità del progetto si intuiva sentendone parlare l'autore e protagonista, Pif. Uno che, si vedeva quando faceva la Iena, sapeva anche fare il pirla, con intelligenza, caratteristica non da poco, visto che tanti altri, pirla lo sono davvero...



Il film parla, ovviamente, di Mafia.
Ma dal punto di vista di un bambino. I bambini sono semplici, ingenui, capiscono quello che li circonda a modo loro. Se devono rendersi invisibili agli altri, chiudono gli occhi. Ma il mondo è il loro, sono assoluti: se fai qualcosa, lo fai a loro, o per colpa loro.

E Pif-bambino, vede la Mafia coi suoi occhi. "Ma quale Mafia e Mafia - dice il macellaio - è tutta una questione di femmine"... "Tranquillo - gli dice il papà per rassicurarlo - La mafia uccide solo d'estate, ed ora è inverno".
E, nei suoi occhi e nella sua testa di fan sfegatato di Andreotti (!!) si formano le prime immagini ed i primi pensieri che condizioneranno la sua vita, lavorativa, amorosa, ed il suo pensiero.

Il film è un gigantesco documentario, che gira intorno alla "scoperta" della Mafia da parte dei siciliani.
Facendo un parallelo, così come la storia americana della seconda metà del secolo scorso, ruota intorno a Forrest Gump.

Insomma: un piccolo, delicato, ma potente capolavoro nella sua semplicità, un "film di formazione", che dobbiamo andare a vedere in massa, perché domani ci siano, sì, tanti cinepanettoni (solo io non ce la faccio più a vedere e sentire De Sica, Pieraccioni e Vespa su ogni canale, radio e tv?), ma anche tanti (e tali) film che danno lustro al nostro cinema e spunti ai nostri cervelli atrofizzati dalla tv.