martedì 25 ottobre 2011

Chi non lavora non fa all'amore


Spesso si dice che la passione è fondamentale nel nostro lavoro. Vero.

Ma ancor più importante è sapere quali sono i veri obiettivi. E, anche nel nostro campo, fondamentale è puntare al GUADAGNO: c'è gente che inorridisce dinnanzi a questa parola, soprattutto nel mondo del fumetto, dove -a detta di molti- è sufficiente la sola passione. Anzi: secondo me, il disprezzo che spesso suscitiamo -come categoria- nasce dall'intolleranza verso l'idea che noi si guadagni sulle loro passioni.

Per arrivare a guadagnare dal proprio lavoro, condizione essenziale è sapere che anche il tempo è denaro. Quali giorni lavorare, quali orari sono maggiormente da sfruttare, quali sono le festività in cui è utile essere aperti, quando e per quali motivi è necessario lavorare fino alle due di notte. Perché, se è vero che ci sono momenti in cui serve spaccarsi la schiena, è anche vero che godersi un po' la vita rientra nel concetto stesso di “utile”: è “utile” essere aperti TUTTE le domeniche di dicembre per sfruttare il Natale? E' utile stare in negozio tutte le sere, fino alle dieci per sistemare gli ordini? Non si può dare una risposta a priori: talvolta va fatto, ma se lavorate dieci od oltre ore al giorno, non vi prendete un giorno festivo da otto mesi, ed una vacanza da cinque anni... probabilmente qualcosa non funziona.

Orario: è importante capire se è utile aprire alle otto di mattina (siete davanti ad una scuola? Se si, sicuro che serva?), o è meglio farlo più tardi; se fare orario continuato o meno.

Giorni di chiusura: è utile stare aperti tutta la settimana? C'è un giorno (!), magari uno e mezzo o due in chi stare chiusi? La parola d'ordine è “sperimentare”: lavorare tanto è importante, ma altrettanto è il non stancarsi del proprio lavoro, puntare ad ottimizzare i tempi e quello che si fa.

Chi ve lo dice, ha lavorato quasi trecento giorni nei primi anni di attività, considerando solamente il negozio: a questi andavano sommati i circa trenta giorni di mostre mercato fatte. In tutto: neanche un giorno di riposto a settimana, di media.

Sicuramente ne è valsa la pena, sicuramente lo rifarei se servisse.

Questo, però, non è un argomento da prendere sottogamba: perché anche il tempo “non lavorato” può essere un “guadagno”, per la propria famiglia, per se stessi e... magari... per altre attività più o meno collaterali.

7 commenti:

  1. il giorno libero serve per forza, anche solo per evitare il divorzio, che costa molto più di quello che guadagneresti stando aperto! :D

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  2. concordo, soprattutto visto che mia moglie è avvocato :)

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  3. a breve aprirò con il mio socio una libreria/fumetteria qui a Pescara e penso che per i primi mesi saremo sempre aperti, sperando serva. poi naturalmente prenderemo le nostre "misure". sappi che seguirò (nessuno stalkeraggio) avidamente il tuo blog per abbeverarmi della tua sapienza. a presto ...

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  4. grazie! abbeverati a piccole dosi, può far male!!
    scherzi a parte, in bocca al lupo e... clicca su www.afui.it!

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  5. bisognerebbe applicare quanto dici a TUTTI i lavori. con questo Post hai guadagnato il titolo di "Maestro di vita"

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  6. grazie!!! cosa comporta? una spilletta, almeno, l'associazione maestri di vita me la manda?
    :D

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