giovedì 17 dicembre 2020

Il prezzo minore. Quando andavo al mercato con mia nonna...

Da piccolo, mi capitava di andare al mercato con nonna.

Mi ricordo che girava per i banchi, talvolta cercando il miglior prezzo, o la frutta più bella.
Una volta finito il giro, ripassava e comprava.
Metteva nel carrello, o nelle buste, io nel mio piccolo la aiutavo.

E poi tornavamo a casa, altro che "delivery"...



Sono settimane complicate, queste, per chi lavora online. A meno che tu non sia un colosso, coi corrieri pronti a scattare e il rimborso facile, la fatica è tanta: nello spedire, ricevere merce, sistemarla e inviarla ancora, sicuramente. Ma ancor di più, nel seguire i clienti online. Decine di mail ogni ora, e tanto tanto tempo passato a rispondere: la maggior parte non per problemi reali, ma per farti rimandare una tracciatura già data, o indicare come usarla (!) o rassicurare il cliente sull'arrivo di quanto ordinato.

Tra corrieri e poste varie, abbiamo riscontri di cinque realtà diverse.
Come al primo lockdown, tutti i corrieri hanno avuto sedi chiuse per Covid: tu venditore vai sul gestionale di uno di loro, per preparare una etichetta per la spedizione, e vedi che la tale città è letteralmente SPARITA, non esiste. Spesso non ci sono comunicazioni, ma tu non puoi spedire a Vattelappesca e non sai per quanti giorni. Un altro, settimana scorsa, per smaltire il carico pendente, semplicemente non ha effettuato ritiri in determinate zone. Un altro ancora ci ha consegnato una spedizione in una settimana!
E di tutto questo non hai avvisi, neanche se sei un partner commerciale.

Non parliamo delle poste, "Italiane" o private che siano: talmente cariche, che tutto arriva in regolare ed annunciato ritardo... sperando non vada in giacenza, e li sono file su file (all'aperto).

Perché tutto questo? Perché è Natale; perché c'è il maltempo. Tutto come sempre.
Con l'aggravante che c'è di mezzo una pandemia che può farti chiudere da un momento all'altro, con la "zona rossa" incombente sul paese.

E queste difficoltà si riflettono su tutti: non c'è collega libraio o commerciante che non abbia avuto problemi, soprattutto nel gestire le novità in arrivo. 

Eppure, gran  parte dei clienti, si lamenta: a differenza del primo lockdown, quando c'era comprensione e si sapeva attendere, ora questo non succede. Col Natale di mezzo, diventiamo tutti più buoni e assetati di sangue: non si aspetta, non si da pace al venditore. Richieste di rimborso prima della data di arrivo, mail con insulti e minacce: l'educazione messa da parte, la merce riacquistata altrove - indovinate da chi? - prima ancora che scadano i termini di arrivo.

Le spedizioni devono essere veloci, economiche ma meglio se gratuite: il rimborso deve scattare al minimo ritardo o problema.

Ma questo lo sapevamo già.


C'è una regola che trovo assurda (nell'assurdo generale), e che secondo me è il contrario stesso dell'idea di commercio, ovvero quella in base al quale puoi rendere qualcosa che hai comprato, ma hai poi trovato a un prezzo migliore:

Commenti del cliente: L’articolo ha un prezzo minore e arriva prima se acquistato da A..., con questo venditore l’articolo costa di più, la spedizione anche ed è più lenta e arriva anche in ritardo, per me può bastare.

Chiariamo: spedizione arrivata nei termini, pagata quanto indicato in modo chiaro PRIMA di acquistare, ed effettuata nei tempi e con le modalità indicate (sempre precedentemente). Evidentemente però, questo non basta: tanti non capisco perché si paghi, la spedizione.
Proprio non gli va giù: come se andare ad acquistare direttamente in negozio non avesse - oltre ai tanti ed evidenti vantaggi - dei costi, sia economici che di tempo. 

Ma le spese proprio non vanno giù.
Potrei capire su acquisti costosi: il venditore può includerle nel prezzo. Ma quando compri un fumetto da quattro o cinque euro... come è possibile spedirlo gratis col corriere?

E come puoi pensare di rendermelo perché lo trovi a meno DOPO averlo acquistato?


Mia nonna si sarebbe vergognata di tornare a un banco, a riportare quanto già preso perché a pochi metri lo aveva trovato a meno: se la sarebbe presa con se stessa per non aver controllato prima, magari. Ma mai avrebbe fatto qualcosa del genere.
Come è quasi impossibile vedere chi lo fa dal vivo.

Ma nel magico mondo dell'online, dove ti basta scrivere su una tastiera o schermo per poter chiedere tutto quello che vuoi e veder esauditi tutti i tuoi desideri più segreti, non c'è vergogna o ritegno che tengano.

Con buona pace di quarantene, Natale, educazione e rispetto del lavoro altrui.

6 commenti:

  1. Mi hai fatto rivenire in mente, quando a un LuccaComics, per comprare un Action Figure, mi feci tutto il gire della fiera; alla fine ci risparmia 15.00€!

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  2. domandona: è possibile, al momento dell'acquisto della merce online da parte di un cliente, spuntare un riquadro con il quale si accettano i termini e le condizioni di spedizione, ovvero dove si descrive il tipo d spedizione, i giorni previsti, i modi e i tempi (anche con esempi, why not) per poter fare un reclamo. io uso la piattaforma discogs e molti venditori adottano questo sistema

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    1. no, noi parliamo di vendita su piattaforme terze.

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    2. bhe sui siti propri potrebbe essere una buona idea. credo che i clienti di facile protesta si trovino sia sull'eventuale sito del negozio che su piattaforme terze. per amazon ecc., non so se è possibile, si potrebbe indicare sotto ogni articolo di leggere una sorta di condizione di vendita. ad esempio su discogs molti venditori fanno così, e molte volte le informazioni date sulla spedizione (giorni di attesa, tipo di spedizione, costo, scelta se tracciata o meno ecc) sono molto dettagliate ed esaurienti. poi è ovvio che tutto sarebbe più bello se si potrebbe scrivere un feedback anche sull'acquirente. ma questa è cosa nota

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    3. il feedback vero il cliente ce lo da anche via mail: non serve un feedback stile amazon, è un boomerang. qualunque sito ha delle condizioni di vendita che chiunque accetta. Ciò non impedisce loro di dare feedback irragionevoli.

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