martedì 20 ottobre 2015

Lucca, il Pass per i Librai e la Cultura del Fumetto

Avevamo parlato di come Lucca Comics negasse il pass a molti addetti ai lavori.
Prima ci sono stati problemi per gli autori, addirittura. Fortunatamente (pare) risolti.

Poi, tutto il resto del mondo: a Lucca, se non sei un giornalista, o un autore - che ha comunque pubblicato IN ITALIA nell'ultimo anno - o un espositore, puoi chiedereLuccquanto vuoi, ma un accredito non te lo danno.
Non è questione di soldi, fermo restando che il biglietto è caro.
E' una questione di principio, e di possibilità: perché, se sono un addetto ai lavori, e sto lavorando, devo prendere un biglietto, con tutti i problemi e gli svantaggi che questo comporta?



Per questo ho scritto a Lucca Comics, come detto.

Buongiorno. 
Sono il titolare di una libreria specializzata in fumetti. 
Non ho trovato riferimenti sul vostro sito ma, visto che sarei interessato a visitare la Vs manifestazione di fine ottobre a fini lavorativi (incontri con distributori, autori ed editori, acquisto di materiale), gentilmente vorrei sapere se fosse possibile avere un accredito, come per le altre manifestazioni di settore.  
Sono disponibile ad allegare qualsiasi documentazione (visure camerali, partita IVA) a supporto di quanto richiesto.
Grazie.
Ecco la risposta, giunta oggi, dopo svariate richieste.
Gentile Sig. Settembre, 
per quanto Lucca Comics & Games sia interessata a diventare anche una manifestazione professionale e stia compiendo sempre più passi in quella direzione, al momento la policy nei confronti di librai, esercenti e rivenditori (ma anche di distributori ed editori) si limita alla concessione del pass ai soli espositori. Non escludiamo che tale politica possa cambiare in futuro. 
Cordiali saluti.

Mi chiedo quali siano questi passi, che starebbero "sempre più compiendo": francamente, non ne ho visti. E mi chiedo quali siano le difficoltà che impediscono di cambiare queste regole: un pugno di euro di differenza negli incassi? Impossibile. Una scelta etica e/o organizzativa? E per quale motivo?

Opterei più per il menefreghismo.
Quando le cose hanno funzionato - male o bene non importa - sempre in un certo modo, è sempre più facile tenersele così, che impegnarsi per cambiarle, no? Meno rischi...

Qualche settimana fa ho visto questo video di Lucca Comics & Games.
E mi sono detto: possibile che Lucca sia solo Cosplayer, games, cosplayer, cosplayer, cosplayer, un occhio veloce a due autori, cosplayer e cosplayer? Ah: e un occhio allo stand Panini Comics?

Mi è venuto da pensare ad una nonna che, tempo fa, faceva il gioco delle tre carte per non far entrare il nipote in negozio ("Ma qui non vendono giocattoli!" faceva... e il ragazzino: "E cosa vendono", lei: "Cose da grandi!"): i "grandi", quando capitano nella mia libreria, spesso commentano dicendo che è roba "per bambini".
Ai piccoli, invece, per non farli comprare, si insegna che "è roba da grandi".

Questo, ovviamente, vale per chi non frequenta normalmente una fumetteria.

Quando, infatti, succedono fatti del genere con presente un cliente più o meno fisso, succede sempre che ci si rida sopra...
Ragionandoci, però, si deduce che la reale percezione della realtà fumettistica, troppo variegata per ridurla a "roba per bambini" quanto a "roba per grandi o collezionisti", quanto al contempo per non considerare queste due realtà, è totalmente ignorata da chi non "frequenta" stabilmente il settore.
Addetti ai lavori, clienti fissi: più o meno quelli che su Facebook, nei commenti, fanno la differenza.
Ovvero, nella realtà dei fatti, secondo me meno del 5% dei lettori medi di un fumetto.

Non rischiamo, in questo modo, di rinchiuderci sempre di più tra le mura del nostro settore?

E' una riflessione che si può allargare anche a quelle che considero le migliori fiere di settore in Italia: il Napoli Comicon, sicuramente, e - almeno per idee ed intenzioni, l'ARF di Roma, visto che non c'è solo Lucca, ed è ora che anche altre manifestazioni si muovano. Le due che ho citato, il pass ai librai lo danno...


In non considerare chi non lavora nel nostro settore degno di un pass, è un grosso passo indietro: gli altri settori del lavoro e della cultura, non lo fanno. Alle fiere del libro, librai, insegnanti, bibliotecari, hanno l'accredito, se lo chiedono.
Abbiamo voglia di uscire dalla retorica della "roba per bambini", dei "giornaletti", dei "Ah, no... quello non è un fumetto, è un libro" e dei "graphic novel"?

La crescita passa anche (e soprattutto) per questi riconoscimenti.

4 commenti:

  1. Ciao,
    ti leggo da un po ma questa storia del pass per la fiera non la capisco davvero.

    Per il mio lavoro partecipo a molte fiere internazionali, soprattutto eventi B2B e il meccanismo è semplice: Il biglietto si paga, a volte anche caramente.

    Poi, se uno è del settore, gli espositori lo INVITANO offrendogli il biglietto gratuito e non l'organizzazione dell'evento.

    La tua richiesta, sinceramente mi sembra un po polemica e anche leggermente fuori dal mondo.

    Se alcune fiere fanno diversamente, sono quelle l'eccezione, ma non la regola.

    Non vorrei esser sembrata troppo rude, ma mi piacerebbe discutere di questo con te.

    Salutoni!!!

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    1. grazie per aver scritto.
      Non conosco bene le fiere estere, e mi fido di quello che dici.
      Ma i paragoni vanno fatti nel settore. E nel settore, in italia, gli accrediti li si danno a chi lavora. Lo fanno nel libro, lo fanno diverse fiere del fumetto.
      Grazie.

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  2. In tal caso vale la logica che "chi può se la tira". Se è diventata una fiera da numeri impressionanti, è chiaro che tutti vogliano mangiarci di più.

    Si è arrivati al punto che Lucca può anche fare a meno di diversi autori/editori/visitatori...ha il coltello dalla parte del manico.

    Se questo premia a lungo termine...non saprei. Ma tendo a pensare di si.

    Salutoni.

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    1. a lungo termine, spero, no.
      ma campiamo alla giornata :)

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