giovedì 9 ottobre 2014

Ottobre 2015: fuga da Romics


Guardate questa foto qui sopra.
Potrebbe essere l'ultima di uno stand Antani Comics alla Romics autunnale.

Perché?
Seguiteci.



Sono stato poco a questa Romics. Per fortuna.

Ho lasciato alcuni scagnozzi, perché avevo da fare (molto) in negozio, e perché volevo stare un po' in famiglia. Nel finesettimana, causa febbre alta, non sono riuscito a farci neanche un salto.

Da alcuni anni, sto perdendo interesse per questa manifestazione, troppo confusionaria, troppo abbandonata a se stessa e senza una linea guida. Per carità: pubblicità tanta. Gente tanta.
Ma ci fermiamo qui: costi alti, fatica elevatissima, incasso sempre più magro.

Le critiche, alla fine, rimangono quelle fatte durante le scorse edizioni, e ben elencate in questo post.

Ma la situazione è peggiorata, considerando alcune cose.


Intanto, alcuni dati. Parlando solo di Romics d’autunno (visto che la situazione ad aprile, come detto, è diversa), in termini percentuali, negli ultimi tre anni, il sottoscritto ha perso circa il 30-40% dell’incasso. Ogni anno. Quindi, stavolta, dopo aver tagliato il 50% delle spese (soprattutto, ridotto lo stand, il che mi sembra DOVEROSO), ed aver rifornito lo stand soprattutto con offerte e materiale scontato, mi aspettavo almeno di fermare l'emorragia. Invece nulla: altra batosta.

E con una precisazione: tra il 2012 ed il 2013, in un momento abbastanza nero per l'economia, ho visto crescere gli incassi di quasi tutte le fiere cui partecipavo a causa di una riorganizzazione di stand e materiale. E di un bell'investimento in tecnologia. Quindi non si tratta di disimpegno da parte del sottoscritto. Anzi.

Questo porta ad una riflessione.
Una fiera ha tanti stand e tanto pubblico. Cresce il pubblico, crescono gli stand.
Ovviamente, l'incasso cala: perché non è detto che il pubblico che viene sia interessato ai comics.
E perché, oltre un certo limite, il pubblico non continua ad incrementarsi. E, anche ove questo accadesse, sarebbe inutile averlo, perché troppe persone si ostacolano a vicenda, non vedono nulla, non comprano nulla. Avete presente il fiume umano di Lucca? Bene: il sabato e la domenica, spesso Romics è peggio.


Poi potremmo fare una lunga disquisizione sulla mancanza di abitudine, in Italia, di fare manifestazioni "a numero chiuso", come accade nella civile San Diego. Ma poi andremo fuori tema, o off topic, come è più elegante dire.

Dicevo: cresce il pubblico, crescono gli stand. Eh, già: perché una fiera da tanti stand quanti ne vengono richiesti. Logico, se volete, assurdo se ci pensate. Perché far crescere troppo gli espositori, può solo portare malcontento tra gli stessi.
Ma, ripeto. Si cresce.
Crescono anche i prezzi degli spazi e dei biglietti.

La manifestazione raddoppia come numeri.
Poi... raddoppia proprio come... manifestazione: una in autunno, una in primavera.

I soldi crescono. Ma solo per l'organizzazione.

Perché, nel frattempo, una fiera che era "da incasso buono anche se costosetta", comincia a diventare "troppo costosa per l'incasso che garantisce". 


Il business è solo per l'organizzazione. E per lo stuolo di grandi editori/distributori, che non pagano (in tutto o in parte) lo stand, perché danno pubblicità - inutile a mio dire - in cambio, ma fanno incassi ottimi con la pletora di novità (o arretrati pseudoesauriti) che portano alla manifestazione.

Questo dicevo lo scorso anno:


è ormai assodato che Bonelli e Panini (entrambe assenti), non portano un gran pubblico in più rispetto a quello che già partecipa anche in loro assenza... E questo varrà a maggior ragione per tutti gli altri editori, che sicuramente hanno un bacino di lettori più contenuto dei due leader del settore.E tutti gli editori/distributori, alla fine effettuano attività commerciale, quindi possono permettersi di pagarlo, lo stand, come tutti gli altri espositori (dal discorso, ovviamente, va esclusa la Bonelli, unico editore che effettua mera attività promozionale)...
Seconda, e forse, ancor più importante questione: se, a detta di molti, ad aprile si incassa di più... e la differenza più significativa e l'assenza dell'editore/distributore più grande rispetto ad ottobre... forse non è che... forse... aspetta, che lo scrivo chiaramente...Su uno storico di due anni:-ottobre, c'è la Panini, si vende meno;-aprile, non c'è la Panini, si vende di più...
Sarà mica, diranno i maligni... che la concorrenza diretta verso i negozianti, incide pesantemente sugli incassi? O è tutto casuale?

Resta curioso che i distributori, che dovrebbero essere semplicemente quelli che fanno da intermediari tra editori e fumetterie, portino le seconde a non partecipare alle fiere con la loro concorrenza...

Un altro rilievo importante, è quello relativo al famoso sushi avariato.
Ovviamente, qui le colpe non sono dell'organizzazione della fiera.
Ma in un evento con centinaia di migliaia di partecipanti, non è possibile avere un soccorso migliore?
Scrive Lorenzo Rubino, uno degli intossicati, sul suo profilo FB pubblico:


Dichiarazione ufficiale e veritiera su ciò che è successo ieri al Romics:la mia compagna Silvia Rossignoli, è stata la prima a sentirsi male, sono andato immediatamente a parlare con lo stand, che si è solo limitato a restituirmi i soldi e a dirmi che avrebbe assaggiato il cibo. il medico del romics, per giunta assolutamente inutile perché privo di attrezzature idonee è arrivato dopo circa una mezz'ora dal mio disperato tentativo di convincere qualcuno ad aiutarmi e dopo che Un dipendente della fiera di Roma e non del Romics, mi ha messo le mani addosso e mi ha minacciato semplicemente perché gli ho dato del negligente. in tutto questo la prima ambulanza esterna, perché la fiera non ne ha una, è arrivata dopo un' ora, mentre la mia compagna era buttata su un marciapiede e rigettava tra atroci dolori. l organizzazione di romics non è assolutamente stata tempestiva come ha dichiarato, testimoni due staffisti della scherma che sono stati così gentili da sollecitare più volte la direzione, che si è mossa dopo che ho fatto un casino e dopo aver valutato che c'erano più casi di persone intossicate, tra le quali anche io

Dichiarazioni che nessuno ha approfondito o smentito: dove è l'informazione, anche e non solo nel nostro settore, visto che si limitano tutti a copincollare le stesse informazioni?
In ogni caso, noi abbiamo scritto all'ufficio stampa di Romics, ma senza esito...


Un'altra annotazione, è dal punto di vista dell'espositore.
Quest'anno mi ero mosso per prendere alcuni "box collezionisti", di basso profilo ma relativamente economici.
Last minute ho saputo che erano in un altro padiglione, che ritenevo meno idoneo e più rischioso, per cui l'organizzazione è stata così gentile da allestirmi un piccolo stand nel padiglione "principale".

Ho notato, però, che i tavoli dei "box collezionisti" erano bloccati, non potevano essere spostati. E lo stesso, sarà, dal prossimo anno, anche per gli stand, mi è stato detto.

La solita soluzione "all'italiana": sulle strade c'è il rischio di velocità elevate? Chi preposto, potrebbe fare dei controlli, ma si limita a mettere dei bei dossi artificiali, che danneggiano pure chi va piano, ma almeno impediscono di correre a tutti. Colpisci tutti per evitare il comportamento dannoso di pochi.

Romics è una fiera con degli spazi costosissimi, più di Lucca.
Tutto ha un prezzo: anche il parcheggio per gli espositori. Anche la corrente, anche se non la vuoi. Tutto.

E, anche per questo, tutti si allargano un pochino, "uscendo" dal perimetro dello stand coi tavoli. Tutti lo fanno, sarà brutto dirlo, ma se non lo fai, nella tua fila, rimani indietro e coperto dai tavoli degli altri. Francamente, non ci vedo niente di male, visto che - ripeto - lo spazio è molto costoso e non ci sono margini di trattativa.

Se l'organizzazione non volesse farci allargare, controllerebbe in fase di allestimento, obbligandoci a rientrare negli spazi. Ma non lo fa.
Preferisce la soluzione dei tavoli bloccati.
Trovo la scelta veramente insensata e quasi umiliante per dei professionisti che stanno lavorando.
Unitamente alla decisione, in fase di allestimento (spesso anche in disallestimento) di chiudere parte dei bagni.

L'espositore va trattato come un partner, non come carne da macello.

Per finire: l'ultima grave colpa di Romics è culturale.
Si, è vero: gli autori ci sono. Ma sono in maggior parte locali, ed ospitati da scuole, editori e distributori. 

Sottolineo due cose.
Durante Romics, altrove ma sempre a Roma hanno presentato il terzo volume di Orfani, edito da Bao.
Due settimane neanche dopo la manifestazione romana, esce l'ultimo lavoro dell'autore del momento, Zerocalcare.

Si parla anche qui di autori romani, ma di grande spessore e richiamo.

Mi chiedo: possibile che una fiera così grande non riesca ad "attrarli" verso se stessa?
Che non possa proporre di presentare questi due libri durante la manifestazione?


Farsi scappare questi eventi, al di là della mancanza di interesse da parte dell'organizzazione, che sarebbe comunque imperdonabile, visto lo spessore e il richiamo degli stessi, significa non tanto che il fumetto non è centrale, per questa fiera, ma che chi decide, non ha interesse che Romics sia un evento centrale nel panorama fumettistico non tanto italiano (mai avuta la possibilità di esserlo), quanto almeno romano.

E cosi, non si cresce.

5 commenti:

  1. Condivido e sottoscrivo in pieno tutto quello che hai detto. Romics e' una fiera sicuramente "enorme" ma ha davvero poco da offrire in qualita'. Posto orribile, organizzazione assurda, difficolta anche solo per trovare qualcosa... meglio cose piu' piccole e piu' vivibili!

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  2. Bravo! Bellol'articolo e demenziale quello che è avvenuto. Sarebbe da boicottare in massa!!! Buon lavoro. Matta

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  3. Io al Romics ci vado solo per come si mangia.

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  4. No, un olio simile l'ho visto solo nella mia Smart, mai utilizzato nelle fritture.

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