martedì 23 settembre 2014

Fumetti & Tormenti #11 – SPECIAL RITORNO… A SETTEMBRE

(LA RUBRICA CHE NON PRENOTA NIENTE IN FUMETTERIA MANCO SE PIANGI IN CINESE… E PURE IN GINOCCHIO!)

(LA RUBRICA CHE TE SFONNA LE MUCOSE E TI FA SCATTARE ER SANGUE DAR NASO A ETTOLITRI)

a cura di tetsuyatsurugi


Puntatona epocale che segna il ritorno della rubrica più turbolenta del web direttamente a Settembre, il mese durante il quale Francesco festeggia l’onomastico tutti i giorni, ma soprattutto pretende in virtù di questo un regalo ogni 24 h (!); a nulla valgono ogni anno appelli alla ragionevolezza (per l’onomastico si guarda al nome, non al cognome!), o peggio ancora regali quali perline di plastica, specchietti catarifrangenti o sveglie da mettere al collo, Francesco pretende sontuosi banchetti al ristorante (tutto a base di cozze, anche i cinesi vanno bene) e copiose quantità di Raccolte Corno per la sua collezione segreta (di Raccolte Corno) per evitare di incazzarsi come una bbbestia e non diventare come minimo intrattabile (e ti caga poi sullo zerbino di casa dando la colpa a inesistenti cani di inesistenti vicini maleducati).

Se proprio lo si vuole tener buono, purtroppo tocca comprargli almeno 10 fumetti da 50 Euro l’uno, al giorno (!), domeniche comprese (ovviamente spendendo il doppio il lunedì successivo!!).

Oppure meglio farsi amico qualcun altro…

Torneremo prima o poi sulle inenarrabili vicissitudini che hanno cassato la puntata di luglio, motivi legali che anche se vi spiegassi non ci credereste; inoltre, ancora più incredibile, manco era colpa mia (e qui, non ci crederà veramente nessuno), fatto sta che esiste una puntata “fantasma” che ci siamo letti solo io, Francesco e un avvocato, alla faccia vostra (privilegi del rango!), e che probabilmente resterà nel cassetto per chissà quanti anni (che spreco, che sciupo!).

Scampato il pericolo di una puntatona estiva al fulmicotone (tanto non la leggerete mai!), lo scazzo vacanzifero ha poi colpito implacabile il sottoscritto, che ha preferito molto opportunamente farsi una marea di casi suoi piuttosto che scrivere un’altra puntata; in compenso gli spunti per nuovi sproloqui si sono sprecati, tra questi spiccano sicuramente due pezzi sul blog della Bao, dedicati alle fumetterie e alla prenotazione dei fumetti nelle medesime (li trovate qui e qui), emblematici di un certo modo (bizzarro) di pensare degli editori di fumetti medio-piccoli italiani, prontamente ribattuti da Francesco che in parte, come fumettivendolo, si sentiva giustamente chiamato in causa (lo trovate qui).

Il tutto in quel di Agosto (!); un “get a real life!” come diceva un (super) tizio che conosco, rivolto a entrambi, non glielo risparmia nessuno.

Agli appunti di Francesco (a proposito, Buon Onomastico ^__^!), aggiungo solo un paio di dettagli, sconvolgenti e a tratti allucinanti, che mi pare stiano sfuggendo un po’ a tutti quanti gli scribacchini professionisti (e non) del web; quando uno parla di fumetti da 15 Euro in su come se fosse una cosa normale, quando i suddetti sono pure scritti e disegnati spesso da illustri sconosciuti o peggio ancora da gente che dopo decenni che li scrive e disegna non li conosce ancora nessuno (tranne che i nerd più impestati), mi sembra ovvio che nemmeno uno li cerchi, li prenoti e tantomeno li vada a comprare in fumetteria (ma cosa sei, parente di Homer Simpson, a non capire una cosa così semplice?).

Certo, più surreale ancora è pensare che ci sia chissà quanta gente là fuori che oltre a tutto ciò si sbatta pure parecchio per andarseli a scoprire, consultando bizzarri e incompletissimi cataloghi cartacei, spulciando una mole caotica di siti e forum in rete, tampinando fisicamente la propria fumetteria con telefonate, mail oppure direttamente di persona con uno stalking selvaggio giornaliero, unica vera maniera per essere sicuri di sapere cosa realmente è uscito, quando, quante pagine ha, il prezzo, la rilegatura e, se non è blisterato, anche capire chi li scrive e disegna per davvero, ‘sti imperdibili capolavori della carta stampata (che poi paghi pure cifre astronomiche, e in piena crisi economica, dopo tutto il lavoro che hai fatto tu, lettore, per procurarteli, ci manca solo vada anche a casa dell’editore a prenderli, portandogli il caffè, e siamo a posto).

E peccato, peccato veramente che molta roba stia fuori (ma che peccato! Gran Peccato!!), non ci sono scuse, bisogna andarseli a prenotare, per forza, è un obbligo morale, non ci sono alternative, pena la morte (no, sbattersene i coglioni non è un’alternativa civile, culturale e morale accettabile).

Ma certo, se uno è diventato “editore di fumetti” (categoria, lo sanno tutti, tra le più a rischio di ricovero in ospedali psichiatrici), è ovvio che più che discorsi del genere non potrai fare…

Allora, molto semplicemente è INVECE successo questo; mentre il mondo è andato avanti, pensionando i fumetti su carta, contemporaneamente proprio grazie all’avvento della Rete i superstiti super appassionati del genere, che ancora resistevano non accorgendosi di nulla (in quanto perennemente immersi nelle loro letture, nella solitudine del bagno), hanno trovato nuova linfa in siti e forum dedicati (che si sono creati da soli), dove hanno costruito una vera e propria realtà alternativa dove i fumetti non solo sono tutti belli, e si bisticcia se sia più bello il mio o il tuo, ma prima o poi vanno anche comprati più o meno tutti, frega nulla se a 15, 30 o 50 Euro, o addirittura di più, scemo è bello, e più scemo è ancora più bello.

E tutto questo praticamente a loro insaputa!

Che discuti oggi e discuti domani, non te ne accorgi nemmeno che intanto i lettori di fumetti (reali, quelli paganti), stanno diminuendo drasticamente giorno dopo giorno, tu che bazzichi tutto quanto fa fumetto in Rete pensi che siano sempre più figherrimi e interessanti (inaudito! Incredibile (Hulk)!).

Poi sono arrivate, come ulteriore mazzata finale, serie tv deleterie come Big Bang Theory o Chuck (Bartowsky), e il nerd è stato pure sdoganato a livello sociale e civile, faceva pure figo, quasi una sorta di compensazione dopo anni di angherie, sguardi di superiorità, prese in giro e soprattutto gente che te li chiedeva in prestito (la categoria peggiore!); non solo, peggio ancora, ma da anni pure molte ragazze sono state prese dal vortice fumettaro e imbrigliate anche loro nella perfida e vetusta ragnatela del mondofumetto (su carta… stampati così così), per via di exploit di personaggi quali Dylan Dog, un po’ Lupo Alberto, Rat-Man, i manga per ragazze (tipo Kenshiro), o quelli più popolari a prescindere (tipo Kenshiro… o Diabolik), o certi altri Bonelli impensabili (tipo TexGregory Hunter).

E' tutta colpa loro (e dalla foto si capisce anche perchè)...

...e anche un pò colpa sua... altrochè...
non fare quella faccia che tanto è colpa tua lo stesso...

Da questo humus magmatico di irriducibili estimatori delle letture da cesso sono poi fuoriuscite per estrusione, un fenomeno a quel punto quasi inevitabile, altre due terribili categorie, ovvero quelle dei fumettivendoli, cioè degli appassionati così appassionati (così degenerati e così nerd!), che hanno deciso di aprire una attività di spaccio per propagare il morbo, manco fossero degli untori manzoniani, pensando anche di guadagnarci sopra senza ritegno (la paga di Giuda!); inizialmente con le aspettative più ampie possibili, milioni di clienti, casa al mare, casa in montagna, la barca (un Bat-costume originale nell’armadio a sei ante al terzo piano della villa di campagna) ecc., poi drasticamente ridotte all’osso dall’impatto del loro didietro con la realtà (carne un venerdì si e uno no e solo a cena, pane, acqua e ribollita tutti i giorni, tranne il giovedì col lesso delle patate, domenica digiuno perché il negozio è chiuso, un bagno al mese e se si è fortunati un cambio di vestiti assieme, altrimenti l’abito nuovo solo a fine anno come regalo di Natale).

Ma l’altra categoria, quella è ancora più terribile e terrificante, perché si tratta di lettori pseudo intellettuali (di sinistra, direbbe una nostra vecchia conoscenza), che invece hanno deciso (contro natura), di dedicarsi all’arte della stampa su carta di disegni più o meno riusciti e più o meno colorati (o in b/n e toni di grigio ma senza b/n), attività resa possibile dal disturbo di personalità che affligge quasi il 98% dei lettori di fumetti rimasti, che li spinge a comprarli in maniera compulsiva a prescindere da cosa c’è dentro e da chi li pubblica (o da chi li scrive e disegna, che una chance la dobbiamo dare a tutti, disse una volta lo scemo del villaggio).

Le case editrici infatti fanno finta di parlare delle loro iniziative blasfeme agli “appassionati” di fumetti (categoria quasi del tutto estinta, ne è sopravvissuto qualcuno, pare, solo in Val d’Aosta, al confine con la Francia o in posti parimenti inculati chissà dove), ma in realtà vendono in blocco quasi esclusivamente alle fumetterie, a cui rifilano bidoni allucinanti (vedi l’affair Absolute Before Watchmen con cofanettoni in legno di cedro del Libano truciolato, ma con scappellamento nautico e salvagente in omaggio, con impiallacciatura di madrepirla… la madre di tutti i cofanetti di questo tipo; la variant stavolta consisterà nello scafandro da palombaro, in cartoncino pressato, da ritagliare e fare i buchi per respirare, al posto del salvagente, in cartoncino pure lui, con il buco in mezzo da fare col taglierino), approfittando della gabola del reso negato, mentre in realtà sanno, o fanno finta di non sapere, che l’unico tipo di acquirente possibile in questa situazione è “l’accumulatore compulsivo” che solitamente a casa sua vive come in una discarica (e quindi fumetto più, rifiuto meno, siamo lì).

Com’è, come non è, fatto sta che mentre la realtà andava in una direzione, quella virtuale con tutti i fumetti dentro splittava, e andava esattamente in quella opposta.

Ecco quindi che il mondo generatosi è perfetto per i lettori super-appassionati e super-esperti, nonché deficienti, che sono rimasti, con case editrici atroci e venditori più preparati di un pescivendolo o di un caldarrostaro, retrocessi allo status di peraccottari proprio a causa dei primi e pure dei secondi.

Essì, perché questo circolo vizioso/virtuoso che s’è instaurato si autoalimenta reciprocamente a causa dei tre fattori, fino a che i lettori pirla non esauriranno il pecunio o non diminuiranno ulteriormente di numero causando una reazione ad effetto domino che poi tira giù tutto.

Seguite il mio iperbolico ragionamento ondivago (imparato al campo estivo dei ninja) e partiamo dalle aberranti case editrici di cui sopra; sono anni che seguo i fumetti, e sapete come li pubblicano qui in Italia?

Ovviamente con rispetto artistico, culturale e sana genuina passione fumettara!

Sbagliato.

All’italiana, ovvero alla come viene viene, cioè li pubblico anche alla cazzo, poi se mi va di culo semmai miglioro nel tempo (intanto quello stampato male qualche scemo se lo compra sempre), se invece lo faccio pure scrivere e disegnare ex-novo, allora van bene scrittori bolsi e bolliti (o innovativi alla Bonelli, fate voi), e disegnatori alle prime armi afflitti da rachitismo e pollice valgo (tanto quello scritto e disegnato peggio trova sempre qualche parente degli scemi di cui sopra che se lo compra lo stesso, eppoi, tutto è de gutisbus); attenzione, nel passato questo non avveniva, ovvero la pubblicazione ad minchiam a lungo andare poteva anche causare l’allontanamento forzato di lettori già fidelizzati, ma col tempo e il restringimento del loro numero, quelli rimasti sono diventati così irriducibili che appunto, ormai si comprano qualunque cosa, stampato in qualunque modo, scritto e disegnato da chicchessia (e a qualsiasi prezzo).

Non parliamo certo del Fumetto, come mezzo espressivo innovativo e popolare, ma di una contorta aberrazione che costa un pacco di soldi ogni volta e che non lascia in mano al lettore nulla che non sia un mattone buono per buttarsi a fiume.

E se te lo devi pure andare a scovare sui cataloghi e poi prenotare in fumetteria è evidente che ciò è dovuto al fatto che normalmente non se li filerebbe nessuno, perché non ne vale la pena, perché queste proposte sono tutte uguali, contenutisticamente, narrativamente e pure graficamente, talvolta con l’aggravante del dolo della stampa all’orientale (stampati a ‘Ndo Coyo Coyo), o di quella nostrana ma più scarsa possibile (tipografia da Gino, volantini per rosticcerie con polli arrosto e rolate, 1000 a 300 Euro spediti!), visto che spesso e volentieri per uno che imbroccano ne sbagliano almeno un altro (tra editing, printing, marketing, approfondimenting e prezzing).

Oggi, che il Fumetto in Italia vende tantissimo (peccato per le tirature sempre più basse), e sta arrivando alla frutta situata proprio vicino alla canna del gas, mi scorre davanti agli occhi la mia intera vita di lettore (truffato) di fumetti; mi ricordo della Star Comics, nel 1987, che c‘ha messo 2 anni (!) per trovare una grafica decente ai suoi albi (tempo necessario per arrivare alla conclusione che adottarne una quanto più possibile simile all’originale era la cosa migliore; dei geni… ), o della Rizzoli, che ha pubblicato il rilancio di Superman post-Crisis di Byrne, monco di alcune tavole, saltando episodi, in inserti inguardabili con in appendice 8 pagine di Watchmen (e ci sono voluti due anni per pubblicarlo tutto!).

Linea editoriale incompresa dai più, perché filologicamente legata alle edizioni degli Anni ’40 di Ciclone e Ala d’Acciaio, con le pagine ricalcate a mano dalle strisce, formati sballati, copertine saltate, carta da pacchi usata per la stampa ecc.

Cosa vuol dire essere ignoranti della Storia del Fumetto!

Mi rimembro della Comic Art, che sempre nei ruggenti Anni ’80, oltre a ridimensionare le tavole di Savage Sword of Conan dal formato rivista a quello bonellide (!), ha pensato bene di tagliuzzare anche i testi che proprio grazie alla riduzione non ci stavano (!!), per la bellezza di 88 numeri (!!!); già che c’era, un po’ di tagliuzzamenti li ha fatti anche per i testi della collana gemella a colori con le storie di Conan the Barbarian (ridotta anch’essa al formato bonellide, ma partendo solo da quello comic-book, a bè, allora…).

Ma in fondo cos’erano, robetta, e Watchmen?

Na caccola.

Della Play Press non vorrei nemmeno parlare, chi l’ha conosciuta non solo la evita, ma sa benissimo di cosa è stata capace, 15 anni di orrori editoriali che se sto qui a descrivere faccio trecento puntate di fila; mi limito a questo, giusto per restare in tema, il suo primo volume esclusivo per le fumetterie, ovvero de-luxe su carta patinata e a tiratura limitata, Batman Anno Uno (I edizione Play, metà Anni ‘90), con tutte le tavole completamente fotografate causa l’impossibilità ad avere le pellicole originali.

E voglio dire, Batman Anno Uno di Frank Miller, mica cotiche.

Purtroppo era così importante che per forza doveva essere riproposto ai lettori italiani, anche in condizioni pietose, un capolavoro non si discute certo dalla resa delle tavole!

Mai più prenotato nulla in fumetteria da allora, grazie Play!

Ah, si chiamavano (da soli, ovvio), “Editori per passione”!

Due paroline buone anche per la Lion non ce le toglie nessuno, altra casa editrice attenta a questi illustri predecessori e anch’essa filologicamente molto vicina a queste soluzioni grafiche innovative, ha dedicato, tra le moltissime altre cose minchione che ha prodotto, una collana ai classici DC proprio in questa maniera, infatti i volumi di Batman Classic (arrivati a 14!), Flash (3) e Lanterna Verde (3) pre-Crisis, sono quasi tutti con le tavole completamente fotografate.

Da buttare così come sono nella raccolta carta, ma ehi (e uno), gli “appassionati” li comprano… cioè, il primo volume t’hanno tirato il pacco (c’è una piccola scritta di avvertenza nei credits, ma chi l’ha prenotato comunque è rimasto fregato perché l’ha scoperto solo avendolo in mano… dopo averlo pagato), ma i 13 successivi di Batman chi li ha comprati?

E che dire dell’esemplare plastificazione dei suoi albi?
(che dice che ha risolto, ma ancora oggi…)

Nel dubbio ha fatto uscire tutto il New 52 alla come viene viene, variant comprese, migliorando man mano, in corso d’opera, nei numeri successivi (il classico tra i classici dell’editoria italiana!).

La storia come vedete, si ripete implacabile dagli anni ’40… “corsi e ricorsi storici” diceva Giambattista Vico, sante parole!

La Panini, che qualcuno potrebbe pensare abbia raggiunto discreti livelli, oltre a proporre sui suoi albi le note più insultati l’intelligenza del lettore che si siano mai viste (quindi perfette per l’acquirente medio delle sue pubblicazioni), e poco o nulla nei suoi costosi volumi (che non valgono certo approfondimenti seri, evidentemente), ha fatto suo l’esempio illuminante del Batman Anno Uno playpressino inaugurando la sua collana di Omnibus con gli Eterni di Kirby visibilmente scalettati dalla scansione poco felice delle tavole in digitale (o dal riversamento nelle loro super-sofisticate apparecchiature dei file originali, non certo così HD evidentemente, che ha messo in evidenza certe magagne delle quali se ne sono comunque fregati).

Non contenti di questo bel risultato, han pensato bene di rifarlo anche per un secondo Omnibus, ovvero quello del Silver Surfer di Lee/Buscema.

Ma ehi (e due), l’Italia è piena di lettori felici e contenti che vantano questi fior di volumi nelle loro collezioni (e dopotutto sono titolini da nulla)!

Poi, col tempo e i volumi successivi, sono pure migliorati (ma a che pro, tanto chi li comprava anche coi disegni compromessi c’era comunque!).

Le edizioni de-luxe a fumetti si comprano per apprezzare meglio i testi, mica per i disegni, infatti si sa, carta e stampa in un fumetto non contano nulla, l’importante è leggersi la storia (Long Wei fans docet!).

Anche la Star ha avuto i suoi bei problemi con la risoluzione delle tavole con l’avvento della stampa digitale, ma questo non le ha impedito di pubblicare Lamù in queste condizioni per un sacco di tempo; e anche altre testate manga per un discreto periodo qualche problema nella definizione dei disegni l’hanno avuto, ma ehi (e tre), poi hanno risolto… intanto quello pubblicato male te lo compravi così oppure t’attaccavi al tram e rimanevi col buco in collezione.

Devo citare la Planeta coi suoi refusi in spagnolo, le sue traduzioni involute e sballate che hanno costellato tutti i suoi primi Absolute?

“Che due balloon” su quello di Crisis, Il Ritorno del CavalierO Oscuro su quello di Batman, refusi a profusione su quello di Lanterna Verde/Freccia Verde, di Deadman ecc.

Non è un montaggio con photoshop,
è andato in stampa proprio così!
E non è che la punta dell’iceberg (ovviamente)!

Ma lo sappiamo, giusto?

Vogliamo parlare dei manga Lion sbiaditi, col bianco e nero che è un miracolo se viene fuori a malapena il grigio?

Ma questo per i primi titoli, se pigliate Karakuri Circus 1 ogni tanto trovate le pagine tagliate sul bordo laterale che moncano qui e là qualche balloon, ma anche qui, sono 43 numeri, dopo i primi (che intanto ti tieni così), avranno già bello che risolto (e poi si sono mangiati un po’ solo qualche parolina qui e là).

Avete presente la trasmissione Fumettology?

Andatevi a cercare la puntata dedicata a Magico Vento, troverete verso la fine (suppergiù al minuto 56), un diabolico Lupoi che spiega il tentativo di ricolorarlo per poterlo rendere di nuovo appetibile a nuove generazioni di lettori, scelta quanto mai complicata essendo ben consci, loro per primi, appassionati di Fumetto e di Magico Vento in particolare, della sua impostazione basata decisamente sul chiaro/scuro (per cui diciamolo, l’aggiunta del colore è inutile se non potenzialmente dannosa).

E aggiunge che colorandolo miglioreranno man mano (i primi numeri in effetti sembrano colorati da Hans l’Uomo Talpa), chiamando “work in progress” quello che io definisco edizioni “ad minchiam”, ma appunto, qui prima si stampa la roba come riesci, poi migliori col tempo, accumulando albi e volumi che intanto ti fai pagare anche se sono venuti fuori male, perché qualcuno che li compra qui da noi lo rimedi sempre!

Avete dato una sfogliata a quell’altro capolavoro di colorazione (a 5 Euro l’uno!), che sono stati i primi numeri di Alan Ford Tutto a Colori della Millevoltemegliopublishing (un nome un perché)?!
Un altro obbrobrio, con le tavole anche scansionate così così, ma la cosa incredibile è che i primi numeri sono andati esauriti e li hanno dovuti ristampare (praticamente tal quali)!

E la collana è già arrivata a 16 numeri (superando pure l’Alan Ford Colore della Corno fermatasi a 15)!!

Non solo, ma già che c’erano sono stati riproposti i primi otto numeri allegati a Panorama a cavallo tra luglio e settembre, stessa colorazione ma differente grafica (e carta patinata), almeno quella un minimo decente, ma così, tanto per regalarci altre chicche colorate (male) di cui si sentiva veramente il bisogno (però pare che nell’edizione di Panorama i risultati finali siano leggermente migliori, se non sei daltonico son soddisfazioni!).

E ho parlato si e no di meno dell’1% delle cazzate editoriali a cui, in anni e anni (troppi! Veramente troppi!), ho assistito, citando case editrici storiche, alcune magari tramontate da tempo ma quasi tutte con esperienza ultradecennale, non certo microscopiche come la Bao (che se può va a stampare in Cina, o riduce, dopo anni, il formato della Lega degli Straordinari Gentleman per valorizzarne i disegni) e le mille altre che infestano il nostro panorama fumettistico ormai da un po’ di anni a questa parte (e che intasano ancora di più un mercato già stracarico di offerte… di dubbia qualità e valore).

Per un attimo ho visto capolavori come Watchmen e V for Vendetta in formato ridotto, cartonati con inutili  sovracopertine e quella patacca di cagnolino sulla costoletta… a prezzi da omnibus, come ad esempio 13 Euro per 56 pagine… ma che caz!!

Che tristezza… e che incubi la notte d’ora in poi!

Mi trovo a dover ringraziare la Rizzoli (no, dico, la Rizzoli di Fulvia Serra!! Aargghhhhh!!), per averceli fatti a suo tempo in fior di volumi con formati e grafica originali, o la Play (no dico, la Play!! Ari-arrgghhh!), per l’unica versione di Watchmen con lo smile in cover (argghhh!!); e che dire quando poi scopro che politiche editoriali illuminate del genere fanno pure scuola presso editori più grossi, come la Panini, che proprio questo mese ci regalerà “Storie d’amore e di sangue” sempre di Moore a 11 Euro per 64 pagine (ma perlomeno in formato comic book!)?

E poi andiamo a dare consigli su prenotazioni e fumetterie va, che c'è tanto bisogno di gente esperta che si vede ne capisce di fumetti…

Ma parliamo ora di quei demenziali “peracottari” dei fumettivendoli (povere bestie, non è certo colpa loro, costretti a scagazzare sugli zerbini altrui perché stressati dalle iniziative burlone e pazzerelle delle case editrici di fumetti nostrane), ovvero del secondo anello della catena; ce ne sono di cose da dire su di loro, e anche sui quei nerdoni dei lettori, ma ehi (e quattro), nulla che non vi sarà rivelato… nella prossima Bat-Puntata!


Stesso Bat-Blog, stessa Bat-Rubrica!


(Ma la scrivo quando c’ho voglia e quando mi pare, non trattenete il fiato nel frattempo!)

17 commenti:

  1. "... ma i 13 successivi di Batman chi li ha comprati?"

    Presente! :(

    Bellissima puntata, da incorniciare parola per parola.

    Cero io lo avevo pronosticato mesi fa che prima o poi avremmo finito con il rimpiangere la Play Press!
    :D

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    1. no, la play no...
      planeta si, play mai...

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    2. Tu quoque Brub! -___-

      Da te non m lo sarei mai aspettato... :-pppp

      Anche a me interesserebbero quei classic della Lion, ma veramente, oltre a una grafica di copertina terribile, che riesce pure a coprire quelle poche cover che pubblicano (pure non fotografate), non si possono veramente vedere sti volumi.

      Ed è un guaio anche quando li trovi a metà prezzo, sempre schifo fanno.

      A sto punto meglio ramazzare gli albi originali, saran stampati male pure loro, ma sempre meglio di sto scempio (e te li dovresti procurare un tanto al chilo, se non guardi tanto al fine/very fine).

      In effetti rimpiangere la Play proprio no, semmai lo smile, e solo quello, della cover del loro volume di Watchmen, purtroppo unica edizione che sia uscita con quella copertina (quindi manco è un particolare merito della Play, ci mancherebbe altro).

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    3. Invece c'è da aspettarselo proprio da un tipo come me, ma questo lo hai capito da un pezzo! :D

      Alla mia veneranda età non ho più, ma ad esser sincero non ho mai avuto, la voglia di girare fiere e fumetterie per procurarmi qualcosa fosse pure più conveniente.

      Preciso che non sono snob e nemmeno ricco sfondato, i miei fumetti comportano rinunce in innumerevoli altri campi.

      Mi piace l'attuale rapporto che ho con il mio libraio che mi conosce, sa cosa prendo a menadito e non mi costringe a fare ordini o sfogliare cataloghi. Vado li e trovo quello che mi serve allineato e coperto da sguardi ed impronte vegetali altrui.

      Ricambio tutto questo con assoluta fedeltà e puntualità di visita e pagamenti ogni venerdì mattina inevitabile come la morte e le tasse, ed aggiungo che oggi come oggi le seconde spaventano più della prima.

      Non so se in una situazione diversa sarei ancora un lettore o collezionista di fumetti, e pensa che il poveraccio manco mi sopporta per interesse, in fondo spenderò poco più di un centinaio di euro al mese.

      Certo pure io sono andato in giro con la mia noticina di arretrati del sempre amato Mister No, ma erano altri tempi, non paragonabili a questo sotto ogni punto di vista.

      In quanto alla Play, dategli tempo agli attuali editori e poi mi saprete dire... XD

      P.s.
      A proposito delle fiere c'è qualcosa che poi non mi torna dato che non ci vado e forse potete illuminarmi su di un fatto.

      Se vado in fumetteria un arretrato, tipo un X-Men, mi viene venduto ad un prezzo normale mentre in fiera, sostiene il mio fumettaro, va via ad un euro o due, a volte con le offerte tipo 5 albi a 3 euri.

      Ergo, se un fumettaro in fiera fa questo per motivi che non conosco e non indago può poi lamentarsi se i suoi clienti annuali sospendono gli acquisti durante le fiere?

      Gli editori si comportano malissimo, ok. I distributori non ne parliamo, ok. Ma i librai?

      A volte mi ricordano quegli automobilisti che sbraitano contro i tir prepotenti sulla strada salvo poi comportarsi allo stesso modo con i ciclisti.

      Siamo sempre meridionali di qualcuno?

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    4. intanto, il tuo fumettaro o sbaglia, o ha detto qualcosa di incompleto. Ha specificato, ad esempio, se nuovo od usato?
      Poi, soprattutto: il tuo fumettaro, ha uno stand, in fiera? No? Sai perché? Perché il 70-80% ALMENO degli espositori delle fiere... non hanno una fumetteria...

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    5. Errore mio, credo si riferisse all'usato ma mi è parso di capire, quelle rare volte che se ne è parlato, che alla fine il discorso riguardasse l'arretrato di magazzino in generale.

      Il criterio utilizzato mi è oscuro, di certo tali sconti in negozio non sono praticati, e non esiste, ad esempio, un raccoglitore con su scritto, che so, "tutto a 1 euro" o roba del genere.

      Sempre procedendo in maniera spannometrica, non sono mai entrato più di tanto nella gestione del negozio né era mia competenza farlo ma posso aggiungere che ho spesso sentito parlare di stand e ho dedotto ne avesse uno anche perché ho sempre pensato che ad una fiera gli stand fossero delle fumetterie.

      A questo punto la domanda nasce spontanea. Chi sono questi espositori se non sono fumetterie?

      Ovvio che parlo di cose che non conosco ma ponendomi delle domande e non certamente pretendendo di dare delle risposte.

      :)

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    6. privati, essenzialmente. Poi editori.

      Cmq, facile trovare offerte a 1 euro o metà prezzo. Ma di alcuni esuberi, non di tutto.

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    7. Privati? Ma allora non ci capisco più nulla. E' un mondo alla rovescia.

      Non trovo giusto che "privati" partecipino alle fiere al pari delle fumetterie. Non è come riprodurre fumettisticamente il rapporto tra lavoro regolare e sommerso?

      Privati che espongono alle fiere, editori che si travestono da distributori, librai che vogliono il reso, edicolanti che lo distruggono...

      Mi gira la testa. Una di queste sere mi toccherà riflettere seriamente sulle mie responsabilità di lettore.

      :(

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    8. "privati", magari con partita iva.
      o magari collezionisti che si liberano di pezzi in esubero. Non so che dire. Anzi, 2-3 cose ne avrei, ma verrei querelato :)

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  2. Attendo con ansia la seconda puntata!

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    1. Salgono le aspettative! :-)

      Aumenta la pressione! :-(

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    2. Pressione? Te la faccio aumentare io!

      Esigo leggere la puntata censurata!

      :D

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    3. Eeeh, questo purtroppo non si può, al momento, fare, però in futuro chissà.

      Il casino, ci tengo a precisarlo, l'ha fatto veramente Francesco, ma a sua insaputa, io per sbaglio sono andato a parlare di una certa cosa proprio al momento sbagliato.

      Ma si tratta di una cazzata veramente.

      Quando se ne potrà parlare, vi verrà un mezzo colpo perchè pensare di avere problemi per una cacchiata del genere vi sembrerà impossibile, eppure... siamo in Italia e ci son o leggi ben strambe, molto più strambe di quanto uno potrebbe pensare.

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  3. ottima disamina, però mi viene da chiedere: questa puntata fantasma esiste veramente? che cosa avrai potuto scrivere di peggio rispetto a questo pezzo sugli editori nostrani per non poterla pubblicare? li hai già massacrati parecchio mi sembra XD
    p.s.: riguardo alle traduzioni sballate della Planeta DeAgostini, per caso avete letto anche il cartonato di Batman: Hush (Jeph Loeb, Jim Lee) appunto della Planeta? la RW lo dovrebbe redistribuire nei prossimi mesi e prima di acquistarlo vorrei sapere se la traduzione è accettabile o meno... grazie :)

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    1. Purtroppo la puntata fantasma esiste veramente, come ho riportato anche sopra, è vero che sembra sempre che scherzi ma stavolta è andata proprio così.

      In effetti per essere cassata non si può che pensare doveva essere tremenda, ma in realtà la vostra curiosità vi ucciderà nel frattempo, immaginando le peggio cose quando poi nella realtà, una volta che verrà svelata, se si potrà fare in futuro, sarà una tale stupidata che non ci crederete (era meglio immaginarsi le peggio cose che l'incredibile, sciatta e scialba, realtà ^___^).

      Sul volume di Hush, personalmente non ce l'ho, e quando uscì ne vidi poche copie in giro, la Planeta stava chiudendo e aveva problemi col distributore, però a spanne, i volumi peggiori erano i primi, col tempo appunto migliorò (una veccchia, vecchia storia), e se ci sono stati dei refusi negli ultimi erano proprio di scarsa entità o totalmente assenti.

      Quindi io sarei abbastanza fiducioso, non ricordo polemiche feroci all'epoca su quel volume, anche se stazionò brevemente sugli scaffali...

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    2. se è così allora sono proprio curioso di leggere questa puntata fantasma... grazie per le dritte su Hush ;)

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