sabato 25 maggio 2013

Fumetteria: parla un cliente



Spesso, anche recentemente, abbiamo parlato di come/dove/quando si apre una fumetteria.
Mai del "perché"... ovviamente, visto che nessuno lo sa.
Follia? Passione? Autolesionismo? Soldi in eccesso e/o da riciclare?
Ma non è questo l'argomento del post che state leggendo.
Dicevamo: aprire una fumetteria. Ne abbiamo parlato in modo serio, talvolta scherzoso (magari qualcuno si è un tantiniello incazzato... ma il "non prendersi - troppo - sul serio" è uno dei pilastri di questo blog...), o facendo anche i conti in tasca a chi ha questo progetto ai confini della realtà.
QUI l'ultimo post in tema (rovistando trovate anche tutti gli altri link).
Recentemente ho ricevuto una bella mail che ho chiesto di poter pubblicare.
E' più o meno in tema, ma con un punto di vista totalmente diverso: quello del cliente.

Eccola.

Ciao Francesco,
ho letto con divertimento i tuoi post dedicati agli editori, ai proprietari di fumetteria, ai franchiser. Credo però ti manchi il punto di vista del lettore, un signor qualunque appassionato di fumetto e che vorrebbe seguire qualche serie senza troppe complicazioni o mal di testa. Appunto.

Dall’alto della mia ventennale esperienza di frequentatore di fumetterie (almeno 8, visto che abito a Milano), vorrei raccontarti come e perché sono diventato un accanito consumatore di cachet:

Quelli che…

Quelli che aprono solo il pomeriggio e solo qualche ora, incluso il sabato, perché al mattino “ho un altro lavoro”.
Quelli che hanno la newsletter, mi scrivono 4 volte alla settimana le loro facezie, ma i cambiamenti di orario di apertura del negozio (4 nei primi 4 mesi di vita…) li comunicano solo con un foglietto appeso alla porta.
Quelli che appendono un orario che dice “apertura ore 9”, poi però arrivano alle 10 e ti dicono “non trovavo parcheggio”.
Quelli che in occasione dell’uscita dei 5 spillati DC della Lion (da me prenotati settimane prima) , mi dicono che hanno tutto tranne Batman e Superman 1 “perché li ho esauriti già ieri”. E allora perché mi hai chiesto di prenotarli?
Quelli che però anche Flash n. 1  l’hanno finito, “ma se tu tornassi nel pomeriggio, ho mandato un ragazzo a Lodi a comprare le copie invendute della fumetteria locale per accontentare i miei clienti”.
Quelli che chiedono di fare la casella per gli abbonamenti, poi però ti saltano i numeri e danno la colpa al “sistema” (distributore comunista?). In questo caso, per “Quelli che”, leggi “almeno tre fumetterie diverse”.
Quelli che devi lasciare la borsa incustodita in un angolo dell’ingresso, e se obietti che hai dentro il computer ti dicono che “non rispondiamo di eventuali furti”.
Quelli che in occasione dell’apertura ti snocciolano baldanzosi i giorni della settimana in cui arrivano Panini, Lion, Magic (”3 corrieri alla settimana!”), poi torni il sabato e scopri che le novità arrivano tutte il martedì successivo. Gli stessi che, ad ogni modo,  comprano solo albi prenotati, mai una copia in più, per cui se voglio acquistare d’impulso uno Spider-man o un Thunderbolts devo uscire dal negozio, attraversare la strada, comprarlo dall’edicola di fronte (giuro!).
Quelli che hanno due negozi, per cui se cerchi qualche novità ce l’hanno regolarmente nell’altro, e se ti interessa se lo procurano per la settimana dopo.
Quelli che la casella non comporta nessun obbligo, però se disdici una qualsiasi serie ti chiedono come mai gli vuoi arrecare un danno visto che loro hanno già prenotato la copia .
Quelli che hanno i commessi, i quali si mettono a litigare davanti ai tuoi occhi, un sabato mattina, “perché le novità a scaffale vanno messe di copertina e non di costa, altrimenti il cliente è cieco e quel che non vede non compra”. Gli stessi che ti avvisano di straforo che la proprietaria è di malumore “perché sono già le 10 di sabato mattina e non ha ancora venduto niente”.
Quelli che se fai domande sulle uscite di Xmen o Spiderman (insomma, i bestseller), ti rispondono di aspettare martedì che torna il loro collega perché loro “leggono solo manga”, e tu ti immagini una Feltrinelli o una Mondadori in cui un incaricato risponda  “leggo solo poesia del Settecento, se vuoi sapere quando esce il nuovo Grisham devi chiedere alla mia collega”.
Quelli che dirottano verso di te, lettore Marvel ventennale,  i nuovi clienti che domandano “quanto durò la tal collana PlayPress” o “fino a che numero John Byrne ha scritto F4”, perché loro “sono un po’ in ritardo con le letture”: quindici anni, ad occhio e croce.
Quelli a cui mandi una mail il venerdi per sapere se sono arrivati alcuni fumetti, e non ricevendo un riscontro vai di persona il sabato per sentirti dire “la mia posta non funziona bene, posso leggere le Email ma non posso inviarne”.
Quelli che aprono una fumetteria di 8 mq, in pratica una cabina del telefono. Gli stessi che la chiudono, naturalmente, entro i sei mesi successivi.
Quelli che (hanno poi chiuso nel giro di un paio d’anni) ti guardano sconcertati quando,  sfogliando le novità a scaffale, hai deciso di comprare alcuni volumi Planeta. Ma come, ti dicono, ne ho acquistate solo 2 copie, e le ho già finite il sabato, così adesso mi tocca riordinarle!
Quelli (o meglio quelle) che se domandi di Davvero, The Boys oppure Secret Warriors, si attaccano al telefono e domandano al marito se ne hanno qualche copia a scaffale “perché è lui che li legge, io tengo solo aperto il negozio fino alle 5 quando lui finisce l’altro lavoro”.

Che dire?
Ora aspettiamo il prossimo punto di vista!

3 commenti:

  1. Leggo ora questo post del blog e non posso far altro che rispondere, visto che mi sento chiamato in causa^^''

    Personalmente ho lavorato per una delle fumetterie tirate in ballo in questa lettera aperta e se da una parte mi sento di dovermi scusare per certi comportamenti inappropriati tenutisi in negozio dall'altra mi sento di dover correggere almeno una cosa tra le lamentele sopra descritte: il fumettaro deve sì cercare di essere sempre informato su tutte le uscite ma non è un superuomo (o superdonna) e non può sapere sempre tutto. Facciamo che il fumettaro in questione sia giovane e sia nel mondo dei fumetti da “soli” 10 anni: già solo conoscere tutte le serie uscite finora in tale periodo e ricordarsele sarebbe un bello sforzo per chiunque (al mese attualmente escono qualcosa come 250-300 uscite ufficiali per fumetteria, senza contare quindi bonelli, disney e altri prodotti da edicola, per un totale di 30.000-36.000 volumi minimo..), figurati provare a conoscere e sapere a memoria anche i volumi usciti in passato! E’ un impresa improba per chiunque e un tale livello di conoscenza si riesce a sviluppare solo dopo anni e anni di passione e permanenza attiva nel settore (mica robetta da tutti, visto che fallire e uscire dal mercato è, come già sottolineato dal buon Antani, parecchio facile). E’ ovvio quindi che quando si è da soli si cerca di specializzarsi nel sapere di tutto un po’ mantenendo delle conoscenze generiche di base (poichè come ha detto lo stesso Antani in qualche post precedente il fumettaro riesce a leggere veramente solo lo 0,01% di quello che vende per cui è impossibile sapere i particolari di tutto, anzi..) e quando si è in più di uno ci si specializza ognuno in un settore per competenza (e anche qui non è che si rimanga completamente ignoranti dei settori di non competenza, ma semplicemente meno informati, visto che se non leggo Naruto/X-Men non posso sapere in che numero muore il personaggio X, ma in entrambi i casi non è che non sappia cosa contiene genericamente la testata). Tralasciando l’infelice paragone tra manga e poesie del ‘700 (perchè evidentemente fatto da qualcuno che legge solo supereroi e che pertanto considera il genere fumettistico giapponese semplicemente sottocultura, cosa che sarebbe facile dimostrargli come errata se volesse provare a farsi avanti facendosi consigliare dal suo fumettaro attuale qualche lettura manga più adulta), il fare richieste come “fino a che numero John Byrne ha scritto F4?” è perciò legittimo per un cliente, ma non è obbligatorio che il fumettaro sappia rispondere.

    Dopodichè è giusto e legittimo provare a fare di tutto per cercare comunque di rispondere a tale richiesta (molte volte il caro google può essere di aiuto permettendo con una semplice ricerca di trovare le risposte desiderate), anche se magari il cliente vuole saperlo solo per poi cercare su ebay il numero in questione, ma non sempre questo è possibile ed imputarla come una grave colpa del negoziante mi sembra un po’ troppo. Va bene cercare di saper tutto e di non essere ignoranti su nulla, ma di Pico de Paperis ne esiste solo uno.. ed è, per l’appunto, solo un caro personaggio dei fumetti.

    Un cordiale saluto

    X


    PS: Complimenti per il blog, ho avuto modo di leggerlo approfonditamente solo di recente ma trovo quasi tutti gli interventi molto azzeccati e pertinenti e mi spiace che la maggior parte siano poco commentati perchè su molti argomenti ci sarebbero davvero da fare parecchie discussioni costruttive. In qualsiasi caso è stato comunque un piacere leggerli e le faccio i miei migliori auguri per la continuazione di entrambe le sue attività (fumettaro e blogger). Un caloroso saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie per il contributo.
      e per il commento finale.
      questo blog, dal punto di vista lavorativo, esiste solo per informare e trovare soluzioni.
      speriamo di riuscirci!
      continua a seguire ed a commentare!!

      Elimina
  2. mi ero perso il post, che dire, ho avuto il 90% delle esperienze sopra descritte (ed anche peggio, tipo propormi altri fumetti a fronte di un fumetto prenotato AL POSTO dello stesso...cioè io prenoto spider-man ed il fumettaro "ti ho preso quest'altro che è simile").

    dovendo rispondere ad anonima, da acquirente mi sono stufato di giustificare chi non sa fare il suo lavoro, io non pretendo che si conoscano tutte le uscite dall'universo ma quando siete dietro la cassa di un'attività dovete offrire un SERVIZIO che vi permetta di far entrare il denaro che ho nel portafoglio nella vostra di cassa, NON DIMENTICATELO MAI, clienti stupidi o meno a questo problema non c'è soluzione.

    RispondiElimina