Abbiamo già parlato di DAVVERO qui, qui e qui.
Un bel progetto online che si è trasformato in una serie cartacea davvero inusuale (e coraggiosa) per il mercato italiano.
News di alcuni giorni fa, dal sito Star Comics:
"ATTENZIONE: a causa di un problema tecnico l’uscita del volume 3 di DAVVERO sarà posticipata al 7 Febbraio 2013.
Anche le successive date di uscita subiranno modifiche: il n.4 sarà disponibile il 24 Aprile 2013 e successivamente la pubblicazione procederà con cadenza bimestrale.
Ci scusiamo per l’inconveniente."
Paola Barbato ci tiene a precisare che: "Questo slittamento è dovuto a delle problematiche tecniche che in nessun modo derivano dal lavoro svolto dallo staff di Davvero, sia a livello di testi che di disegni."
Cosa succede?
Abbiamo aspettato alcuni giorni per trovare risposte, che non sono arrivate.
Per cui, due possono essere le ipotesi.
1-La produzione è in ritardo;
2-il fumetto vende poco, e l'editore è subito passato alla bimestralità confidando che il maggio tempo di esposizione possa portare più lettori.
Altri motivi non ne vedo, francamente.
La logica e l'esperienza non me ne danno di plausibili.
Il primo mi sento di escluderlo. Vorrebbe dire che quanto Paola Barbato ha detto qui sopra è falso, vorrebbe dire che né lei né l'editor Giuseppe Di Bernardo, sono stati in grado di pianificare il lavoro, visto che è quasi un anno che questa serie è in programmazione. Oppure che qualcuno ha mentito.
Ma, soprattutto: se fosse un problema di produzione, riguarderebbe il numero 3, al massimo il 4, e sarebbe recuperabile. Invece, il passare alla bimestralità esclude automaticamente qualsiasi problema legato - ad esempio - al lavoro dei disegnatori. Oltretutto, professionisti stimati come i due autori citati, che sicuramente non vivono grazie alla Star Comics (Di Bernardo insegna e lavora per un certo Diabolik, la Barbato scrive Dylan Dog, oltre a svariati romanzi), non hanno nessun interesse a sparare bufale in rete, proprio perché hanno messo cuore e passione in questo progetto.
Quindi, mi sembra ovvio che la motivazione sia la numero due.
E, mi chiedo: scarse vendite, cosa significa?
Significa basarsi solo sui dati - e forse anche parziali? - del nr. 1.
Significa che si arriva alla figuraccia di rinviare il 3 praticamente a ridosso dell'uscita, pur di risparmiare qualche soldo? Significa investire COSA in un prodotto in cui si crede QUANTO?
E, figuratevi che proponevano tour alle fumetterie. Anzi: qualche incontro l'hanno pure fatto.
Quanto deve investire una libreria per un evento, e quanti numeri sarebbero stati necessari per andare - almeno - in pari con le spese, visto che gli albi costano 2,90 euro?
Allora: chi ci deve credere nei propri prodotti?
E tutta l'attività promozionale svolta in rete, principalmente dagli autori? Interviste, sito, social network, profili creati per i personaggi, video, eventi: perché non dare modo alla serie di crescere, visto che si trattava - una volta tanto - di un progetto di alto livello?
Cara Star Comics: che senso ha continuare ancora coi fumetti italiani, se sei in perdita e se non hai neanche il coraggio di credere ed investire nel lavoro dei "tuoi" autori?
Per cui, due possono essere le ipotesi.
1-La produzione è in ritardo;
2-il fumetto vende poco, e l'editore è subito passato alla bimestralità confidando che il maggio tempo di esposizione possa portare più lettori.
La logica e l'esperienza non me ne danno di plausibili.
Il primo mi sento di escluderlo. Vorrebbe dire che quanto Paola Barbato ha detto qui sopra è falso, vorrebbe dire che né lei né l'editor Giuseppe Di Bernardo, sono stati in grado di pianificare il lavoro, visto che è quasi un anno che questa serie è in programmazione. Oppure che qualcuno ha mentito.
Ma, soprattutto: se fosse un problema di produzione, riguarderebbe il numero 3, al massimo il 4, e sarebbe recuperabile. Invece, il passare alla bimestralità esclude automaticamente qualsiasi problema legato - ad esempio - al lavoro dei disegnatori. Oltretutto, professionisti stimati come i due autori citati, che sicuramente non vivono grazie alla Star Comics (Di Bernardo insegna e lavora per un certo Diabolik, la Barbato scrive Dylan Dog, oltre a svariati romanzi), non hanno nessun interesse a sparare bufale in rete, proprio perché hanno messo cuore e passione in questo progetto.
Quindi, mi sembra ovvio che la motivazione sia la numero due.
E, mi chiedo: scarse vendite, cosa significa?
Significa basarsi solo sui dati - e forse anche parziali? - del nr. 1.
Significa che si arriva alla figuraccia di rinviare il 3 praticamente a ridosso dell'uscita, pur di risparmiare qualche soldo? Significa investire COSA in un prodotto in cui si crede QUANTO?
E, figuratevi che proponevano tour alle fumetterie. Anzi: qualche incontro l'hanno pure fatto.
Quanto deve investire una libreria per un evento, e quanti numeri sarebbero stati necessari per andare - almeno - in pari con le spese, visto che gli albi costano 2,90 euro?
Allora: chi ci deve credere nei propri prodotti?
E tutta l'attività promozionale svolta in rete, principalmente dagli autori? Interviste, sito, social network, profili creati per i personaggi, video, eventi: perché non dare modo alla serie di crescere, visto che si trattava - una volta tanto - di un progetto di alto livello?
Cara Star Comics: che senso ha continuare ancora coi fumetti italiani, se sei in perdita e se non hai neanche il coraggio di credere ed investire nel lavoro dei "tuoi" autori?
Purtroppo la Star c'ha insegnato che le sue produzioni italiane sono solo un hobby, per citare qualche esempio:
RispondiEliminaSamuel Sand (interrotto al 7)
Kepher (interrotto al 4, per di più lasciando il sospetto che fosse una cosa preventivata)
Trigger
e di sicuro altro