lunedì 14 gennaio 2013

Comic House: dove il fumetto è di casa

Daniele Pignatelli e la socia Valentina Maielli,  ovvero COMIC HOUSE.
Sembrano persone normali?

Li conosco da anni, ho una stima grandiosa di loro: sono la miglior fumetteria d'Italia.
Fidatevi e leggete.

Comic House: nel 2011 premio come miglior fumetteria del mondo (!) dei lettori Bao Publishing, nel 2012 premio Leone di Narnia Fumetto per la diffusione della cultura del fumetto. Tutti vi amano e parlano di voi: cosa avete di speciale?
Non saprei proprio. Diciamo che abbiamo da sempre cercato di fare del nostro un lavoro “attivo”, ossia non ci siamo mai seduti dietro al banco ad aspettare che i frutti cadessero dagli alberi. Abbiamo organizzato eventi, partecipato a quasi tutti quelli nazionali, promosso il fumetto al di là del semplice concetto commerciale. Evidentemente, tutto questo alla lunga ha reso.

Vendere fumetti in una piccola città di trentamila abitanti. E viverci.
E farlo senza vendere online.
Come ci riuscite?
E senza nemmeno far fiere, aggiungo! E la città è ancora più piccola (poco più di 20.000!) Ci riusciamo con tanto, tanto lavoro, centimetro per centimetro, cercando quanto possibile di curare tutti gli aspetti della libreria.

Avete molti clienti da fuori Sarzana?
Sarzana è una città turistica, quindi frequentata da gente di tutta Italia. Anche fra i forestieri abbiamo clienti fissi, che vengono a trovarci ogni volta che sono qui, e come bacino di utenza “normale” riusciamo a coprire le province di La Spezia e Massa Carrara, con qualche “excursus” anche verso Genova, Parma e Lucca.

Sono oltre dieci anni che siete aperti, ed avete cambiato sede "solo" una volta. Come vanno le cose, rispetto a quando avete iniziato?
Il negozio fu aperto nel 1989, e io lo gestisco dal 1998. Diciamo che da allora ad oggi, è cambiato praticamente tutto! Le cose vanno meglio, siamo una realtà conosciuta laddove prima eravamo poco più di una curiosità per turisti. Merito anche delle persone che hanno accettato la sfida di leggere qualche libro in meno e qualche fumetto in più!

Il vostro è un modello fantastico: la fumetteria ideale che prospera in provincia, e non in una grande città, dove i costi e la concorrenza sono alti, ma c'è sicuramente anche più utenza.
In realtà, i costi anche qui sono piuttosto alti, e non credo (anche se ti ringrazio) di essere la fumetteria ideale, quella non penso esista.

Cosa vendete? Quali sono i vostri punti di forza?
Vendiamo un po’ di tutto, fumetti, gadgets, dvd, manuali per disegno, t-shirts… Il nostro punto di forza sono quelle che i soliti acculturati chiamano “graphic novels”: nel corso degli anni, abbiamo costruito un pubblico molto attento, paragonabile per certi versi a quello della varia, gente che quando viene da noi vuol vedere le nuove uscite per decidere cosa leggere, esattamente come quando si entra in libreria.

E... cosa vi manca, secondo te?
Ci manca un po’ di spazio, perché ci sono categorie di merce che proverei volentieri (qualche romanzo in più, soprattutto inerente il nostro target), e un sacco di materiale, magari minore ma non per questo meno interessante, che sono costretto a tenere in magazzino.


Incontri con autori: ne fate molti, ad occhio uno o due al mese. Come vanno?
Vale la pena? Il rientro è di immagine o anche economico?
Cerchiamo di non fare più di un incontro al mese, per evitare di inflazionare troppo la cosa e di gravare troppo sui portafogli dei clienti che seguono questi eventi, che al 90% sono sempre i soliti ogni volta. Di solito non vanno male, con punte altissime (quasi 90 persone in un pomeriggio per Zerocalcare!), e una buona media. Io credo che valga la pena, sia per l’immagine, sia per l’investimento che si fa sugli autori. Quando da noi venne Burchielli a presentare il numero 1 di DMZ, le vendite della giornata portarono ad un numero di abbonamenti alla serie più alto di quelli che avrei avuto senza l’incontro, quindi, anche se nell’immediato non sempre c’è il rientro economico, diciamo che spesso i conti tornano sulla medio-lunga distanza. E poi, se smettiamo di fare anche questo tipo di promozione, come qualche autore vorrebbe fare, magari perché infastidito dalla “giornata storta” di qualche collega (che può capitare a tutti!), come si vendono i fumetti? Alle fiere?

Cosa vi piace?
Personalmente leggo un po’ di tutto, non amo particolarmente il manga, con qualche significativa eccezione, ma non ho pregiudizi di alcun tipo. A me piacciono le storie, e il modo in cui mi vengono raccontate. Questo, per me, fa la differenza tra un buon fumetto e un fumetto da buttare.

Quali sono i problemi maggiori che incontrate nel vostro (nostro) lavoro?
Vediamo… disinformazione da parte degli editori, mancanza pressoché totale di promozione editoriale, concorrenza sleale alle fiere, distribuzione assolutamente insufficiente, assenza di reso, strumenti a nostra disposizione, tra web e cartaceo, spesso inutili… devo continuare?

Se avessi i tre desideri del Genio della Lampada, dove interverresti, nel nostro settore?
1) ingrandire la “torta”, che al momento, dati i numeri delle vendite del fumetto in Italia, ha più le sembianze di un pasticcino… sarebbe necessario un tavolo comune, con autori, editori, librerie e tutti gli addetti ai lavori, che si ponessero come problema l’allargamento della base di lettori. Personalmente, credo che il fumetto, per sopravvivere ed allargare i propri orizzonti, debba riuscire ad entrare nelle scuole, sia come possibile lettura, sia come strumento didattico. Da lì, sempre secondo me, si può partire per un consolidamento della base e l’allargamento del fronte dei lettori.
2) la promozione va fatta! E questo lo dico sia agli editori, sia agli autori stessi. Non crediate che, una volta disegnato il libro, o una volta stampato e distribuito, che il vostro lavoro sia concluso. Il lavoro inizia proprio in quel momento, quando il libro va portato per mano, e proposto alla gente, fatto leggere e fatto acquistare. Il libraio non può fare tutto da solo.
3) se davvero avessi un desiderio, ma di quelli grossi, vorrei un distributore che mi permettesse il reso della merce che ricevo, che avesse un magazzino capiente, o che riordinasse il materiale che gli chiedo in tempi accettabili, che risolvesse i problemi che via via si presentano senza bisogno di essere sollecitato più e più volte a farlo, che proponesse promozioni personalizzate e non ridicole, con un catalogo che non mi trattasse come un bimbominkia, ma come quello che sono, ossia un addetto ai lavori, possibilmente con una copia online da diffondere via mail a tutti i miei clienti. Vorrei anche un milione e mezzo di euro, un’auto veloce e un lasciapassare per Cuba. Quale dei miei desideri sarà più facile realizzare?

Augureresti a tua figlia di fare questo lavoro?
Potendo scegliere, anche no… Sceglierà lei cosa fare, senza alcuna forzatura. Se deciderà di fare questo, me ne farò una ragione come (immagino) se la fecero i miei genitori a suo tempo!


Nessun commento:

Posta un commento