giovedì 5 aprile 2012

Articolo 18 ed altre amenità...


Se ne sta parlando tantissimo, spesso a proposito.
L'impressione è che sia un discorso tipo quello sulla legge elettorale: schieramenti predefiniti, ultrà di una parte o dell'altra, ma poca conoscenza reale di quella che è una materia complessa e molto stratificata.
Ma qui non voglio parlarne: questo è solo uno spunto per altri discorsi.
Ovvero: altri diritti che mancano nel mercato del lavoro.

Premessa. Se un lavoratore dipendente viene licenziato, ha delle tutele. Parlo di licenziamento legittimo, o di perdita del posto di lavoro per -ad esempio- chiusura dell'attività. Cassa integrazione, disoccupazione, indennità varie: per tot. mesi è sicuramente "coperto". Certo, poi deve cercarsi un lavoro, ma questo è un altro discorso.
Se un negoziante perde il lavoro perché chiude bottega, ci sono diverse cose da considerare. Sicuramente già da tempo gli affari non andavano, magari l'attività era in perdita. Con la chiusura, avrà debiti da pagare: tasse, preavviso di tot. mesi per l'affitto, fornitori, magari dipendenti. Dovrà sbolognare il magazzino, che il più delle volte è un peso, anche a livello fiscale, dovrà sistemare tante pendenze.
Ecco: questo è il normale "gioco" del rischio d'impresa, e ci sta tutto.

Ma le storture sono altre.
Sono un negoziante da quasi dieci anni, e mi sono accorto da subito di alcune cose assurde, perlomeno dal mio punto di vista. Ovvero: ci sono dei diritti che dovrebbero essere dei lavoratori, punto e basta. L A V O R A T O R I. Lo stipendio fisso è una prerogativa del "dipendente", ma la maternità ce l'hanno tutti, ad esempio.
Ma i lavoratori non sono tutti uguali. Un padre dipendente, ad esempio, ha permessi, giorni e tante altre possibilità che non ha un padre negoziante; lo stesso vale per infortuni sul lavoro, per i quali i commercianti non sono coperti.
Mi piacerebbe che si parlasse anche di misure concrete a favore di altre categorie, oltre ai dipendenti, perché è facile tutelare questi ultimi, riempirsi la bocca di "articolo 18", "licenziamenti" e argomenti simili.
In concreto:
-c'è crisi, si trovano offerte su tutti i beni di consumo: addirittura, oggi, le case costano meno. Gli affitti di locali commerciali, invece, almeno dalle mie parti, aumentano. Il centro sta spopolandosi a favore della periferia, grazie a politiche assurde della locale classe dirigente, e a qualche manovra diciamo "strana" che si vede qua e là. Ecco: aumentare le imposte sui locali commerciali sfitti? Tipo: raddoppiare/triplicare l'ICI?
-ho un negozio e scelgo di riprodurmi: perché non posso fare il padre come un lavoratore dipendente? Perché non prevedere un contratto di lavoro per assumere, part-time o full-time per tot. mesi un dipendente che lavori a posto mio, alleggerendomi carico ed orario, ma a costi agevolati, tipo contributi zero? In tal modo, potrei dedicarmi alla famiglia per un periodo di tempo limitato, finito il quale potrei persino assumere un dipendente che mi ha già dato prova di capacità. Il costo per lo Stato non dovrebbe essere maggiore di quello che presenta un dipendente che usufruisce dei propri diritti come padre, ma di contro si avrebbe una persona impiegata in più, almeno per un periodo di tempo, ed una attività che non deve andare in vacanza forzata o lavorare di meno, ed entrambi pagherebbero più tasse (sul reddito il primo, sul venduto e sul reddito il secondo).
-un negoziante che subisce un infortunio sul lavoro non è automaticamente coperto dallo stesso, come invece lo è un suo dipendente. Questa cosa è fuori dal mondo: che forse la tutela non serve a tutti? Forse un piede rotto di un operaio non è lo stesso di quello di un commercialista?

Una bruttura che ho riscontrato, ascoltando distrattamente i dibattiti in tv, e scorrendo qualche giornale, è la assoluta mancanza di ascolto e di dialogo tra le varie parti, che c'è su questi temi.
Senza andarsi incontro, non si va proprio. E questo vale per tutto, anche per i vari dibattiti su reso e distribuzione che ci sono nel mondo del fumetto...

2 commenti:

  1. Purtroppo l'Italia che sulle piccole realta' tipo la tua o anche la mia si regge sceglie spesso di ignorare qualsiasi tipo di assistenza alla piccola imprenditoria, questo forse per una diffidenza radicata verso quelle ambigue figure, certamente reazionarie, che decidono di non volersi integrare in un sistema precostituito che incasella tutti al loro posto?

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  2. Ehhh, ma 'i negozianti son tutti ladri evasori'. Che diritti vuoi che possano avere, delle categorie COSI' RICCHE?
    Ottimo articolo, al di là della triste ironia. Amaro.

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