domenica 22 gennaio 2012

Intervista a Darick Robertson


Darick Robertson è un disegnatore che mi è sempre piaciuto moltissimo.
Plastico, classico ed espressivo al massimo.
Quest'anno lo abbiamo ospitato a Narnia Fumetto e, con l'intermediazione di Luisa Rosati, successivamente intervistato.
Buona lettura!

Dalle classiche atmosfere supereroistiche, a serie iconoclaste come Transmetropolitan (che stanno -finalmente!- per ristampare in italia) e The Boys: con quali scenari ti trovi più a tuo agio?
Ho apprezzato tantissimo quell'aspetto "anarchico" di Transmetropolitan. The Boys era divertente per via dell'intensità delle situazioni drammatiche e della violenza, ma essendo ambientato nella realtà aveva bisogno di molta aderenza ai riferimenti e alle situazioni del mondo reale; da un punto di vista creativo, ciò mi lasciava meno libertà di fare ciò che mi piaceva e quindi creare nuovi mondi e nuovi ambienti. Ad esempio, disegnare il ponte di Brooklyn che viene ricostruito sullo sfondo mentre due personaggi parlano è una sfida creativa. Creare invece un ponte in base a un mio personale design, in una città dove qualsiasi cosa io immagini è possibile, è libertà creativa.

Ennis o Ellis?
Se posso permettermi di osare tanto, direi che in un certo senso io sono rispetto a loro quel che George Harrison era per Lennon e McCartney. Hanno degli stili e delle modalità di espressione artistica molto differenti tra loro. Ognuno di noi da il proprio contributo a quel che facciamo. Non saprei veramente scegliere tra di loro.

Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono fare questo lavoro?
L'industria del fumetto di adesso è talmente differente a com'era quando ho cominciato io che non saprei veramente cosa dire riguardo alla professione. Da un punta di vista artistico, direi che è più importante raccontare una buona storia, piuttosto che disegnare bene. È più importante disegnare bene, piuttosto che emozionare. Ed è più importante emozionare, piuttosto che esporre una storia e basta. Will Eisner, Wally Wood, Frank Frazetta e Dave Stevens sono ancora gli Dèi del fumetto per me. Studiateli, e imparerete tutto quel che c'è da sapere.

Ora, finita la tua collaborazione con The Boys, a cosa stai lavorando?
Ho intenzione di dedicarmi di più a creazioni originali la cui proprietà appartenga all'autore, e tentare l'approccio a nuovi generi del fumetto. Sto contribuendo con Christos Gage alla creazione di un nuovo universo di supereroi per una miniserie di sei volumi della DC Comics che uscirà quest'anno, e sto anche collaborando con alcuni entusiasmanti nuovi scrittori che hanno avuto grande successo fuori del mondo del fumetto, e che vogliono adesso entrarci.

Come ti sei trovato a Narnia Fumetto? Ti sono piaciute le atmosfere di un evento piccolo ma molto "caldo" (non vogliamo fare doppi sensi col clima della location!)?
Perché dovete torturarmi così? Certo che sì! Sono stato benissimo! Voglio tornare come vostro ospite ogni anno! È stato grandioso e adesso sono frustrato perché so che farete altre fiere senza di me!... Scherzi a parte, è stata un'esperienza davvero fantastica. I fan e tutte le altre persone incontrate sono state generose e amichevoli e a me l'Italia piace sempre tanto. Avendo vissuto a Firenze, quando mi trovo in Italia mi sembra sempre di tornare a dove ho lasciato il mio cuore.

1 commento:

  1. Wood e Stevens ? Avrei detto che hai tempi di The Solution e New Warriors stava tentando una sintetizzare Brian Bolland ! Diciamoci la verità: nessuno desidera davvero far capire al colto ed all'inclita da dove ha pescato i suoi riferimenti. Mia moglie è una ex dj e mi ha detto che Madonna ha dichiarato di aver studiato le performance di Patty Pravo, ma io ho studiato il lavoro della signora Ciccone e sono sicuro che stia tentando una sintesi di Mark Millar e Pander Bros.
    Anche a me piace Darick, ma trovo che The Boys lo stia castrando - le forbici avevano già cominciato ad incidere le sue carni più intime al tempo di quella mini con Castle in Vietnam - e lo stia portando ad allontanarsi dalla sequenza di splash pages con metaumani in spandex che ringhiavano. Sta crescendo, ma nella direzione di disegnare una sitcom alla Sandra e Raimondo. Piani americani e primi piani. Nella direzione opposta sta andando Steve Dillon che nel '94 - dalle colonne di Over the Edge di Hellblazer - lodava la Vertigo perchè poteva fare a meno di disegnare supereroi svolazzanti ( i termini erano + crudi ndr ) e oggi non disegna altro che marcantoni mascherati ( Logan, Nighthawk ).
    Qualche tempo fa la critica televisiva si sperticò in lodi per quel serial in cui Gabe Byrne era il terapeuta di una serie di pazienti ricorrenti. Campo e controcampo.
    Ne parlerò a Garth - frequentiamo gli stessi circuiti di scommesse clandestine sulle corse di scoiattoli in fiamme - perchè mi pare di vedere un possibile sviluppo. Una roba di questo tenore: Sandy e Ray sono la solita coppia di undecover agents ritiratasi dopo una vita di missioni impossibili. Se hai passato decenni lanciandoti senza paracadute nel silos di un missile armato con una neurotossina senziente aliena, quegli eterni pomeriggi a contendersi il telecomando di Sky sono ripieni di violenza repressa. Per i tipi della Dynamite. Darick lo adorerà !

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