lunedì 30 gennaio 2012

Intervista a Carmine Di Giandomenico



Da episodi importanti della vita di quelli che sarebbero diventati Devil e Magneto, ai numeri 500 di Iron Man e 600 de I Fantastici Quattro: come si sta evolvendo la tua carriera?


Evolvendo non direi, in questo periodo: sto vagliando molte cose che mi riguardano privatamente, molti lettori e appassionati possono leggere e farsi un' idea riguardo ad un autore e ai suoi prodotti, che siano di piccola media o grande importanza, e farsi delle idee in merito. Su internet mi si danno appellativi di Maestro, grandioso artista ecc..., ma su che basi? In fondo chi fa questo lavoro perché alla fine è lavoro, è molto più vicino alla figura dell'ARTIgiano, condividendo la riflessione fatta da un mio collega Adriano De Vincentiis, e dell'atteggiamento dei bambini, e dei loro occhi.
Già: un ARTIgiano che realizza prodotti e che li da al pubblico giudizio. E sono i lettori a dover decidere se un prodotto (e quindi una carriera) sia meritevole o meno di un continuo e di una evoluzione.
Quindi sono un ARTIgiano capace di ideare, scrivere, sceneggiare storie e di disegnarsele.
Certamente ho raggiunto obiettivi importanti e anche sentimentalmente viscerali, molto vicini alle mie passioni, vedi
Battl'in' Jack Mudock, pubblicato tra il 2006/2007. Un'opera che ha colpito per via di una trama con un concetto forte, con una idea forte, e una sceneggiatura forte, che mi ha dato la possibilità di realizzare un evento unico nel genere. Successivamente è arrivato Magneto Testament, altro progetto importantissimo, viste le origini di Magneto, e per l'agomento importante che lo scrittore Greg Pack ha trattato con eleganza.
Altro traguado è stato partecipare al
numero 500 di Iron Man e al suo Annual dedicato al ritorno del Mandarino, assieme ad autori importanti della serie. E infine Fantastic Four #600 numero speciale e commemorativo della serie che nel 2011 ha festegiato il 50° anno dalla prima apparizione del gruppo.
Adesso sto lavorando su un'altro piccolo evento rispetto a quelli citati, ma ripeto sono un ARTIgiano e sono chiamato alla realizzazione di commissioni.
Quindi se fino ad oggi ho raggiunto alcuni traguardi è solo per la mia affidabilità ARTIgianale manuale, e la capacità ARTIgianale concettuale nel sapersi scirvere delle trame e sceneggiature. E visto che non guasta di essere capace di poter elaborare anche idee, che possano piacere o non piacere. Quindi la mia carriera evolve a seconda della commissione che arriva e dall'apprezzamento del pubblico.
Ma l'evoluzione della mia carriera ARTIgianale, non dipende solo dal prodotto, ma anche di chi ne parla in giro per strada, e nella pubblica piazza come internet attraverso blog linkati su Facebook o siti. Ma ultimamente, solo in Italia, per quanto riguarda il mio lavoro, non se ne parla un granché, se non una semplice nota a margine, perché parlo così...basti vedere, il trattamento dell'autore italiano su FF#600. Ed è un meccanismo strano che si è sviluppato: proprio nel mio paese, per un prodotto importante come questo, col coinvogimento di questo "ARTIgiano italiano", non è importato nulla ai gestori di siti e blog di spazii comunicativi del settore fumettistico, tranne che per i lettori affezionati che mi hanno dimostrato il loro affetto attraverso mail o interventi nella rete. La struttura d'informazione nazionale no: non come avrebbe dovuto, ma alla fine poco importa...
Personalmente mi è stato rimproverato molto spesso che non parlo abbastanza di quello che faccio e che non me ne vanti abbastanza, ed è per questo che la gente dimentica in fretta. Ma mi chiedo, da piccolo ARTIgiano, se a parlare del mio lavoro deve essere il mio lavoro o la mia faccia? Non capisco, faccio l'ARTIgiano e non l'attore, o il musicista, dove è richiesta la prestanza fisica da bulletto di teatro.
E questa situazione riguardo a FF#600, direi imbarazzante per il mio paese, mi ha fatto capire e sposare la stessa filosofia che ha fatto ritirare Lucio Battisti. Dove a voler far parlare di un autore, non è il suo lavoro, l'operato, ma il gossip e i flame. Ed è per questo che ho deciso di non andare più alle fiere nazionali, non sono io a dover essere venduto, ma il mio lavoro, e chi vuole avere curiosità potrà chiedermele direttamentevisto che mi trovo nella rete.
Certo io sono una testa calda e a volte antipatico, e ridicolo, si ridicolo... ma se delle volte perdo la testa in discussioni sulla rete, è solo perché difendo solo il mio operato e storico professionale, e pretendo rispetto storico professionale, cme io rieptto quello degli altri.
Questa è la mia evoluzione professionale e ARTIgianale, attualmente è portare avanti e difendere il mio lavoro ( solo in Italia), e non riguarda la mia figura estetica o creata.

All Winners Squad, invece, è stata "tagliata". Come ti sei sentito?
Mi è dispiaciuto, e molto visto che avevo disegnato fino al numero 7 completo degli 8 numeri previsti. Però necessità aziendali e il cambiamento radicale degli editor, ha portato a questa triste conclusione, ed è un peccato perchè Paul Jenkins ha scritto un' ottima storia.

E' certo che non la vedremo, anche se l'hai disegnata quasi tutta?
Purtroppo è certo...


Ti definisci artigiano: pensi che ci sia posto per questo aggettivo, in un presente sempre più legato al computer?
Perché no, in fondo alla fine è il prodotto a parlare, non il mezzo che utilizzi per realizzarlo.
Puoi utilizzare qualsisasi cosa per poter comunicare attraverso l'immagine disegnata.
La parola ARTIgiano, parte da un concetto molto profondo, da una mia personale riflessione scaturita dopo aver ascoltato la riflessione di Adriano de Vincentiis..., mi ha colpito, il suo definirsi ARTIgiano..., non ero affato sorpreso, anzi ho avertito che quella parola mi appartenesse, che mi rappresentasse, e che rappresenti tutti i miei colleghi (ovviamente non parlo per loro). L'ho mentabolizzata, ricercata, capendo che mi appartenva sempre di più, si questa definizione racchiude perfettamente il mio ruolo sociale.
E non è denigratoria anzi, come molte menti piccole pensano, al contrario è una presa di coscienza che mi ha fatto capire molte cose, come ad esempio il mio ruolo in quello che faccio e il saperne prendere il giusto distacco, allontanandomi dalle distorsioni che vive il mio ambiente lavorativo, che spesso sente di essere superiore alle altre cose della vita reale, solo perchè vive di sole cose fittizie come la popolarità ricercata a tutti i costi ed eccessiva.
Ma torniamo alla definizione:
Se partiamo dagli inizii la parola "artista", o "maestro", non era strutturata a livello popolare; il popolo l'ha appresa..., ma è stata circoscritta e assegnata dalle lobby del potere, La chiesa e i Nobili, che a seconda del loro divertimento accreditavano ad ARTIgiani di questa investitura. In fondo i Grandi Maestri del passato non sono maestri, e mi spiego meglio: Michelangelo, Da Vinci ecc... hanno sempre svolto lavori su commissione. La loro grandezza è stata solo dopo la scoperta della loro ricerca personale, dai loro studi, bozze, frammenti di riflessioni... tutti elementi di alta espressione.
Loro erano comuni ARTIgiani. ARTIgiani pionieri, nel buttarsi in avventure senza pensarci troppo, di accettare sfide inumane, vedete la Cappella Sistina ad esempio.
Solo per il loro gusto di sperimentare.
Di trovare soluzioni nuove attraverso le commisioni affidategli.
Oppure da Vinci, con la sua catalogazione, appunti sulle strutture animali e della flora, incuriosito dalla forza della vita e dalla sua complessità dovuta alla mutazione della stessa su ogni individuo umano, animale, flora. E alla sua capacità di sognare macchine che potessero agevolare l'uomo. Queste cose li hanno resi MAESTRI, restando ARTIgiani, ma con la curiosità di trovare nuove strade per potersi emozionare.
Ecco perchè la parola ARTIgiani ha le prime quattro lettere grandi, perchè pur essendo piccoli ognuno ha la possibilità di poter creare qualcosa in cui crede, utilizzando tutte le ARTI. E questo non potrà togliercelo nessuno né case editrici e né millantatori. Solo noi stessi.
Lo so Francesco sto sembrando un santone fumato di stupefacenti, ma ultimamente sto ponendomi moltissimi interrogativi, e ricercando dentro di me una nuova sfida una nuova formula per poter tornare ad essere ARTIgiano. ARTIgiano come era mio padre.

Cosa faceva tuo padre?
Mio Padre era un imbianchino, un pittore di restauro edile, ed è stato lui a farmi scoprire il profumo della tempera bianca. O tinta lavabile. Della carta vetrata ecc...
E' stato un uomo che nel suo essere spesso scontroso, aveva delle regole fondamentali, il rispettare la famiglia, soprattutto i figli, gli amici, e per qualsiasi professione, di qualsiasi entità, visto che lui per primo, prima di fermarsi alla professione di imbianchino ha fatto di tutto.
Unico mio peccato è di averlo capito troppo tardi, perché per la prima volta ho scoperto prima l'uomo e poi il padre.
Ma è un' altra storia...
Comunque sia, quando sarà pubblicata la storia di FF#600, anche se non c'è scritto, la dedico a mio padre. L'uomo che con i suoi silenzi ha creduto in questo piccolo, ma piccolo uomo.

A cosa stai lavorando ora, in generale? Puoi farci qualche anticipazione?

Al momento sto realizzando quattro progetti in contemporanea, la conclusione di un progetto aperto, uno per la Marvel, uno Italiano, e la realizzazione di un mio delirio personale su cui sto investendo con le mie piccole forze, e con il tempo ampio,
Oudeis Frammenti.


In cosa consiste Oudeis Frammenti?
Oudeis Frammenti è una follia, un esperimento non dal lato tecnico dell'opera, ma personale, provare a costruire qualcosa con le "sole proprie forze", un qualcosa di diverso dalle solite pagine stampate. E' la trasposizione dell'opera "Oudeis" edita da Saldapress nel 2004, e rivestendola con un'altra formula comunicativa diversa. Che sarà accompagnata da un elemento musicale e recitativo/ vocale attraverso il doppiaggio basato su miei testi. Gli artisti coinvolti sono Luca D'alberto degli Ex-Wave che sta componendone le musiche, e con alcuni interventi in collaborazione con lo stesso Luca di Mike Garson collaboratore storico di David Bowie.
E proprio in questi giorni sono stati definitivamente registrate le voci dei ruoli diciamo secondari, mentre per la Voce di Ulisse, è ufficiale.
Sarà l'attore Mario Cordova, conosciuto sopratutto per aver dato la voce a Richard Gere.

Mostre: in "casa" hai una delle più antiche manifestazioni d'Italia, Teramo Comix. Che ne pensi?
Penso che sia un'ottima fiera, anche se strutturata purtroppo male, non per via di chi l'organizza, ma da chi dovrebbe investire, il comune, e non lo fa. Ed è un peccato perchè la mia Città offre spazi veramente adatti per una fiera molto più corposa e ricca. MA come diceva Ivan Graziani, il Teramano è PIGRO.

Mostre, incontri, eventi nelle fumetterie: se potessi dire la tua, cosa cambieresti?
Come "utilizzeresti" gli autori?
Prima di tutto le fiere le strutturerai separandone alcune sezioni. In primis gli editori da una parte, e gli autori, i creatori dall'altra.
Gli editori separandone le sezioni che producono in toto un albo da quelli che importano albi, e non tutti assieme.
Mentre gli Autori a mio modo di vedere le cose, non dovrebbero essere messi lì negli stand come un teatrino. Se fossi io a dover invitare autori in una fiera, li utilizzerei per raccontarsi, tutti assieme, fare un' assemblea aperta al pubblico, che possano interagire con loro e scoprire gli uomini che stanno dietro ai fogli disegnati, e non utilizzarli come macchine da stampa per 5/6 giorni di fila.
Creare questa sinergia artistica dove gli autori stessi possano scoprire e conoscersi meglio, e non tra piccoli e semplici incontri fugaci mentre si corre tra uno stand all'altro, e dove si parla solo di quello che si sta producendo. Uno scambio culturale tra autori stessi e perché no, direttamente con pubblico, soprattutto scolaresche, o giovani che vogliono conoscere il dietro le quinte di questo mestiere, creando così, anche una formula di comunicazione Culturale.
Immaginatevi un incontro di tre ore Ausonia, Sicomoro, Camuncoli, oppure Brolli, Bilotta, Boselli sulla sceneggiatura, i coloristi con Cosimo Pancini, Fabio D'auria, ecc... ecc..., prendendo anchei letteristi, e fino ad arrivare all'editoria tra vari editori di tipologie diverse, come Bonelli, Panini, Lizard, Saldapress, e anche tra organi di distribuzione, incontri con redatori che possano spiegare ai giovani autori come preparare in book da presentare.
Far capire il lavoro che c'è dietro.
Creare incontri costruttivi con il pubblico senza parlare in formule burocratesi o da divismi, far arrivare un messagio chiaro al pubblico e che possa così conoscere la realtà professionale FUMETTO.
Sarebbe a mio avviso costruttivo. Ma mi rendo conto che è utopia, perché oggi non esiste il "vero" rispetto professionale di chiunque, e si mischiano spesso l'amicizia fittizia con il lavoro; è questi due elementi non concordano a mio avviso, se non si hanno le capacità di scinderle, e se non si ha la volontà di conoscersi e di crescere assieme.
Mentre per gli incontri in fumetteria, lo trovo interessante e stimolante, per gli autori di fumetti si potrebbero accostare agli stadi per i cantanti che devono fare un assolo in pubblico.
Ma anche qui bisognerebbe a mio pensiero migliorare alcune cose, e so di andare contro corrente.
Se una fumetteria decidesse, di avere tra i suoi vari appuntmenti annuali, incontri con autori che collaborano con realtà straniere, Americane e Francesi, Belga ecc... il negoziante dovrebbe a mio avviso acquistare gli albi originali e non quelli italiani.
Perché? perchè è come se si invitasse un cantante per promuovere il suo cd musicale appena uscito, e durante la presentazione gli toccasse firmare delle ottime copie in Mp3.
In più questa scelta potrebbe anche far scendere il gettone presenza in quanto, si va a stimolare l'acquisto del prodotto originale dove l'autore che lavora con realtà editoriali straniere, ne detiene una percentuale sulle vendite. E avrebbe più interesse a sviluppare rapporti con le fumetterie che sviluppano questi tour fumettistici.
Mi spiego, se ci compra un albo di Magneto Testament a me Carmine di Giandomenico non rientra un euro, prende tutto la Panini.
Quindi. sarebbe, credo una cosa molto più giusta non acquistare materiali tradotti, durante la presentazione dell'autore che lavora per realtà non italiane.
Perché far guadagnare una casa editrice italiana, che non aiuta..., mentre lo sforzo economico resta sul negoziante solo, e che investe, e sull' autore che deve perdere almeno tre giorni tra andata e ritorno di lavoro.
Facciamo le cose costruttive, per tutti, e vedremo che si avranno effetti diversi, come ad esempio anche il risparmio da parte del negoziante, e da parte degli autori che saranno molto più disposti a realizzae incontri del genere, perché va a loro lo favore lo sforzo promozionale, e ne avrebbero maggior interesse a curarlo.
E inoltre il lettore avrà nelle mani un albo che potrebbe eventualmente avere un valore nel tempo maggiore, perchè è l'edizione originale e non tradotta.
Il discorso invece resta normale uguale a quello già consolidato per autori che lavorano con realtà italiane.

Vuoi dirci qualcos'altro?
Dico che vi mando un abbracio immenso a tutti quelli che stanno leggendo ora l'intervista ( che sicuramente farà arrabbiare qualcuno o più di uno..., in fondo ogni intervista è come organizzare un matrimonio, trovi sempre quello che ha da ridire... EHEHEHE), e
vi rinnovo l'appuntamento su Facebook il 6 Febbraio, dove risponderò alle vostre domande dalle 20:00 alle 22:00, in incontro con i lettori (diciamo) in diretta. Aperto alle vostre curiosità. Non saranno considerati flame, ai quali non si daranno risposte. Inoltre se volete inviatemi attraverso messaggio privato su Facebook vostre foto con l'albo di Battlin' Jack Murdock in mano, in qualsiasi posto vi troviate, in ufficio, all' aperto, dove volete, Ne saranno selezionate tre che faranno da copertina alla discussione in rete. Meravigliatemi con il vostro estro.


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