giovedì 24 ottobre 2019

Saper rallentare per non morire

Proprio ieri leggevo questo pezzo di Pasolini*.




Qualche mese fa, facendo una riflessione con lo staff del negozio, abbiamo deciso di rallentare le spedizioni del negozio: siamo veloci, velocissimi, spesso spediamo il giorno stesso ordini arrivati alle 17... ma tutto questo porta a grossi rischi. Di errori, perché più corri e più sbagli; di lavorare male per il negozio, perché se ti interrompi o comunque alterni lavoro ordinario con le spedizioni perdi tempo e dedichi meno cura a quello che è più importante.

Far arrivare una spedizione un giorno prima, con dentro l'oggetto sbagliato, crea solo problemi e non serve a nessuno: statisticamente sbagliamo pochissimo, ma quando corriamo e aggiungiamo pacchi al pomeriggio, la percentuale sale. Il che significa che puoi stare attento quando vuoi, ma è chiaro che rischi di offrire un disservizio al cliente per favorirlo in quella che alla fine è una piccola cosa.

Ma il punto è un altro: grazie ai megaportali di vendite online, ci siamo abituati ad avere tutto prima di subito. Acquisti qualcosa la sera a casa, e la hai il giorno dopo! E se non succede, ti lamenti.
Ieri un cliente si è stupito perché la collana Super Eroi Classic allegata a qualche quotidiano, esce in fumetteria con due mesi circa di ritardo rispetto all'edicola: ma sono storie di quaranta anni fa, quasi cinquanta, possibile che sia così urgente averle?

Su questo presupposto, ovvero la necessità di avere qualcosa subito, prima degli altri, magari solo per postare una foto sui social, si basa il successo dei vari portali online, che ti viziano, ti portano a comprare "con un click", ad andare nei negozi per fare foto ai codici dei prodotti, confrontando il prezzo col loro che è necessariamente più basso perché - tra le altre cose - non pagano l'esposizione dello stesso e quindi non hanno quei costi che il venditore "fisico" deve supportare... moderna versione dello sgomitatore sociale, che non esita a passare sul corpo degli altri per arrivare primo.

Meccanismi che danno sempre ragione al cliente, specialmente quando ha torto, che sono realizzati con un metodo che scippa il presente, figuriamoci il futuro...

Situazioni di cui fa parte anche Lucca Comics: un evento, L'evento del fumetto.
Lo diceva bene una decina di giorni fa Gianfranco Manfredi.




Un sistema che danneggia tutti tranne editori e distributori.

E arricchisce solo la città di Lucca e chi organizza la manifestazione.

Impoverisce chi vive di fumetto, come le librerie specializzate, costrette ad inseguire una distribuzione folle che li riempie in poche settimane di quanto dovrebbe uscire in mesi e mesi - ed è invendibile perché la maggior parte dei clienti è a Lucca o raccoglie soldi per poterla affrontare - e che andrà pagato; chi i fumetti li compra, legge e colleziona, che si sente in dovere di partecipare a quel circo, con tutti i costi che questo comporta.

Allontana per una settimana, ma con conseguenze medio-lunghe, l'attenzione commerciale dei fornitori dai venditori, tagliati fuori da ogni logica distributiva: in sintesi, distrugge il tessuto dei negozi che, ogni giorno, per trecentosessantacinque giorni l'anno - non cinque! - crea quel legame editore-fumetto-cliente che permette al settore che non è prospero, non è ricco e non ha un equilibrio, di produrre ed andare avanti.

Il "sacro poco" del mondo del fumetto.




*Ah, in realtà il testo qui in cima non è di Pasolini, eh...
Ma d'altronde, vista la bellezza del contenuti, è così importante?

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