mercoledì 20 luglio 2016

Arretrati e Bonelli: una piccola riflessione

Una riflessione, forse banale, che sicuramente in molti avranno già fatto.

Un paio di anni fa, uscì Adam Wild, una nuova serie Bonelli, appartenente al genere dell'avventura classica, alla "Mister No", si disse all'epoca.
Di Gianfranco Manfredi avevo apprezzato moltissimo Magico Vento, oltre alle due miniserie dedicate a Volto Nascosto (più la prima che Shangai Devil, se devo dire): trame solide, belle storie, disegnate in modo classico, a volte non eccelso. Ma Manfredi è uno di quelli capaci di catturarti con storie ad ampio respiro, di quelle che, quando le leggi, sai che chi le scrive sa dove vuole andare a parare: tredici anni (ed oltre) di una serie come Magico Vento, non si improvvisano.
E poi c'è sempre la Storia, quella vera, anche se meno importante di quella raccontata dai libri: indiani d'America, Africa nera, luoghi periferici rispetto a quanto abbiamo letto e studiato a scuola, ma stimolanti e perfetta ambientazione per l'avventura "vera".

Insomma: sfogliai il primo, ed iniziai a leggerlo.
Non mi convinse del tutto, tanto che non lo finii.

Ma mi ripromisi di riprenderlo.


Il problema si è posto quando ho deciso di riprovarci: erano passati dei mesi, e non avevo la possibilità di procurarmi gli arretrati. In un blocco di albi usati che mi avevano portato in negozio trovai i primi tre, li lessi, e stavolta riuscii ad appassionarmi.
Ma la difficoltà rimaneva per i successivi.

Gli albi Bonelli vengono venduti in fumetteria da sempre in modo un po' clandestino, se mi passate il termine. Il distributore li prende dal suo omologo dell'edicola, e li vende alle librerie specializzate con uno sconto ridicolo. In genere, arrivano con la prima spedizione utile dopo l'uscita, quindi in ritardo di alcuni giorni.

L'orrendo trattamento economico, fa si che le fumetterie li acquistino on demand o quasi, per fornire un servizio al cliente. Succede raramente, ma può capitare che un albo salti o che, se lo si ordina con scarso preavviso, non arrivi.

E lì scatta la seconda possibilità di distribuzione, ovvero come arretrati: tutto il catalogo da edicola della Bonelli è ordinabile liberamente e con uno sconto decente, quando sono passati sei mesi dalla data di uscita. Non che i distributori siano così solerti ad adempiere, visto che spesso di mesi ne passano ben di più, con albi arretrati che sfiorano l'anno... però il servizio esiste ormai da anni, ed è comunque un aiuto per le librerie.

Ma il problema si pone, eccome: perché una volta terminate le quantità delle novità, o si ordina l'albo al servizio arretrato Bonelli (nettamente migliorato, ma conosco decine di clienti che non gli si rivolgerebbero mai per quanto storicamente lento e macchinoso sia stato), oppure si aspettano i sei mesi per averlo in fumetteria, comprando nel contempo gli albi successivi appena escono, per non perderli ed esser successivamente costretti acquistarli con le stesse modalità. Per fare due conti: una volta presi i primi tre di Adam Wild, visto che la serie era al numero 12 circa, avrei dovuto comprarli dal nr. 13 mano a mano che uscivano, aspettando più o meno fino al 18 per poterli leggere, visto che a quel punto avrei avuto - forse - tutti gli albi che mi mancavano fino all'11: una modalità di acquisto macchinosa ed improponibile ad un cliente, che solo un lettore ed appassionato d'altri tempi potrebbe pensare di poter attuare, nell'epoca in cui si vuole tutto e subito.

Tanto è vero che, personalmente, me li sono presi tutti in blocco, usati, ad una fiera: cosa difficile da fare coi bonelliani recenti, visto che, col calo delle vendite, non sempre si trovano usati ed a buon prezzo. C'è internet, ma anche qui il discorso si ripete: i Bonelli costano poco, usati meno... le spese incidono molto, ed inoltre c'è la difficoltà di trovarli tutti.

Quello che mi chiedo, da libraio a fumetti è se, in epoca di tirature basse, anche Bonelli possa continuare a rinunciare a queste vendite, alla possibilità che una facile reperibilità degli arretrati, "crei" nuovi lettori, fiduciosi di poter trovare all'interno delle librerie specializzate, non tanto e non solo l'ultimo numero uscito, quanto tutti gli arretrati per poter completare una serie, o continuare a leggere le storie di un personaggio magari conosciuto per caso. In modo facile ed immediato, un acquisto quasi impulsivo, contrapposto alla necessità di aspettare mesi, o di ordinare online - cosa cui non tutti sono avvezzi - e che potrebbe portare qualche nuovo lettore.

Il che, in tempi di vendite in continuo calo, potrebbe non essere un cattivo risultato...


Ah: Adam Wild chiude col 26. Peccato, davvero.

14 commenti:

  1. non avere subito gli arretrati in fumetteria da parte i bonelli è veramente una seccatura. mi è successo con lukas. dopo che è stato reso disponibile, attendere 3 mesi per un numero... troppo!
    adam wild è molto bello, sia per la scelta dell'ambientazione delle storie, sia per la capacità di manfredi di saper raccontare belle avventure. forse a torto, ma il modo di scrivere di manfredi sia in adam wild che in shangai devil, mi ricorda salgari

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  2. Peccato? E perché? Noi riteniamo che la chiusura di Adam Wild sia un fatto positivo per i seguenti motivi: 1) è una serie di sinistra (contiene messaggi politici di sinistra); 2) è basato sullo stereotipo del bianco furbo che va a liberare i non bianchi che non sono in grado di liberarsi da soli; 3) tratta di fatti storici e come ben sai, l'ignoranza dei lettori consiglia di non sprecare soldi in prodotti come questi (condannati ad avere una platea ridottissima); 4) lo stile di Manfredi non è coinvolgenti e le sue "trame" non ci hanno mai convinto, poco articolate e con personaggi non molto caratterizzati. Si, Adam Wild chiude con il numero 26 ed è un fatto positivo per tutto il fumetto italiano, secondo noi. I lettori sono affranti? Noi siamo contenti! http://comixarchive.blogspot.it/2015/11/adam-wild-chiude-con-il-numero-26.html

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  3. Da che pulpito... parli proprio tu che vivi in un mondo virtuale di pseudo-editori che non comunicano, di distributori che distribuiscono quando gli pare e di editori che, dopo avere capito che le fumetterie sono finite, vi hanno voltato le spalle. Tornando OT, non gli è bastata. Nel 2017 vogliono pubblicare una serie di Mercurio Loi ambientata nel XVI secolo affidata a Bilotta che, tra una pagina e l'altra, ci infilerà occulti omaggi a Marx e al comunismo (avrai letto Dylan Dog n. 356, giusto?) con tre secoli di anticipo. Quelli si che sono fumetti che, secondo noi, non dovrebbero mai uscire. Scommettiamo che ci vedrai una trama solida come in Volto Nascosto?

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    1. Bilotta è uno degli sceneggiatori italiani più in gamba. Detto questo, a proposito di realtà, non sono io che vado in giro con pseudonimi come un troll, guarda...

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  4. Su Bilotta esprimi il tuo punto di vista, che qui non condividiamo. Bilotta, secondo noi, è uno degli autori di sinistra che più di altri inserisce messaggi politici nelle sue opere, che, come trama e livello dei testi, non ci hanno colpito. Passi anche l'aspetto politico, ma, ribadiamo, è proprio lo spessore di testi e trame che lascia perplessi. I troll non esistono. Si tira fuori questa parola quando non si hanno argomenti come adesso nel tuo caso. Ed è anche comprensibile il tuo atteggiamento. Che fine ha fatto l'afui? Immaginiamo che la recente trovata della Panini (Panini Point) di creare un canale privilegiato con le edicole ti abbia fatto finalmente capire che il mondo fantasioso dei "negozi specializzati" sia giunto alla fine ora che anche gli editori-distributori vi hanno voltato le spalle. Già ai tempi della Planeta era chiaro che per simili circuiti non ci sarebbe stato futuro. Il discorso che fai sugli arretrati Bonelli è del tutto fuori dalla realtà. Ma lo sai che sulle bancarelle dell'usato i fumetti bonelli vengono venduti, se va bene, a 0,50 € l'uno o addirittura a 0,10-0,20 € al chilo?

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    1. Non sei un troll: SIETE troll. Al plurale, come Legione o Morla...
      Se mi indichi dove li trovi a 10 cent a kg, ti ringrazio per la segnalazione!!

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  5. Nei mercatini, soprattutto delle località balneari. Comprare fumetti Bonelli arretrati non ha alcun senso. Perfino se vai nei mercatini dei forum o sui gruppi FB trovi gente che, specie dietro trattativa privata, te li dà a 0,50 € o anche meno al pezzo. Tu vedi troll. Noi vediamo un sito che a volte pubblica qualche pezzo interessante, ma non si occupa di altro. Ad esempio, ti sei mai chiesto se gli editori pagano i collaboratori e altri addetti ai lavori?

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    1. me lo sono chiesto e mi sono dato delle risposte. E dovrei fare un post in base alle voci che girano?

      ps: sto ancora aspettando l'indicazione per i "10 cent al kg"...

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  6. Non appena ci capita l'occasione ti mandiamo una foto via mail. Sui collaboratori non pagati scoppiò uno scandalo nel 2010. Te lo ricordi? Il famoso caso dei traduttori non pagati? Dopo sei anni la situazione è peggiorata.

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    1. se ne parlò, ma tutto finì lì.
      Devono essere i diretti interessati a dire la loro. La tua ultima affermazione che fonti ha?

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  7. Fonti private. Oggi è facile trovare traduttori non pagati che pagati (malissimo). Sono i riflessi del crollo delle vendite che ha colpito in modo devastante il settore comics in questi anni. Siamo curiosi di conoscere l'epilogo della parentesi Lion.

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  8. Insomma... poi ci sono segnali precisi. Ad esempio, quando un editore cambia tutta la sua "pianta organica" e all'improvviso vedi tutti nomi nuovi, devi porti due domande: perché i vecchi se ne sono andati; se i nuovi saranno pagati. A margine, esiste una logica precisa in tutto questo che a molti sfugge.

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