Giocaperugia è andata come doveva andare.
Male, come vendite.
Perché ci sono andato, allora, con lo stand?
Semplice: perché, pur essendo una fiera dedicata ai games, è stata organizzata in uno dei punti più trafficati del centro italia, ovvero la Rocca Paolina di Perugia. Scomoda finché volete, ma snodo essenziale del centro della città, punto di passaggio indispensabile per andare e venire dal corso, con le sue scale mobili alternative alle terribili salite che ben conosce chi vive o ha magari fatto l'università, come il sottoscritto, nel capoluogo umbro.
Quindi: grande traffico, possibilità di affari, di pubblicità.
Lo stand, con materiale mirato, ben illuminato.
E' andata male, ma faceva parte del gioco: se non investi in termini di soldi e fatica nei progetti, nella promozione, non vai lontano.
E qui torna una vecchia riflessione: ci chiedevamo proprio su queste pagine virtuali, un anno fa, chi promuovesse il fumetto, in Italia.
Perché, diciamocelo: se al mio posto - non uno qualunque, ma quello di maggior passaggio - ci fosse stato un distributore e/o un editore, magari con qualche disegnatore, con qualcuno che dava volantini, magari qualche omaggio, sarebbe stato un lavoro promozionalmente inutile?
Lucca è passata solo da due settimane, altri scenari commercialmente validi si apriranno a breve (leggasi: NATALE, periodo di maggior spesa per chiunque, che puntualmente non viene sfruttato nel nostro settore).
Possibile che le piccole fiere non vengano usate per la promozione dai distributori, o dagli editori, almeno quelli locali?
Cosa fanno, questi signori, per il fumetto?
Possibile che chi è "avanti", da questo punto di vista, sia lo staff di SPLATTER, che da settimane si sta sbattendo su Facebook, in giro per l'Italia, ed ha fatto un vero show a Lucca Comics, per spingere i propri fumetti?
Due parole, infine, sulla manifestazione.
In una location bella e scomodissima (il castello di Napoli o la rocca di Narni, in confronto, ve le sognate), senza praticamente contributi pubblici, un pugno di ragazzi ha allestito e realizzato un piccolo gioiello, nel modo in cui si fanno le piccole fiere: con passione. E competenza.
Sta, poi, alle autorità locali, e magari a qualche raro privato illuminato, non far morire queste esperienze. Farle diventare un "lavoro vero".
Esperienze che, a livello locale, sono SI promozione. Promozione e pubblicità vera.
E senza promozione, senza pubblicità, senza "spinta" il fumetto, come qualsiasi altro prodotto, è destinato a sparire. Speriamo, almeno su questo, di essere tutti d'accordo.
ps: una fiera in cui ti aiutano con carico e scarico, nella quale l'organizzazione non si liquefà un minuto dopo la chiusura... dove la troviamo, nel fumetto?
Giorgia Cosplay e il Trono di Spade. Ah... il fumetto de L'Uomo Ragno è il mio :) |
Mi spiace che le vendite non siano andate bene a Giocaperugia. Ma, come tu stesso hai ammesso, il punto debole di queste manifestazioni è la promozione, che, in questo caso, equivaleva a promuovere non tanto il singolo albo, ma il fumetto in generale. A che serve, infatti, scrivere "sconti del 50%" se nessuno è interessato al fumetto e non conosce nulla del fumetto? La responsabilità non è tua e nemmeno (aggiungo io) delle Istituzioni (che non esistono più se non per i rimborsi pubblici con cui viene foraggiata la corruzione politico-amministrativa italiana), ma delle case editrici che ormai coltivano solo il loro orto, cioè quel piccolo numero di lettori che giustifica la loro esistenza. Ecco perché, anche in altri interventi, ho auspicato un totale rinnovamento del tessuto editoriale italiano attraverso l'uscita di scena degli attuali protagonisti.
RispondiElimina[OT]
RispondiEliminaCom'era la Giorgia nazionale?
E il Decolletè?
Ah ah ah... Immagino spettacoloso
[\OT]
Ciao
Sono un gentleman.
EliminaCerte cose non le guardo.
'__*
Ah ah grande Francesco...
RispondiEliminaCiao ; )
Si, ma le foto?
RispondiEliminaLe hai fatte le foto a Giorgia Cosplay?!?
Dai, non lo diciamo a nessuno :-))...