sabato 6 ottobre 2012

Chi promuove il fumetto?

Ovvero: una breve riflessione a margine di Tiferno Comics (oggi e domani)...




In passato, a proposito di promozione, abbiamo parlato della Lion e del New 52 in italia; qui, invece, sul blog dell'amico Stefano, si parla della del marketing legato all'iniziativa AVX negli USA.

In Italia il fumetto non viene "spinto" quasi in alcun modo.
Per promozione, intendo qualcosa che vada un po' oltre l'obiettivo di vendere il singolo prodotto: il Free Comic Book Day, cui gli editori non hanno mai creduto, ma che negli USA è un vero evento, il BD Day, spentosi dopo un paio di edizioni, il Comics Day, organizzato da Lucca Comics, tra le polemiche, e subito sparito.

Facevo questo ragionamento mentre partivo per Città di Castello, dove si festeggia il decimo anniversario di TIFERNO COMICS (fiera che abbiamo recensito anche lo scorso anno), e mi domandavo perché, se l'obiettivo di editori e distributori, quando partecipano alle manifestazioni, è (almeno ANCHE) quello di promuovere i propri prodotti, non si trova mai nessuno di loro alle mostre di medio/piccole dimensioni. Milano, Torino, Napoli, Roma sono belle piazze, ma anche città piene di fumetterie: a decine.
Ha senso andare a proporre prodotti che sono già presenti, o perlomeno in arrivo, ma le cui vendite vengono tolte ai negozi, che già svolgono -a fatica- tutta l'attività promozionale che possono presso la propria clientela?
Soprattutto considerando che né le fiere, né gli editori spingono i propri punti vendita.

Quando ho organizzato Fumetterni, fiera piccola a due passi dal mio negozio, in una città di poco più di centomila abitanti, ho risentito del calo delle vendite per tutto il mese. Figuriamoci in città molto più popolose, ma anche con decine di negozi, ed editori impegnati a portare più novità possibile.
Dicevo, quindi: non vale di più la promozione fatta a Città di Castello, in una regione con sole tre fumetterie? O Lanciano, o Teramo, in regioni (REGIONI, non città) che contano meno di una decina di librerie specializzate?

In proposito, ho sempre apprezzato l'onestà di W.R., distributore di scatole e buste per fumetti: vende al pubblico allo stesso prezzo consigliato ai negozi che rifornisce, senza mettersi in concorrenza con gli stessi. Anzi: sia sul sito che alle fiere cui partecipa (e ne fa TANTE, quasi TUTTE, visto che il loro scopo è anche quello di spingere il proprio prodotto), pubblicizza i negozi della zona in cui si svolge la manifestazione che si riforniscono direttamente da loro. Come a dire: hai comprato da me, ora il mio prodotto lo trovi qui; questo perché, il loro obiettivo, è fare distribuzione, non vendere direttamente.
Allo stesso livello, Grifo Edizioni e, in misura minore, Tunue, che girano anche per le realtà più piccole per farsi conoscere. In proposito, qui abbiamo intervistato il titolare di Grifo, Mauro Paganelli, una leggenda delle fiere italiane.

In tutto questo, resta l'incredibile impegno delle librerie specializzate sul territorio (di competenza e non solo, visto che le fumetterie sono le uniche, insieme ai privati a fare le fiere piccole): un lavoro unico che, sicuramente, darà frutti nel medio e lungo periodo, frutti che magari verranno raccolti da altri.

Resta l'amaro in bocca perché, alle fiere, sugli allegati editoriali e in tutte le altre iniziative promozionali,  il lavoro di "spinta" del settore librario fatto da editori e, soprattutto, distributori/grossisti, è praticamente nullo, tranne sporadiche eccezioni...

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