martedì 20 marzo 2012

La novità del manga

Stavo guardando, oggi pomeriggio, le cover di questi due capolavori del fumetto.
Quanto sono simili, quanta poca inventiva ci sia.
E riflettevo.
Il manga, nella sua piena esplosione, è arrivato in Italia a fine anni '80.
Ha conosciuto uno dei suoi più grandi referenti italiani con la Granata Press, fallita -se non erro- nel 1994: materiale quasi tutto ristampato ma ancora ricercato da molti per la cura editoriale.
L'espansione c'è stata con Dragon Ball e la Star Comics, quindi Planet Manga con Berserk e tantissimi altri titoli. Oggi JPop, GP, Kappa/Ronin, Flashbook, RW/Goen, Magic Press, Hazard, D/Visual (c'è? è viva? E pensare che era stata una realtà davvero interessante per proposte ed edizioni...), e scusate se me ne scordo altre dieci, di case editrici. Ma dove sono i titoli di qualità? Dove sono quelli belli ed interessanti? Non parlo di capolavori: Urasawa, Taniguchi sono top player, non sono nella media e non fanno media, così come negli anni '80 Moore e Miller non erano la media dei comics.
Dove sono, dicevo, i titoli accattivanti? Il futuro è dei cloni del solito shojo o del manga d'avventura adolescenziale?
Cosa c'è di interessante, a parte nuovi e vecchi editori che si buttano continuamente sul manga, come se questo potesse garantire automaticamente le vendite?

5 commenti:

  1. Effettivamente questo è il "genere" abusato per eccellenza.
    Vi sono, credo, diversi titoli interessanti (poi ovvio, va in base a quel che uno cerca) ma di certo la quantità di materiale pubblicato è troppo vasta (pur rimanendo una bassa percentuale rispetto la produzione nipponica), a discapito spessissimo di un profilo qualitativo almeno notevole...

    RispondiElimina
  2. C'è da aggiungere, però, che è vero che dalla copertina sembrano simili, ma "Strobe Edge" è lontano anni luce da "Namida usagi", non fosse perchè si tratta di due manga rivolti alle ragazzine, che per vendere devono rispettare certi canoni almeno estetici, c'è un abisso tra i due: "Strobe edge" è un capolavoro di narrazione sentimentale e adolescenziale e se io avessi 14 anni diventerebbe il mio manga preferito. L'altro è una storiellina come ce ne sono tante, tutte uguali.
    Con questo vorrei anche dire, però, che effettivamente ormai i manga sono tutti identici e solo le opere dedicate ad un pubblico "adulto" si salvano, ma il problema è che ormai si importa tutto indiscriminatamente, mentre ci vorrebbe maggior selezione.

    RispondiElimina
  3. Hai perfettamente ragione! e sai cosa penso poi? che quando in Italia arriva uno shoujo un briciolo più strutturato del solito (Strobe edge) e non incentrato sulle tematiche smut che tanto (orribilmente) hanno preso il sopravvento nella distribuzione italiana degli ultimi anni, ecco che molti finiscono con l'inneggiarlo senza dargli il giusto peso: è una commedia romantica graziosa ma senza troppi meriti.
    Sarò io ma a me sembra troppo facile così e mi viene da canticchiare la canzoncina "Ponziponziponponpò! ti piace vincere facile?!"
    E' tutto un gran calderone e se devo essere onesta credo di poter contare si e no 4 shoujo ora in corso veramente validi: Nodame cantabile, Kuragehime, Piece e Maya (nonostante ultimamente sia diventato una mezza telenovela, si porta comunque sulle spalle 30 anni di onorato servizio). E' un pò come voler cercare in libreria un fantasy degno di questo nome: prima devo navigare nel fiume dei vari libri su vampiri, lupi, angeli, fate e co e poi forse se sono fortunata qualcosa di interessante lo becco!
    Oltretutto, opinione personalissima, mi spiace un pò vedere una casa come la star comics che dopo la Granata è stata la prima a portare in italia manga belli e interessanti (Rough per fare un esempio), crollare a picco contro tutte queste neo case-editrici, che sicuramente hanno saputo cavalcare l'onda, ma non sempre hanno portato manga validi.

    RispondiElimina
  4. @Nino: il problema è di immagine. Capisco che il genere sia quello, ed il pubblico pure, ma certi prodotti sono presentati male, e non emergono.

    @gigi: star è la storia del manga.
    ma ultimamente fatico a trovare titoli decenti anche nella loro checklist...

    RispondiElimina
  5. Beh, il problema è che negli anni '90 si poteva pescare in 40 anni di produzione manga. Magari qualche genere inizialmente veniva ignorato (gli shojo arrivarono molto dopo mi sembra, gli shonen-ai a 2000 inoltrato), ma i titoli scelti erano quasi sempre di prima qualità.
    Aggiungi a questo la relativa lentezza di uscite in originale (un volumetto takobon all'anno quando va bene), e avrai i due motivi principali della "crisi" attuale.

    Serie complete inedite ce ne saranno ancora molte, ma tra queste non credo ci siano molti potenziali best-seller.

    RispondiElimina