mercoledì 6 maggio 2020

Quello che noi subiamo.

Potrei fare il blog solo con le vostre segnalazioni, per le quali vi ringrazio continuamente...

Dalla pagina FB di Panini Comics.




Partiamo da un presupposto: chi è social media manager di una pagina social di una azienda, o comunque può postare con l'account aziendale, legalmente e moralmente E' quell'azienda.
E' un concetto così semplice, che è quasi difficile da spiegare: qualunque cosa tu scriva a nome dell'azienda, SEI l'azienda. A meno che, certo, tu non abbia rubato l'accesso o lo faccia comunque in modo illecito.

Lo stesso vale per un dipendente del negozio: se sta al pubblico, rappresenta l'azienda per cui lavora in tutto e per tutto. Con una differenza: ci mette la faccia, a differenza di chi posta su una pagina social.
Infatti, quest'ultimo, se non si "firma", è comunque "nascosto" dall'account aziendale, e quindi non è visibile come singolo: magari sono più persone, una squadra. Ma postano come una sola persona.
Come "azienda".

Per questo un colosso come Panini Comics non potrà mai dirti di ignorare quanto scritto sulla sua pagina, o provare a sminuirne la portata. Perché non sarebbe corretto farlo: chi ha quella responsabilità, deve prendersela fino in fondo, e il datore di lavoro deve accertarsi che chi ha quel ruolo sia corretto, capace, e abbia tutti i requisiti per farlo. Ruolo difficile e delicato, va detto.


Per questo, quando ho letto quella affermazione, un paio di giorni fa, mi sono notevolmente - eufemismo - arrabbiato. Parlando della legge sul prezzo dei libri, un editore non può dire "la subiamo". Perché è populista: una legge si rispetta, non si "subisce".
E una legge che è stata ottenuta a tutela di un settore, si studia, si conosce e si RISPETTA.

Ma partiamo da lontano: quando Panini Comics ha annunciato sei mesi fa un notevole e percentualmente mai visto aumento dei prezzi, che fece infuriare clienti, fan e chi più ne ha più ne metta, il sottoscritto difese l'editore:

Francamente, penso che la risposta sia stata tardiva e in alcuni passaggi poco chiara.
Però è la risposta di Panini Comics, ovvero il soggetto che produce proprio quei fumetti che stanno per aumentare: tanti commenti - che non andrebbero mai letti, lo so - sono peggiori di gran lunga non del post, ma degli rincari stessi.
 
Il prezzo lo fa chi vende, quindi si può criticare l'editore per molte cose, comunicazione inclusa, ma non per gli aumenti stessi: non ha senso. 
I prezzi aumenteranno, e per le ragioni indicate dall'editore.

Il perché è facile: chi vende fa il prezzo. Se lo alza, ha le sue ragioni e sicuramente non lo fa a cuor leggero. Certo: la comunicazione, come scelta dei tempi e delle modalità, fu totalmente sbagliata: e questo è un fatto. Ma, a fronte di un aumento, si può solo scegliere di comprare o non comprare.

All'epoca, a fronte delle tante richieste da parte dei clienti, avrei potuto dire - a ragione - che le fumetterie, questi aumenti, "li subiscono".
Avrei, ripeto, avuto ragione.
Invece, come la stragrande maggioranza dei colleghi, decisi di sostenere la politica dell'editore. Pur non condividendola. Ma, ripeto: non è il mio lavoro: le modalità con cui si decide il prezzo, hanno tante variabili: diritti, dati di vendita, costi. Sconti. Io non ho le competenze e non conosco soprattutto i dati su cui si basano questi calcoli: come può un lettore "da bar" commentare con così tanta facilità e leggerezza situazioni così complesse?

Quindi: come si permette un editore di dire che la legge sul libro, appena approvata, e che contiene notevoli spunti di riforma, e solo in piccola parte parla di prezzi (lo abbiamo detto e ridetto) "la subisce"?

Posso capire - ma fino a un certo punto - un commento superficiale di un lettore che si lamenta degli sconti... ma un editore, uno di quelli responsabili dei tanti aumenti degli ultimi anni se vogliamo, come può commentare con tanta faciloneria una situazione del genere?

Ma è quello che vedo su molti post o sento in diverse dirette in questi giorni: questa legge da fastidio a molti editori. Evidentemente perché diminuisce le loro possibilità di concorrenza sleale verso i negozi, e li mette di fronte alle loro responsabilità per aver aumentato a dismisura i prezzi negli ultimi anni. Si: perché i prezzi li aumentano gli editori, e noi negozi "li subiamo" questi aumenti.

Sarebbe giusto vedere, a breve, una bella smentita sulla pagina Panini, con annesso sostegno alla legge sul libro e all'operato svolto dai negozi, sul territorio, giorno dopo giorno.
Ma, ovviamente non lo vedremo mai: l'umiltà, o si ha o non si ha.
Quella, non si subisce...

30 commenti:

  1. Condivido pienamente il tuo post
    Forza e buon lavoro

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  2. Totalmente d'accordo, sei il peggior dito al culo per gli editori del settore, sei il male necessario del sistema e la coscienza vigile delle fumetterie. Nessun dorma ��

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  3. Il dito al culo sì però :-)! A parte gli scherzi, pienamente d’accordo col tuo post ;-)!

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  4. Concordo, con la tua affermazione Francesco, però la sostanza resta la stessa.
    Se tu stato/editore mi aumenti il prezzo dei libri, io consumatore ne compro mediamente meno... per vendere lo stesso numero di pezzi dovremmo avere una curva piatta in cui tutti i consumatori sono disposti a ad aumentare il proprio budget di spesa pari all’aumento di prezzo... e questo è semplicemente impossibile che accada. Il consumatore ne esce in ogni caso sempre penalizzato (colui che veramente subisce Il nuovo intervento normativo)

    Dove un editore non raggiungerà più l’utile a causa della minor vendita di pezzi, probabilmente aumenterà nuovamente il prezzo per abbattere i costi fissi o in alternativa non pubblicherà le iniziative più deboli che risulteranno in perdita per la diminuzione del giro d’affari. Per i lettori sarà sempre e cmq negativo secondo me....vedremo spero caldamente di sbagliarmi come al solito solo il tempo potrà illuminarci..

    Ciao



    Ciao

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    1. ma voi dovete comprare di meno! Mi spiego: fare acquisti con intelligenza. Vedere, valutare, scegliere. Non capisco l'atteggiamento di chi dice "non compro più nulla", ma i problemi del mercato attuale derivano anche dalla sovrapproduzione di uscite. Comprate meno, uscirà meno. Selezione naturale.

      Anzi: non "meno". "Con oculatezza".

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    2. L'editoria a fumetti ha voluto copiare l'editoria "libraria"...sovrapproduzione di uscite con le novità che non hanno più i tempi giusti x rimanere in esposizione....condivido il pensiero dell'oculatezza

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    3. C’è poco da scegliere la matematica ha regole precise.
      la sostanza non cambia di una virgola, il discorso delle scelte oculate non cambia la realtà innegabili della matematica... con un determinato budget, (qualsiasi esso sia ad esempio 100 euro).. il consumatore può acquistare meno libri... e di conseguenza al di là delle scelte oculate legge di meno. Quindi sicuramente da questa norma è danneggiato il lettore. Il mio budget ad esempio con cambierà nel medio (nel breve dovrò sborsare di più per terminare le serie in corso) ma mi ritroverò innegabilmente con il 10% di titoli in meno in casella (non da subito ma man mano che molte produzioni arriveranno al loro temine non le rimpiazzerò con nuove uscite)
      Quindi la posta è la stessa.. se con 100 euro compravo 10 libri ora con 100 ne compro 9... quindi è chiaro che come lettore questa norma la si subisce proporzionalmente in base a quanto si spende... a naso nel mio caso 400/450 euro annue almeno.....


      ciao

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    4. 200/220 annue.. non si può correggere il post mi sembra

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    5. per 100 al mese, dando per scontato che uno ha il 15%, si passa da 1411 di spesa a 1263. Dando, ripeto, per scontato che prima si prendesse tutto al 15%.
      150 euro in meno si risparmiano facile, eliminando inutili ristampe, doppie edizioni: tagliando ciò che si prende solo per collezionismo, e magari si può recuperare dopo, in offerta.

      comprare con oculatezza, significa sgonfiare la bolla editoriale di chi pubblica per pagare fatture precedenti, e potrebbe portare il mercato a regolarsi un po' meglio.

      io da lettore preferisco spendere meno che dare la caccia agli sconti: ho sempre trovato assurdo lo sconto di default.
      è come se si chiedesse a un lavoratore di tagliarsi lo stipendio per lavorare ugualmente...

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    6. Riprendi la tua ultima frase, nell’esempio che fai non sei un lettore che spende meno, ma che spende uguale tagliando gli acquisti (che non è detto che siano infarciti da ristampe e/o doppie edizioni). Per spendere meno dovresti abbassare il budget ad esempio 90 euro.
      Se in futuro la nuova situazione della scontistica porterà un equilibro sui prezzi da parte dell’editore (leggi diminuzione), potrà portare “vantaggi” per i lettori.
      Ma stiamo ipotizzando un panorama futuro possibile, con una certezza attuale. Nel panorama attuale il lettore è matematicamente penalizzato, anche coloro che prendono ristampe e doppie cover a pari budget non ne prendono.

      Posso capire che il pinto di vista del venditore possa essere non convergente con l’acquirente, ma la matematica rimane indiscutibile e non è un opinione.

      Ciao

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    7. ho una fumetteria da 20 anni.
      posto che per tutti sono disonesto perché difendo una legge che mi tutela, quindi intellettualmente non posso essere onesto, credimi se ti dico una cosa che va a mio svantaggio: il 90% dei lettori, spende "male". Spende comprando cose che non gli piacciono, o per mero collezionismo. te lo dico sulla base di quante cose mi riportano.
      Potrei fare 100 esempi di come risparmiare.
      Detto questo: e se i prezzi scendessero? e se nuovi negozi portassero nuovi lettori?

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  5. Vorrei essere chiaro e far capire la componente matematica incontestabile del discorso:
    Se io Alessandro mi recavo il primo febbraio su Amazon/feltrinelli/mondadori/ecc ecc per acquistare il cofanetto di libri di harry potter avrei speso 110 ore.
    Alla data di oggi i medesimi siti vendono il medesimo prodotto a 123 euro
    Può piacere o no, ma il lettore ora è inequivocabilmente sta subendo matematicamente la nuova norma. Questi sono dati, numeri e fatti assodati. Tutti discorsi che possiamo fare su possibili scenari futuri o di spese più oculate, che probabilmente possono portare vantaggi possibili vantaggi solo in alcuni contesti, sono solo speculazioni.

    Secondo me è importante che gli addetti ai lavori in primis comprendono i fatti e i dati certi in cui stanno incorrendo i lettori
    .
    La morale è molto semplice "se mi fai pagare di più i libri, io ne compro meno"


    Mi fa piacere che Rrobbi, che è un grande conoscitore del mercato in un intervista con Luke di TG Comics arriva a questa semplice conclusione.

    ciao
    https://www.youtube.com/watch?v=dk5j83Ui9Ug&t=3733s

    minuto 30
    ciao

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    1. il prezzo non è aumentato.
      Il prezzo è lo stesso. Fino a ieri: 10 euro, sconto fisso 15% = 8,50. Oggi: 10 euro sono 9,50. è aumentato? no: fino a ieri te lo gonfiavano per farti lo sconto.
      Lo sconto era un artificio: in quale settore c'è uno sconto FISSO di default? che senso ha?

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    2. il nostro è un discorso fra sordi. Ma veramente non vuoi capire? quello che conta è il risultato reale, e non la dialettica. Non siamo in politica siamo in un mondo in cui quello che conta sono i numeri reali. L’esempio che ti ho fatto prima determina che la norma ha imposto un prezzo, sbagliato, giusto.. non sto entrando, e non mi interessa, nel merito della norma. Sto dicendo che matematicamente e un fatto che il lettore decisamente subisce, e questo è un fatto incofutabile. Rigira la tua domanda In quale altro settore per norma è imposto lo sconto massimo?

      Ciao

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    3. il lettore lo subisce? ma tanti lettori, davvero tanti, compravano a prezzo pieno anche prima! è strano, assurdo? io posso dirti che, mediamente, in negozio con le nostre tessere avevi già prima il 5%.
      la norma limita una prassi che oggettivamente aveva portato danni per provare una via diversa.
      giusta o sbagliata la vedremo.

      io sono per la libera concorrenza. Se funziona.
      Nel libro, come in altri settori, non ha funzionato.
      Perché? perché non c'erano e non ci sono armi pari tra i vari competitor.
      il libro è l'unico bene che ha un prezzo imposto e nel contempo DEVE esser venduto a un certo sconto.

      Se i prezzi aumentano, che fai? Tagli fumetti/libri o altro per continuare a comprare questi ultimi?

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  6. Ottimo articolo. Mi trova d'accordo.

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  7. E Panini si è limitata a questo.
    La Bao in una live su YouTube si è esposta moooooolto di più.

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    1. Hanno parlato per minuti e minuti. Il modo migliore è ascoltare con le proprie orecchie. Trovi la live su YouTube canale Kirio1984.

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    2. Non ho voglia di rovinarmi ulteriormente il fegato :)
      grazie

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  8. Stavamo per realizzare un articolo sull'argomento, poi ci abbiamo ripensato: a chi interessa la DC in Italia? Un articolo sulla Bonelli va da un minimo di 250 a un massimo di 500 visuals. Uno sulla DC? Siamo fortunati se supera le 50 visuls. Questo per dire che, non ti invidiamo. Immaginiamo che i tuoi clienti abbiano fatto richiesta di questo materiale e ti auguriamo di venderlo tutto. Ma siamo anche convinti che sarà molto difficile. Certo, quel lettore ha ragione. Un mese in una settimana e la settimana dopo uscirà altra roba. Alla Panini hanno bisogno di soldi e li vogliono dai lettori... si comportano come se il lockdown non ci fosse stato e non avesse avuto conseguenze economiche. Su, dai. Se Panini fallisce ci togliamo dai coglioni tanti incompetenti.

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  9. A proposito dell'aumento dei prezzi. Hai ragione, chi vende fa il prezzo, ma chi compra non è obbligato. Noi, ad esempio, abbiamo limitato gli acquisti Panini a due serie: L'Uomo Ragno e ora Superman. Prima prendevamo più albi. Poi ci siamo detti: perchè dare soldi a questa gente? Prendiamo tutto nell'usato... si, giusto. Se tutti facessero come noi, gli editori chiuderebbero. Ma siamo anche convinti che ci siano tanti coglioni la fuori disposti a dare alla Panini 5 euro per un albo di 48 pagine.

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    1. il fatto che parli al plurale, implica che compri più copie?

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    2. Il plurale indica la coralità delle persone che collaborano con il nostro sito. C'è chi compra come chi scrive una sola copia di un fumetto e chi non ne compra nessuno o compra solo nell'usato. E poi scusa, i tuoi colleghi non vendono fumetti a 1,00 al pezzo alle fiere? Suvvia, non dirci che non lo hai mai fatto...

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