Da oggi è in vigore il regolamento UE 2023/988 del 10 maggio 2023, per gli amici "GPSR".
Cosa stabilisce? Essenzialmente che i prodotti devono essere sicuri e che le autorità di vigilanza del mercato di tutti gli stati UE possono adottare provvedimenti contro quelli ritenuti pericolosi. Questa regolamentazione si occupa di TUTTI i prodotti esistenti, con poche significative eccezioni:
-alimenti e mangimi;
-farmaci e fitosanitari;
-piante, animali vivi e sottoprodotti animali;
-auto, aereomobili e mezzi di circolazione;
-oggetti di antiquariato (ovvero con più di 100 anni).
In pratica TUTTI i prodotti tranne quelli che già di per sé avevano una normativa sulla sicurezza più stringente.
Quale è l'impatto sul mondo del fumetto di questa normativa? Cerchiamo di scoprirlo insieme, con questo pezzo che non ha nessuna intenzione di essere esaustivo o risolutivo, quanto di rispondere alle domande più comuni, facendo un quadro generale che, magari, chiarirà le idee a qualche collega o addetto...
-alimenti e mangimi;
-farmaci e fitosanitari;
-piante, animali vivi e sottoprodotti animali;
-auto, aereomobili e mezzi di circolazione;
-oggetti di antiquariato (ovvero con più di 100 anni).
In pratica TUTTI i prodotti tranne quelli che già di per sé avevano una normativa sulla sicurezza più stringente.
Quale è l'impatto sul mondo del fumetto di questa normativa? Cerchiamo di scoprirlo insieme, con questo pezzo che non ha nessuna intenzione di essere esaustivo o risolutivo, quanto di rispondere alle domande più comuni, facendo un quadro generale che, magari, chiarirà le idee a qualche collega o addetto...
Togliamoci subito il dente.
E' una legge utile? Forse nella misura in cui regola la sicurezza dei prodotti importati e di tutti quelli che, per qualche motivo, possono essere pericolosi. Per il resto, rischia di essere l'ennesima seccatura, l'ennesimo bastone tra le ruote per chi ha una attività. Negli ultimi anni si sono susseguite leggi che, più o meno giustamente, hanno caricato le attività di ulteriori compiti che creano un aggravio di costi e tempo lavorativo sulle imprese. Non serve fare esempi ma, rispetto a venti anni fa, le pastoie sono aumentate, a fronte di una sempre maggiore concorrenza - non parlo di amazon, quanto delle grandi catene e degli stessi nostri fornitori - e minore fatturato. Che, poi, il mercato in cui ci muoviamo sia più sicuro, legale ed ecologico... beh, ho i miei forti dubbi.
Detto questo, la risposta alla domanda è pleonastica: dura lex, sed lex!
Parliamo nel merito del regolamento, che definisce i fabbricanti di prodotti come: "qualsiasi persona fisica o giuridica che fabbrica un prodotto, oppure lo fa progettare o fabbricare, e lo commercializza apponendovi il nome o marchio di tale persona".
Nel nostro settore è l'editore, il quale ha l'obbligo di garantire che il suo prodotto (libro o fumetto) sia un "sicuro", ovvero che "in condizioni normali o ragionevolmente prevedibili di uso, compresa la durata effettiva dell’uso, non presenta alcun rischio o solo rischi minimi compatibili con l’uso del prodotto, considerati accettabili e coerenti con un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza dei consumatori".
E cosa devono fare i fabbricanti/editori?
Due cose: indicare "il loro nome, la loro denominazione commerciale registrata o il loro marchio registrato, il loro indirizzo postale ed elettronico e, se diverso, l’indirizzo postale o elettronico del punto unico di contatto al quale possono essere contattati. Tali informazioni sono apposte sul prodotto oppure, ove ciò non sia possibile, sull’imballaggio o in un documento di accompagnamento del prodotto" e garantire "che il loro prodotto sia accompagnato da istruzioni e informazioni chiare sulla sicurezza in una lingua che possa essere facilmente compresa dai consumatori, secondo quanto determinato dallo Stato membro in cui il prodotto è messo a disposizione sul mercato. Tale requisito non si applica se il prodotto può essere utilizzato in modo sicuro e come previsto dal fabbricante senza tali istruzioni e informazioni di sicurezza".
Poiché i libri non sono venduti "confezionati", le informazioni di cui qui sopra devono essere contenute all'interno. Mi chiedo a questo punto come possano fare gli editori indipendenti o piccoli: indicheranno l'indirizzo di casa, rischiando problemi di privacy? Oppure: vedendo io consumatore il contatto del produttore sul bene stesso, quanto ci metterò a bypassare il venditore, chiedendo un prezzo migliore al fabbricante? Sia chiaro che questo non vale solo per i libri e fumetti...
Il problema più pressante per i venditori è rappresentato dalle piattaforme come eBay e Amazon: mentre infatti sul proprio sito e nel proprio negozio, con qualche dicitura, ci si può arrangiare, sui portali altrui diventa problematico non fornire informazioni essenziali. Si rischia l'eliminazione dell'inserzione o la sospensione dell'account stesso: in alternativa, si devono passare settimane di tempo lavorativo in modo abbastanza inutile (ovvero: non produttivo), a indicare, con modalità insulse e ripetitive, gli stessi dati inserzione per inserzione.
Un articolo del regolamento che può venirci in aiuto, secondo la mia interpretazione, è il 7:
Ai fini del presente regolamento un prodotto è presunto conforme all’obbligo generale di sicurezza previsto dall’articolo 5 del presente regolamento nei casi seguenti:
a) è conforme alle norme europee pertinenti o a parti di esse per quanto riguarda i rischi e le categorie di rischio contemplati da tali norme, i cui riferimenti sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea conformemente all’articolo 10, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 1025/2012; ob) in assenza di norme europee pertinenti di cui alla lettera a) del presente paragrafo, è conforme ai requisiti nazionali, per quanto riguarda i rischi e le categorie di rischio contemplati dai requisiti in materia di salute e sicurezza stabiliti dalla normativa nazionale dello Stato membro in cui è messo a disposizione sul mercato, purché tale normativa sia conforme al diritto dell’Unione.
Fermo restando che il comma 7 dell'art. 10 di cui qui sopra NON ESISTE, la lettera b) dell'art. 7 ci spiega - a MIA interpretazione - che un prodotto si presume conforme ai requisiti richiesti dal GPSR se è tale per quelli nazionali. Quindi: se un prodotto è rispondente al diritto nazionale, allora - salvo prova contraria - è in regola col GPSR!
Questa strada permetterebbe di evitare molti problemi e molte lungaggini, anche se, "tuttavia, la presunzione di conformità all’obbligo generale di sicurezza di cui al paragrafo 1 non impedisce alle autorità di vigilanza del mercato di adottare tutte le opportune misure ai sensi del presente regolamento qualora sia dimostrato che, nonostante tale presunzione, il prodotto è pericoloso".
Questa strada permetterebbe di evitare molti problemi e molte lungaggini, anche se, "tuttavia, la presunzione di conformità all’obbligo generale di sicurezza di cui al paragrafo 1 non impedisce alle autorità di vigilanza del mercato di adottare tutte le opportune misure ai sensi del presente regolamento qualora sia dimostrato che, nonostante tale presunzione, il prodotto è pericoloso".
Per finire, devo necessariamente chiedermi due cose, sempre dal punto di vista del nostro settore, ovvero:
1-come si possono tutelare i consumatori di un prodotto, se questo è l'obiettivo, senza coinvolgere nell'applicazione della legge anche i privati venditori, i cosiddetti "hobbisti", che spesso altro non sono che attività commerciali sommerse. Forse non possono essere "pericolosi" anche i fumetti da questi venduti, visto che sono gli stessi che vendo pure io, partita IVA?
2-facciamo pure finta - per amor di discussione - che i prodotti nuovi siano messi in sicurezza, da oggi in poi, dagli editori, che indicheranno sul fumetto stesso le informazioni richieste dalla legge. Ma le decine di migliaia di libri e fumetti in giro per l'Italia (o l'Europa), tutti quelli importati... come verranno gestiti? E' pensabile che tutto questo lavoro, online e fisico, possa gravare su ogni singolo negozio?
Una ulteriore normativa europea (o nazionale...) che va a gravare sulle piccole attività, mentre le grandi aziende hanno uffici appositi, e le piattaforme come Amazon o eBay sfruttano il lavoro che gli inserzionisti (al 99% sempre piccole aziende!) devono fare gratuitamente: tutto questo continua a non essere accettabile, a meno che l'obiettivo non sia quello di favorire grandi ditte e piattaforme.
Spero di aver chiarito qualche dubbio senza sollevarne troppi: d'altronde, spesso, la strada su cui ci portano questi ultimi, ovvero porci delle domande, è la chiave per trovare le risposte che ci servono.
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