venerdì 12 luglio 2013

E il mondo sta a guardare


Proprio qui, su questo blog, abbiamo spesso parlato di come si può aprire una fumetteria.
In modo serio, sconsigliandolo. In modo scherzoso, invitando a provarci.
Abbiamo fatto parlare clienti, distributori e titolari di catene di fumetterie.
Abbiamo sempre fatto capire che se è facile aprire, è facilissimo chiuderla.

QUI l'ultimo post in tema, con tutti i relativi link agli "arretrati".

Proprio ieri mattina, ne ho parlato al telefono con un aspirante "apritore" di fumetteria.

Poi ho letto questo:

E' ufficiale: ALTROQUANDO CESSERA' PRESTO LE ATTIVITA'.
Avvertiamo quindi tutti i nostri abbonati che, per causa di forza maggiore (la crisi che tutto stritola), i loro abbonamenti non potranno più essere soddisfatti a partire da questo mese. Ce ne scusiamo, ma non dipende dalla nostra volontà. Nello stesso tempo, chiediamo a tutti i clienti che hanno una giacenza di fumetti da parte a loro nome, di farsi vivi e venire a ritirarli, giacché non resteranno disponibili ancora per molto tempo. Un'attività ventennale, fatta di fumetti, controcultura, mostre, lotte per i diritti LGBT e altre iniziative, giunge così alla fine del suo viaggio, strozzata dalla crisi globale e dalle regole perverse di un mercato spietato.
Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto. E' stato molto bello.

Facciamo finta che Salvatore, il titolare della libreria, sia la persona peggiore del mondo.
Facciamo finta che chiuda per colpa sua.
Facciamo finta che sia anche un cattivo libraio.
Sono dettagli che non ci interessano.

Quello che ci preme notare, è che questa è l'ennesima attività "a fumetti" che chiude. Negli ultimi anni ne conosco svariate che hanno fatto altrettanto e, anche se come Associazione Fumetterie non abbiamo il polso esatto della situazione, possiamo comunque dire che, delle circa duecento librerie specializzate che esistono (come ammettono informalmente i distributori), anche dieci o venti dipartite sono tantissime.

E mi sovviene una riflessione: frega a qualcuno? Frega agli editori, impegnati spesso a fare al pubblico sconti al limite del fuorilegge? Ed ai distributori, che non investono in pubblicità, che non si occupano di altro che rifilarti promozioni spesso insostenibili? E intanto licenziano i dipendenti migliori, peggiorando il servizio. Magari smettono persino di mandarti le fatture ed i documenti di trasporto, per risparmiare.

Quando si apre una fumetteria, come qualsiasi attività, e la si porta avanti come unico lavoro per anni ed anni, si fa una scelta di vita. Se poi le cose vanno male, sei peggio di un esodato.

Ora, Altroquando chiude.
Noi non possiamo fare nulla, se non parlarne.
Parlarne, condividere la notizia.
Non per pietà, o per compassione, ma perché le cose cambino. Perché se chiudi, non è solo colpa della crisi: questa è solo l'ultima mazzata.
E' colpa, in gran parte, di un sistema vecchio, che non funziona e che va cambiato.
Che ti aiuta solo se sei una grande realtà, che non ti da reso o possibilità di scampare alla concorrenza dei tuoi stessi fornitori.

Onore ai venti anni di attività del collega Salvatore, ed in bocca al lupo per il futuro.
Noi possiamo solo salutarlo...
 

Perché... qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo...

16 commenti:

  1. Notizia tremenda.
    Un grazie per la tua vigilanza nel mondo del fumetto.
    Da quando ti seguo molte cose sono diventate man mano più chiare.
    Brub!

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  2. penso che questo episodio faccia ben comprendere come la "cultura del fumetto" in italia sia sotto-zero...
    perché non basta avere le opere di manara o pratt per essere appassionati di fumetti bisogna anche andarli a comprare in un posto adatto in cui scambiare pareri, opinioni e guardare che altro c'è sugli scaffali...
    se però i fumetti vengono rimpiccioliti e sbiancati pur di piazzarli a 3,00 nelle polverose edicola siamo ben che fottuti!

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  3. Dispiace anche a me, anche se non conoscevo il titolare.
    Per il resto solo una precisazione. Secondo me le fumetterie in Italia sono molto + di 200, erano circa 300 nel 2003. E' vero che molte hanno chiuso, ma il ritmo di aperture è stato sicuramente superiore. Poi ci si deve mettere d'accordo su che tipo di negozio viene identificato come fumetteria, in quanto molti vendono sia fumetti, che giochi, che videogiochi, se non sono anche cartoleria o edicola.

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  4. @brub: grazie

    @luiskali: per fumetteria intendo un negozio in cui la vendita di fumetti NUOVI sia, se non prevalente, comunque EVIDENTE. Non giocherie con l'angolo con 5/10 novità, non negozi con fumetti usati e basta.
    credo che 200, forse qualche decina di più, sia abbastanza giusto.
    quando facevo il censimento per l'AFUI, erano più quelle che trovavo chiuse, o che vendevano altro, che le fumetterie vere...

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  5. Pezzo amaro, che ho condiviso e twittato, e che mi trova d'accordo in tutto, e mi colpisce un pò di più, perchè conosco almeno virtualmente uno dei titolari, con il quale ci siamo spesso scambiato pareri ed opinioni su questa o quella opera. Le colpe? Molteplici, le maggiori ricadono su editori e distributori, che definire bastardi, sarebbe usare un eufemismo, le minori? Sull'utenza, si perchè se compri on line sei ingranaggio di questo meccanismo che stritola le fumetterie.

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  6. Vabbè ti pago in ritardo, trenta giorni mai superati. Ok io sono in difetto. Ma tu non puoi per questo bloccarmi la spedizione delle novità.
    Naturalmente questo ha influito sulla decisione di mollare. Grazie di cuore.

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  7. Diciamo la verità. Non è solo colpa della crisi, che "tutto stritola". Quando un esercizio commerciale chiude, i motivi possono essere tanti. Ma soprattutto, prima di aprire un esercizio commerciale sarebbe il caso di fare i conti con la realtà, che, nel nostro caso è assai amara: non si può vivere solo vendendo fumetti con una formula organizzativa che obbliga il proprietario a comprare il prodotto per poi rivenderlo a proprio rischio.
    Questo non significa che le edicole stanno meglio (anche loro stanno chiudendo in massa), ma occorre gestire con oculatezza.
    Per esempio, quante fumetterie chiusero anni fa perché si erano indebitate comprando una marea di volumi della Play Press (quando ancora gestiva i diritti DC) a prezzi assurdi? Volumi che oggi costerebbero 14-15 euro, ma che si trovano su ebay a 1,00 al pezzo!
    Un altro problema, a mio giudizio, sono le giacenze. Che significa "invitiamo i clienti che hanno fumetti in giacenza a farsi vivi"? Sarebbe, invece, il caso per chi gestisce gli ordini di pretendere almeno il 50% del prezzo di copertina a garanzia e con un termine preciso per il ritiro.
    E si potrebbe continuare a lungo.

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  8. Volumi play a 1 euro?
    50% di antichpo?
    Non ci siamo proprio...
    Linkato un po' di aste ebay con volumi a 1 euro, che non siano i soliti 3-4.

    Per il resto, è chiaro che la gestione 'classica' di una Fumetteria debba cambiare, ma quello che affermi non è attuabile, non in quel modo almeno...

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  9. Di volumi Play Press (e non solo) ad 1,00 euro ce ne sono tanti. Ogni giorno ne compaiono. Tanta gente negli anni passati ha sborsato fior di quattrini per comprare volumi a prezzi folli. Poi sono passati gli anni e tanta gente si ritrova la casa piena di una montagna di carta per la quale non nutre alcun interesse. Alcuni, visto che la maggior parte di quei volumi sono stati buttati. Ogni tanto a noi ne arriva una certa quantità (donati, con spese di spedizione a nostro carico, da gente che, in alternativa, li avrebbe gettati nel cassonetto dell'immondizia). Si salvano solo gli albi di alcune serie Star Comics degli anni novanta.

    Per quanto riguarda la gestione di una fumetteria, non si può non applicare la logica che presiede allo svolgimento di altre attività commerciali.
    I criteri che ho indicato (tra cui, 50% di anticipo per gli ordini), sono solo alcuni.

    Su una cosa siamo d'accordo. La gestione classica di una fumetteria deve cambiare e penso che il primo cambiamento sia rappresentato dal Contratto Estimatorio. So bene che questa scelta determinerebbe il fallimento del 95% dei microeditori, ma non si può più andare avanti così.

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    1. "Noi"?

      Voll play: questo editore ha fato sfracelli mai visti prima e dopo.
      Molte loro cose si trovano a poco, tante altre a caro prezzo. O NON si trovano per niente. Per cui non puoi dirmi che vale tutto 1 euro. NIENTE vale 1 euro, perxhé al pubblico, non li trovi a questi prezzi...

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  10. Ho solo detto che 1,00 euro ci sono molte proposte. E a volte anche in qualche bancarella di libri usati per strada. Per le altre cose che non si trovano a quel prezzo, basta aspettare un po'. Pensa ai primi tp di Superman della Play (quelli disegnati da McGuinness) venduti all'epoca a 24.000 lire e ora sono a 1,00!

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  11. ... E pensa agli ultimi, introvabili...

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  12. Per ora non mi servono. Ma potrebbero servirmi un giorno.

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  13. Credetemi quando chiude una fumetteria il secondo ad essere dispiaciuto è senz'altro il distributore, se si tratta di un distributore che vive grazie alle fumetterie!
    Nel '94 Altroquando era cliente del distributore presso il quale iniziai a lavorare e dove lavoro tutt'oggi. Lo è stato per molti anni, fino al gennaio 2002 quando ha deciso di cambiare fornitore...
    Siamo onesti con noi stessi e smettiamo di dare sempre la colpa agli altri dei nostri problemi.
    Comunque il mio intento ora è di difendere la distribuzione che Antani,ancora una volta pubblicamente, ha tirato in ballo nella questione "E intanto licenziano i dipendenti migliori, peggiorando il servizio. Magari smettono persino di mandarti le fatture ed i documenti di trasporto, per risparmiare".

    E' bene che tutti sappiano che le fatture cartacee non si inseriscono più all'interno dei pacchi, né per questioni ecologiche (anche questo è stato detto) né per risparmiare sulla carta (capirai che risparmio!)MA SOLO ED UNICAMENTE PER GLI STRETTISSIMI TEMPI DI SPEDIZIONE DELLA MERCE. E chi ha lavorato nella distribuzione di fumetti sà cosa intendo, tutti gli altri non se lo immaginano neppure.

    Cambiano i governi, cambiano i presidenti, i papi, gli editori cambiano all'improvviso i distributori, e la vita continua. Anche qui nel centro Italia la distribuzione và avanti, e bene, anche senza più dipendenti storici. Il servizio non è peggiorato e, se lo fosse, parlane con i diretti interessati non con il web intero che non può aiutarti, ma grazie a te può farsi una'errata cattiva opinione del distributore.

    Per le "Promozioni insostenibili" (anche per noi lo sono e le dobbiamo subire nostro malgrado)fate nomi e cognomi perché non sono tutte insostenibili. Le nostre non saranno sempre convenientissime, ma almeno sono chiare, semplici e limitate temporalmente.

    L'unione fà la forza non è un detto a caso.

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    1. ciao!
      grazie per la tua risposta.
      ti rispondo punto per punto.

      -non mi sembra che i distributori siano così dispiaciuti.
      nell'ultimo anno, non ho visto particolari iniziative a sostegno della crisi: il poco reso che qualcuno dava, o è sparito, o è a condizioni inaccettabili. Il reso continua a non esistere. Per "noi", almeno...

      -INDUBBIAMENTE chi chiude ha le proprie colpe. E ci mancherebbe.
      ma, il "sistema", quanto lo agevola? Quanto permette a uno che investe in una attività di poterci vivere? Di poter avere un guadagno MAGGIORE di quello di un lavoratore dipendente?

      -Io tiro in ballo cose, pubblicamente, per le quali ho spesso sollecitato risposte private. Noto che molti di voi sono infastiditi: è un bene che certe cose si sappiano. Se vogliamo discuterne privatamente, sempre disponibile... ma noto con un certo e disincantato stupore, che vi accorgete - e sto parlando in generale - di alcuni problemi fatti valere privatamente solo DOPO che uno ne ha parlato in pubblico...

      -discorso fatture: non mi riferivo a voi, o meglio non solo a voi. Meli ha eliminato la spedizione delle fatture cartacee, e questo ci può stare, e contestualmente - almeno a ME, e per diverse spedizioni - ha pure eliminato il DDT.
      Non so quali siano le vs motivazioni: ma se oggi come oggi tutti smettessero di mandare fatture e ddt, sai che sono tutti costi che ricadono sui negozianti?
      State tutti tagliando e tagliando: non si vedono promo decenti, non si vedono operazioni a sostegno. Spariscono collaboratori in gamba, sparisce l'assistenza, le risposte alle mail non sono veloci, i siti sono vecchi, quando ci sono.
      Se ti dico quanto ho investito io in percentuale del mio utile, negli ultimi anni, in migliorie tecnologiche... Per poi non trovare un sito, neanche uno, nel quale posso ordinare coi codici a barre...

      -io parlo continuamente coi diretti interessati, non pensare che mi rivolga solo a te, pubblicamente... Ma perché tanto fastidio, quando voi editori ed editori non perdete occasione per svilire il nostro lavoro?

      -promo insostenibili? Marvel Now e MOS, ad esempio...

      -L'unione fa la forza? Allora PARLIAMONE, e non solo qui...

      grazie

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  14. Mi permetto di aggiungere solo alcuni dettagli al quadro di Antani:

    1 - Ha ragione. Il reso non esiste. So bene che i microeditori (cioè quelli che distribuiscono solo in fumetteria o si autodistribuiscono su internet) vivono di questo. Cioè, I loro clienti non sono i lettori, ma le fumetterie, che devono comprare assumendosi il rischio dell'invenduto. E a loro volta, i distributori spingono i microeditori ad aumentare il fatturato facendo crescere il numero di proposte "in distribuzione". Così facendo, però, il distributore si arricchisce, ma i microeditori vanno in crisi e le fumetterie chiudono.

    2 - Il sistema, come dice Antani, ha le sue falle. E la distribuzione è una di queste. I distributori dovrebbero avere molto a cuore le fumetterie. Perché se chiudono tutte le fumetterie, i distributori cessano di esistere. Ma di chi parliamo, in fondo? Se un'azienda distribuisce anche in edicola, ok. E' una grossa. Se lavora solo con le fumetterie, farà la fine di queste ultime.

    Nel complesso, penso che debba essere riveduto l'intero sistema. Il mercato italiano non può continuare a sostenersi con le fumetterie e non può giustificare ancora per molto l'esistenza di tanti microeditori (o presunti tali). Antani Comics ha ragione quando dice che dovrebbero farsi maggiori promozioni, ma con chi e soprattutto dirette a chi? Quanti sono i lettori di comics in Italia? Diciamo in tutto 5.000? E le fumetterie rimaste quante sono? Diciamo 180? Con questi numeri dove si pensa di andare?

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