martedì 21 agosto 2012

Odiavo Toppi




Sergio Toppi con l'amico Daniele della libreria Comic House, quando quest'ultimo era ancora un capellone sfaccendato...

Età: sette, otto anni.
Leggevo tantissimo, di tutto. Anche fumetti: qualche vecchio Corno, Diabolik, Topolino.
E, mitico: Il Giornalino.
Le elementari me le sono fatte tutte dalle suore Orsoline di Terni: da qualche anno l'istituto è stato chiuso e, in qualche modo poco chiaro, è stato demolito per costruirci un obbrobrio che non sta in cielo né in terra... ma, ovviamente, a Terni ci sta benone.
Non divaghiamo. De Il Giornalino leggevo quasi tutto: la posta, gli inserti, le rubriche. E le storie, fantastiche: Gli Angeli del West, Pinky, Tra due Bandiere... adoravo soprattutto le storie a puntate, e gli autori dei quali, poi, un giorno avrei scoperto i nomi: Tacconi, tantissimo De Luca...
Saltavo pochissime cose. Tra queste, le storie disegnate da Toppi.
Ora, immagino lo sdegno. Ma, capitemi, ero giovine ed imberbe, e il suo tratto era troppo "strano", complesso e oscuro per me.
Crescendo, ho imparato ad apprezzarlo: tutte le cose hanno una età. E mi sono un po' vergognato di questo mio infantile odio per la complessità di questo stupendo artista. Così come ora mi "vergogno" dell'impossibilità di avere tante opere di questo autore da vendere in negozio, come ad esempio la collezione uscita allegata a Il Giornalino qualche anno fa. Se muore uno scrittore, ci lascia i suoi libri; se muore un autore di fumetti, dobbiamo comunque sperare che abbia pubblicato le sue opere con un editore che è facile trovare in fumetteria...
Ho provato ad invitarlo diverse volte: in negozio, a Narnia Fumetto, senza successo, ma sempre con una risposta gentile.
Ed ora si aggiunge alla lista di quelli che non verranno mai (anche se ci abbiamo provato più volte): Sergio Bonelli, Moebius, Joe Kubert...
Joe Kubert, già.
Lo adoravo, a differenza di Toppi, anche da piccolo.
Quelle sue anatomie potenti, alla Kirby, ma con l'eleganza di un Buscema. Lo stile unico, uno dei "padri fondatori" del fumetto: di lui ricorderò il dinamismo di Tarzan, il grugno del Sergente Rock, il "super" Tex che cade da una rupe e si rialza come nulla.

In pochi giorni abbiamo perso due geni assoluti, con stili e vocazioni differenti, ma irripetibili e non rimpiazzabili. Fa un po' tenerezza vedere i tanti che li ricordano su Facebook... mi chiedo quanti abbiano letto qualcosa dei due autori.
E, sicuramente, questo è l'unico modo di ricordarli: leggere e leggere ancora quello che hanno fatto.
E diffonderlo.

A differenza dei mediocri e delle persone comuni, quando se ne vanno, i geni, ci lasciano la loro parte migliore come eredità...

3 commenti:

  1. Mi ritrovo molto nella tua esperienza.
    Bell'articolo.

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  2. pure io, da piccolo lettore del Giornalino, faticai un po' ad apprezzare il suo tratto (e il suo modo di scrivere)... poi, poco per volta, diventò uno dei miei preferiti della rivista

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