Quando l'Italia del calcio batté 4 a 3, in quella che è stata definita la più bella partita di calcio di sempre, la Germania, io non c'ero.
Quando fu 3 a 1, e mondiale, ero piccolo. Ricordo più i festeggiamenti che la partita.
Quando fu 3 a 1, e mondiale, ero piccolo. Ricordo più i festeggiamenti che la partita.
Ma ricordo molto, molto bene il 2006, e la vittoria che portò la Nazionale a Berlino, a vincere la finale della Coppa del Mondo. Partita aperta, bellissima. Incerta, ma praticamente dominata.
Coi due meritatissimi gol finali.
Se c'è una squadra che merita rispetto, calcisticamente parlando, è la Germania.
Una nazione che, paradossalmente, non ci ha mai rispettato, a livello mediatico. Forse per invidia, forse perché ci temono, ma magari sono tutte storie che ci raccontiamo per darci un senso di nobiltà e superiorità. Calcistica.
Ma stavolta sarà ancora più dura.
Da oltre dieci anni la Germania sta investendo sui vivai per far crescere (anche) la Nazionale di calcio, rea di aver perso troppo negli ultimi quindici anni (zero titoli, ma una lunga sequela di finali e semifinali dopo l'europeo 1996), e i risultati le stanno dando ragione.
Vengono da 15 vittorie consecutive.
Noi, però, da 7 risultati utili alle fasi finali.
I numeri, quindi, stavolta verranno smentiti, almeno al 50%.
Noi, però, da 7 risultati utili alle fasi finali.
I numeri, quindi, stavolta verranno smentiti, almeno al 50%.
Anche perché i numeri non ci vanno in campo, se non sulle spalle di chi ci mette gambe, cuore e testa.
Se vinceremo, forse, un domani, ci sarà una generazione di giornalisti RAI che smetterà di citare il 1970, il 1982... smetterà di paragonare tizio a Tardelli e caio a Paolo Rossi. Smetterà di parlare di "accerchiamento" e "silenzio stampa". La finirà di parlare di preistoria, e farà collegamenti e paragoni un po' più moderni.
Se vinceremo, forse, un domani, ci sarà una generazione di giornalisti RAI che smetterà di citare il 1970, il 1982... smetterà di paragonare tizio a Tardelli e caio a Paolo Rossi. Smetterà di parlare di "accerchiamento" e "silenzio stampa". La finirà di parlare di preistoria, e farà collegamenti e paragoni un po' più moderni.
Magari, ma qui sogno, smetterà di lamentarsi della banalità delle risposte dei calciatori, e di incazzarsi se vanno, però, fuori dal tracciato.
Perché... guai a criticarli, eh! I giornalisti non si toccano.
E ognuno ha le sue idee di formazione. Fosse stato per loro, non saremmo arrivati neanche agli europei...
Certo: se, visto che è sport, si partisse almeno alla pari, sarebbe uno spettacolo migliore.
I cinque giorni di riposo dei tedeschi, contro i tre concessi all'Italia, gridano allo scandalo. Sarebbe bastato invertire la semifinale della Francia con quella della Germania, e tutto sarebbe stato più equo. Ma Platini, lo stesso che scommise per il biscotto nel 2004, ha troppo da fare il politico, per ricordarsi dello sport...
E poi. E poi.
La Merkel, per Italia-Germania del 2006, indossava lo stesso vestito vistole, sei anni dopo, nella partita con la Grecia.
La Merkel, per Italia-Germania del 2006, indossava lo stesso vestito vistole, sei anni dopo, nella partita con la Grecia.
Non possiamo dare loro la soddisfazione di farci fuori.
Almeno stasera, svuotiamoglieli i pub, e mandiamoli tutti a nanna entro le 23, 23,30 massimo...
Goduria più totale! Ieri li abbiamo schiantati!!!!
RispondiEliminasaluti
buona giornata
andrea