domenica 19 febbraio 2012

Quando Spider-Man era L'Uomo Ragno: La morte di JEAN DEWOLFF


Gli anni '80, da qualsiasi punto di vista, sono stati grandiosi.
Musica, cinema. E, ovviamente, fumetti.

La DC si rinnova e si apre a nuovi modi di narrare. Da Crisi sulle Terre Infinite, a Watchmen, passando per V for Vendetta e Swamp Thing, preludio all'etichetta per lettori "maturi", Vertigo. Ma sono anche gli anni di Batman: Year One, il rilancio post-crisi di Superman e Wonder Woman.
La Marvel, che all'inizio sta a guardare, purtroppo risponde con cose tipo Guerre Segrete e Contest of Champions (quest'ultima effettivamente uscita qualche anno prima), ma fortunatamente anche con cicli di storie molto interessanti: i Fantastici Quattro di John Byrne, che iniziano il loro cammino nel 1981, ma anche i Vendicatori di Stern-Buscema-Palmer, o l'Hulk di Peter David, per non parlare del Devil di Miller.
E, sia chiaro, questi sono solo i primi esempi che mi vengono in mente.

Dicevamo: Peter David, che il sottoscritto considera uno dei migliori scrittori di fumetti AL MONDO. Ironico, colto, mai banale, sempre pronto alla citazione o alla battuta tagliente; capace di farti ridere e poi commuovere nel giro di poche pagine, ha preso in mano serie alla frutta, come X-Factor, Hulk, o personaggi mai incisivi come Supergirl, realizzandone quelle che, storicamente, sono riconosciute come le versioni migliori di questi.
David, negli anni '80, collaborò con diverse serie ragnesche, sia per racconti autoconclusivi ("fill-in" come si diceva all'epoca, per le storie riempitive) che per celebri cicli. Così, poco prima de L'Ultima Caccia di Kraven di DeMatteis e Mc Leod, sull'Uomo Ragno, Peter David scrisse una delle migliori storie di tutti i tempi del personaggio: La Morte di Jean Dewolff.
Tra un paio di mesi, Panini Comics raccoglierà l'intera saga su un Marvel Gold: voglio approfittarne per parlarvene un po', senza fare spoiler.

Note tecniche: Panini, come al solito, non specifica quali storie pubbicherà sul volume. Un brutto vizio che, speriamo, con il rinnovarsi -che non dovrebbe essere solo grafico- di Anteprima, venga corretto, perché è giusto che i contenuti di un volume (come di qualsiasi albo) vengano conosciuti da chi dovrebbe prenotarlo, altrimenti è il concetto stesso di "prenotazione" ad essere messo in discussione. Comunque, la storia si dipana su quattro numeri di "Peter Parker, The Spectacular Spider-Man", dal 107 al 110 (pubblicati su L'Uomo Ragno Star Comics, serie ancora in corso con la stessa numerazione, 64/66), mentre il suo seguito vede la luce su "Spectacular Spider-Man" (stessa collana ma con un nome più corto) 134/136 (in Italia, L'Uomo Ragno 88). Quest'ultimo, tra l'altro, uno dei pochi sequel non inutili della storia del fumetto.
Entrambe le saghe sono scritte da Peter David; per i disegni, sulla prima troviamo il veterano Rick Bucker, mentre sulla seconda Sal Buscema.


La storia.
Il Capitano Jean Dewolff, storico comprimario, viene ucciso nel proprio appartamento.
L'Uomo Ragno, stimatissimo dalla poliziotta, che aveva aiutato in diversi casi, collabora con le indagini. Una sottotrama, riguardante un coinquilino di zia May, fa entrare pure Devil nel caso, sia nella sua identità supereroistica che in quella civile dell'avvocato Matt Murdock.
Il serial killer fa diverse vittime, e mette a rischio anche altri comprimari della prima ora.
La storia incalza, con ritmo, cambi di scena veloci e senza didascalie, una narrazione modernissima ancora venticinque anni dopo. Peter David lascia una scia di indizi, che porteranno i lettori più attenti a smaliziati a scoprire chi è il Mangiapeccati molto prima della fine. Degni di rilievo sono i dialoghi tra L'Uomo Ragno e Devil sul funzionamento del sistema giudiziario e sull'esistenza ed il ruolo dei vigilanti; tra l'altro, quest'ultimo appare poco prima del capolavoro Born Again. I due eroi, proprio su queste pagine costruiranno un forte legame, pur nelle reciproche diversità. Segnalo, inoltre, una scena di lotta tra il protagonista e il Mangiapeccati in mezzo alla folla, con il primo che evita dei proiettili, che uccideranno un passante.
Una curiosità: a questa saga è legatissima anche l'origine di Venom!
Il sequel è interessante perché pone attenzione alle motivazioni del Mangiapeccati, e ci fa riflettere sulle possibilità che ha un condannato di essere recuperato nella società.

Una storia da leggere e rileggere: per tutti quelli che hanno amato L'Ultima Caccia di Kraven, ma anche il cupo Devil di Miller e tutte le storie noir degli anni '80.

2 commenti:

  1. Ricordo la storia del mangia peccati, uno di quei casi in cui la traduzione rendeva ancora più forte ed incisivo il personaggio, una storia adulta che in quel mio secondo anno di lettura del ragno mi facevano capire che questo medium poteva dare anche storie più adulte, più dure...
    Storie narrate in 6 numeri densi che oggi autori più celebrati non potrebbero narrare in meno di un anno, senza raggiungere quella gradevolezza e scorrevolezza.

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  2. Un piccolo capolavoro, anzi due (una delle poche morti di un cattivo, sì scusa altro spoiler) che mi abbia davvero colpito

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