Dopo tre mesi e una manciata di giorni, torno a scrivere sul blog.
Non che sia stato con le mani in mano: nella mia testa, ogni giorno mi appuntavo qualcosa di diverso e - per me - interessante: mi è mancato il tempo e, onestamente, la voglia di metterlo su queste pagine.
Forse un po' di disillusione, magari anche un po' di rassegnazione nel vedere che, passano gli anni, ma le cose da dire sono sempre le stesse, in un settore in lenta evoluzione, ma su binari tracciati decenni fa e dai quali si fatica a deviare...
Mi ha distolto dal mio "esilio", un tema collaterale a quello delle fiere, che Antani Comics ha ripreso a fare quest'anno, dopo un triennio di - anche qui! - esilio imposto prima dalla pandemia, poi dalla voglia di stare in famiglia...
Il tema è: perché, se la fiera di fumetto è frequentata da molte persone, capita spesso che gli espositori ne escano con le ossa rotte?
Chiariamolo: questo argomento dovrebbe essere di fondamentale importanza innanzitutto
per chi le fiere le organizza, e troppo spesso ignora - o se ne frega - le dinamiche che sono dietro il commercio: per dire, ho visto spesso influencer sul palco a parlare del mio lavoro e quasi mai colleghi con esperienza pluridecennale fare lo stesso. Il che, se ci pensate bene, è paradossale.
Dalla ripresa dell'attività fieristica, sono stato a Napoli, Teramo, Lanciano, Bergamo, Pisa e in casa a Terni, nell'ordine: nelle prime due e l'ultima c'è stato un bagno di folla, la terza e quarta hanno visto una buona affluenza, Pisa - per vari motivi - è andata deserta. Quelle con alta presenza di pubblico sono andate bene, le altre meno. Il perché sembra chiaro.
Ma non è detto ci sia per forza un nesso: magari vengono poche persone, che però spendono, e il conto è in positivo.
Spesso si da la colpa di un magro incasso alla scarsa propensione a spendere: "E' venuta molta gente ma non hanno comprato nulla". Il che può essere vero: ma penso che la spiegazione più completa e realistica di una fiera andata male, sia diversa e ancor più semplice.
La torta.
Che è sempre quella: se aumentano i commensali, le fette sono più fine.
Organizzo Vattelappesca Comics & Influencer 2022: vengono 20 espositori. La fiera va bene, io raddoppio lo spazio per il mercato, così incasso di più.
Ma chi verrà - i "vecchi" allettati dall'incasso dell'anno precedente, i "nuovi" dai racconti dei primi - alla fine avrà in tasca di meno, magari anche con un pubblico numeroso.
E la spiegazione del pubblico "poco interessato" non regge: tra PESCARA e TERAMO non può esserci questo abisso. Tutto va a favore della prima (popolazione, turismo, location) eppure la seconda è andata meglio di come sta andando la prima: perché aveva meno espositori!
E' una spiegazione talmente ovvia e banale che mi fa fatica pubblicarla sul blog. Evidentemente, però, qualche organizzatore dovrebbe farsi un esame di coscienza...
Ma la fiera di Pisa come si chiamava?
RispondiEliminaGANZO comics
Eliminaera vicino a casa mia e manco ci sono andato.....
RispondiEliminae potevi pure passare!
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