domenica 7 aprile 2019

"Che cosa ha detto? Che cosa ha detto?" Di fiere, promozione e editori #Romics

Non c'è niente da fare.
Niente.
L'unico linguaggio che gli editori conoscono, è quello dello sconto, come avevamo detto.

Tu ci parli, provi a portare il tuo punto di vista di commerciante, al contatto diretto coi clienti tutti i giorni - mica solo a LuccaComics! - le tue idee e proposte. Con garbo e educazione.
E per "tu" intendo svariati negozianti, o una associazione di categoria seria.

Ma niente, non serve: loro provano comunque a fregarti fare il loro gioco, consci dei danni che sanno di arrecare...




Ho visto editori pubblicare post col resoconto di quanto vendono e incassano in fiera, come a dire: "lo facciamo per promozione", non per il vil danaro. Chiariamo un punto: vendere è commercio, quindi se lo fai guadagnando fai il tuo lavoro. L'unico editore che ho visto fare promozione pura era Sergio Bonelli: e ormai sono passati oltre cinque anni da quando le cose sono cambiate anche per la casa editrice di Tex.

Per il resto l'attività commerciale, che è quella che negozi e librerie fanno per vivere, tende al guadagno. DEVE farlo: tutto, la cultura, la promozione, la passione, deve puntare a quello. Sennò non è un lavoro.

Allora, l'editore che vende (in fiera, come online o dovunque voglia, come già detto) "per promozione" non fa altro che danneggiare il mercato: perché se io vado a Romics e vedo - sul nuovo! - sconti anche del sessanta o settanta per cento, a chi tolgo vendite, se non ai negozi locali?
Queste promo non potrebbero essere riservate alle librerie, che potrebbero girare uno sconto extra ai clienti oppure riassortire e tenere tutto il catalogo dell'editore in negozio...

Insomma, solite storie "da fiera", cose già viste con editori famigerati, come Play Press e Magic Press, tanto per far nomi. 

Altro che promozione...

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