Ho partecipato alla storia di Teramo Comix: nel 2002, quando iniziai, era nella palestra di una scuola media. Reduce dalla mia seconda fiera, la mitica Expocartoon in fase crepuscolare, ne lessi la pubblicità sul Nathan Never preso in edicola.
In macchina, con un amico, mi lanciai in questa avventura.
Ricordo la chiusura per l'ora di pranzo e tutti gli espositori a mangiare nella rosticceria davanti alla scuola, unica attività aperta nella città deserta.
Tornai per anni: dalla scuola ci spostammo in un - orribile a ripensarci - sottopassaggio pedonale nella piazza centrale. Gli espositori erano addossati al muro, quasi al buio, e persone, bici, carrelli della spesa transitavano sull'altro lato.
Poi la tensostruttura, prima al terminal degli autobus - uno dei punti più bassi della storia della fiera - e finalmente nella piazza centrale, dove si stabilizzò per qualche anno. Carico e scarico comodi, buona affluenza, alberghi, ristoranti e parcheggi a portata.
La fiera crebbe, gli incassi pure.
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Di Giandomenico e Camuncoli: cifra creativa più alta di una fiera
"piccola" ma con tantissimi autori di qualità, come Bocci e Catacchio... |