Parlai della Lion sin da quando debuttò, quasi tredici mesi fa.
Mi permisi di dare qualche consiglio, ma dopo i casini dell'ultimo anno di gestione dei diritti DC di Planeta/De Agostini, ero essenzialmente entusiasta. E curioso.
A prima occhiata i numeri zero non erano male, si partiva per molti versi col piede giusto.
Certo: vedendo ora che, sia il lancio che la partenza del New 52, gli eventi editoriali Lion dello scorso anno, sono stati entrambi fatti all'interno di un ponte (ovvero: col giorno dell'uscita fissato subito prima o subito dopo un festivo), e con tutte le difficoltà distributive del caso (se un pacco tarda, hai voglia ad inseguire un corriere di sabato o domenica o equivalente festivo), qualche dubbio mi venne.
Ad un anno e passa, tanti dubbi rimangono. Su tutto: come può avere un gruppo editoriale che è tutt'uno con un distributore problemi... distributivi?
Ne riparleremo.
Per stendere queste righe, ho chiesto aiuto anche ad alcuni clienti, dei quali ho raccolto consigli, lamentele, e anche complimenti o soddisfazione, ma anche ad amici librai.
Sono servite alcune settimane, aspetto ora i vostri commenti.
Ecco, nel dettaglio, le critiche maggiori a Lion Comics dopo un anno.
1-Cura editoriale degli albi
Era la principale pecca di Planeta/De Agostini che, ad oggi, è stato forse l'editore più importante della DC in Italia, se non altro per quantità di pubblicato ed investimento sul prodotto nel giro di pochi anni.
L'editore spagnolo ha peccato, essenzialmente, per la totale mancanza di comunicazione, dovuta anche all'assenza di una redazione italiana, e per la poca cura che metteva nelle traduzioni e negli adattamenti.
Lion, per alcuni versi, è riuscita a fare peggio: partita bene, è poi mano a mano peggiorata.
Stampa spesso pessima (neri che non sono... neri!, macchie), pagine tagliate male col risultato di avere baloon illeggibili, albi scansionati per mancanza degli impianti originali (dirlo prima?), e diverse altre cosucce. Su tutto: cambiare il formato dei (costosi) volumi da collezione, tipo Swamp Thing. Il terzo (i primi due sono stati editi da Planeta), ha poche pagine in meno, ma ha uno spessore nettamente minore... Idem si può dire per la grafica dei primi volumi che proseguivano le serie DC pre-reboot.
Da ultimo, uno dei peggiori scempi che si possa fare ad un fumetto originale: rimontare le tavole.
Pratica diffusa, soprattutto anni fa, e se non erro inventata da Panini Comics o Marvel Italia che dir si voglia (per maggiori informazioni, leggete qui) viene utilizzata quando le pagine di un albo non sono sufficienti a contenere una storia originale, che spesso ha una disposizione particolare delle "doppie" dovuta al fatto che le serie USA contengono pubblicità all'interno delle storie. Altri, magari, modificherebbero il formato o il sommario, spezzerebbero in due parti una storia (male minore), rinuncerebbero a rubriche e/o cover interne. Insomma: cercandola, una soluzione c'è. Lion, invece, ha preso spunto dal creativo editore modenese, rimontando su UNA pagina sola, DUE tavole originali.
Bello, eh?
Stupisce che NESSUN AUTORE su suolo italico, almeno non di mia conoscenza, si sia scandalizzato di ciò: sempre attenti al trattamento ricevuto, pronti a protestare per plagi o per il minimo difetto di pubblicazione, forse questa magagna non merita almeno una segnalazione?
Concludendo, poi, sembra che ci sia una generale volontà di risparmiare su tutto.
2-Qualità
A fronte di prezzi mediamente più alti, confrontando un volume Panini ed uno Lion, la differenza qualitativa è evidente. Ora: i prezzi non sono oggetto di critica, perché l'editore è un imprenditore che deve gestire costi e ricavi, dati che conosce solo lui. Ma quando una certa carenza qualitativa si somma a prezzi maggiori, qualcosa non funziona...
Il tutto, unito a continui aumenti di prezzo per volumi già annunciati (“Comunichiamo alla gentile clientela che il volume “x” costerà 19.95 e non 14.95 come precedentemente detto”), prassi in verità in netta diminuzione negli ultimi mesi.
3-Calendari
Errore che un editore imparentato con un distributore non dovrebbe fare: rimandare continuamente le uscite. Molti lo fanno, ma sono quasi tutti piccoli.
I "grandi" rispettano i calendari: Star Comics, Bonelli.
Panini, ad esempio, ha svariati rinvii, ma su un calendario molto fitto (gennaio 2013: 122 uscite, non contando variant e ristampe, contro le 64 di Lion, contando pack, Goen, e tutti gli albi spostati da dicembre), ci può anche stare.
Se si va a vedere la checklist DC pubblicata sugli albi di dicembre, si scopre che circa la metà delle uscite è stata fatta slittare: il tutto sotto Natale, classico periodo di incremento delle vendite.
Aggravante è data dai dai TRE MESI di anticipo con cui è necessario effettuare le prenotazioni al distributore, cosa mai vista: in genere, almeno per gli editori (mi verrebbe da dire "seri", pensando ai tanti piccoli che, uno o due anni dopo, ancora devono pubblicare albi annunciati e riannunciati...) di media e grande dimensione, che in genere si "accontentano" di soli due mesi di preavviso.
4-Catalogo, long seller e confusione
Ristampe di tanto materiale, ma tantissimi long seller che latitano. Chi ha più visto Watchmen, Batman: the Killing Joke, Sandman, Preacher e tante altre cose? Il tutto in un catalogo SENZA EGUALI al mondo, per opere di primaria importanza, quale è quello DC.
E' stata una grossa pecca, non di Lion, ma semmai di Alastor, il non aver recuperato il catalogo Planeta.
Buona, tutto sommato, l'idea di fare gli spillati di Watchmen e Before Watchmen, che sembra stiano vendendo, ma anche qui c'è tanta confusione: sono edizioni limitate al primo ordine o no? All'inizio sembra di si, poi comunicano di no, ma sui cataloghi c'è ancora scritto così.
Per carità: meglio, almeno non si rimane coi "buchi" in collezione...
Ma... così, si premiano i negozianti che, facendo gli ordini, hanno rischiato poco, prenotando il minimo, ed ora - alla bisogna - possono richiederne altre. Chi ha puntato sul prodotto, prendendone molte copie - come ti invogliavano a fare le promozioni proposte dall'editore/distributore - ha corso un rischio, senza che ci fosse la necessità di farlo.
5-Politica verso i negozi
E il punto precedente ci porta qui.
Come dicevamo all'inizio, stupisce che un gruppo editoriale che è tutt'uno con un distributore possa avere problemi distributivi. In sintesi: tante variant edition, ma con dei paletti imposti negli ordini, che portano il negoziante, necessariamente, a variare il prezzo degli albi "limitati", che non sono liberamente ordinabili. Il tutto, però, con un prezzo diverso stampato in copertina.
Non si potevano lasciare tali albi SENZA prezzo? Legalmente si.
E non parliamo delle variant vendute solo a Lucca... con una copia data (UNA) con grande generosità due mesi dopo, ai soli RW Point...
A livello distributivo, poi, non aiuta per nulla l'avere la possibilità di conoscere le promozioni un mese dopo i miei clienti. Nello specifico: il catalogo Mega con le novità da prenotare esce, all'incirca, il dieci del mese, e contiene l'indicazione delle - spesso macchinose, a dir poco - iniziative promozionali dell'editore: dalle stampe in omaggio ai pack, passando per quelle legate a vari personaggi o situazioni. Per aderire a quelle promo, servono le esatte condizioni praticate ai negozianti, che vengono comunicate alla libreria, di solito, DOPO che questa ha fatto gli ordini, tramite il modulo Business che viene inviato a ridosso della "deadline", se non i primi giorni del... mese successivo!
Senza parlare, poi, della macchinosità di tutto il sistema promozionale: pensate ai Bat-Pack relativi alla Notte dei Gufi, pubblicizzati poco prima Natale, per iniziare ad uscire il 5 gennaio, quando il distributore era chiuso per ferie dal 22 dicembre fino all'anno nuovo! Come ordinare, come diffondere la notizia ai clienti? E, oltretutto: modificare tutti gli ordini per avere pack VIRTUALI, che non erano descritti come tali da nessuna parte. Infatti, quasi nessuno aveva capito...
In genere, quando un produttore prova a coinvolgere un cliente - privato o rivenditore che sia - portandolo a partecipare ad una promozione, semplicità, chiarezza e capacità di invogliare all'acquisto, sono i requisiti essenziali: farraginosità e ambiguità, invece, sono gli ingredienti fondamentali delle comunicazioni alle fumetterie, che spesso si trovano - ribadisco - a non sapere come rispondere alle domande dei clienti, che leggono "in giro" cose che ancora non sono state ben definite e comunicate.
Questo vale anche per il Reboot: vetrofanie arrivate in ritardo, idem per i poster, che tanti negozi non hanno neanche visto.
Infine: casini col corriere o con la tipografia prima di Natale ce ne possono anche essere, ma non esiste che fai uscire la marea di volumi e cartonati prevista per la settimana natalizia con due settimane di ritardo. Non esiste.
6-Pubblicità inesistente.
Ma questo è un problema comune.
Però, per Lion è aggravato dal fatto che l'essere "nuovi" e, soprattutto, l'avere l'occasione del rilancio della DC (starting point migliore degli ultimi venticinque anni), meritava una pubblicità migliore.
Anzi: una pubblicità. Che non c'è stata.
Ma ne abbiamo parlato a suo tempo QUI e QUI.
Questi sono semplici consigli.
Ma, attenzione: non sono né gratuiti, né avventati.
Non sono gratuiti perché sia il sottoscritto, che lavora e punta molto sulla DC, né i fan, che sperano che le cose migliorino e non hanno interesse a sperare in un nuovo licenziatario (l'ennesimo...), hanno appunto alcuno stimolo a demolire la Lion.
Non sono avventati, perché uniscono il punto di vista lavorativo, il mio e quello dei miei colleghi, coi quali spesso mi confronto, e quello del fan, dal quale molte di queste indicazioni provengono.
Personalmente, ad averne di critiche così al mio lavoro... Se non altro, mi darebbero un punto di vista diverso...
E mi piacerebbe, almeno ogni tanto, lavorare COI distributori e CON GLI editori, invece che PER i suddetti.
ps: ora si parla di "4° Wave", abbassamento prezzi, nuove collane: tutto come se fosse periodo elettorale anche per gli editori. Chi vivrà vedrà...
Errore che un editore imparentato con un distributore non dovrebbe fare: rimandare continuamente le uscite. Molti lo fanno, ma sono quasi tutti piccoli.
I "grandi" rispettano i calendari: Star Comics, Bonelli.
Panini, ad esempio, ha svariati rinvii, ma su un calendario molto fitto (gennaio 2013: 122 uscite, non contando variant e ristampe, contro le 64 di Lion, contando pack, Goen, e tutti gli albi spostati da dicembre), ci può anche stare.
Se si va a vedere la checklist DC pubblicata sugli albi di dicembre, si scopre che circa la metà delle uscite è stata fatta slittare: il tutto sotto Natale, classico periodo di incremento delle vendite.
Aggravante è data dai dai TRE MESI di anticipo con cui è necessario effettuare le prenotazioni al distributore, cosa mai vista: in genere, almeno per gli editori (mi verrebbe da dire "seri", pensando ai tanti piccoli che, uno o due anni dopo, ancora devono pubblicare albi annunciati e riannunciati...) di media e grande dimensione, che in genere si "accontentano" di soli due mesi di preavviso.
4-Catalogo, long seller e confusione
Ristampe di tanto materiale, ma tantissimi long seller che latitano. Chi ha più visto Watchmen, Batman: the Killing Joke, Sandman, Preacher e tante altre cose? Il tutto in un catalogo SENZA EGUALI al mondo, per opere di primaria importanza, quale è quello DC.
E' stata una grossa pecca, non di Lion, ma semmai di Alastor, il non aver recuperato il catalogo Planeta.
Buona, tutto sommato, l'idea di fare gli spillati di Watchmen e Before Watchmen, che sembra stiano vendendo, ma anche qui c'è tanta confusione: sono edizioni limitate al primo ordine o no? All'inizio sembra di si, poi comunicano di no, ma sui cataloghi c'è ancora scritto così.
Per carità: meglio, almeno non si rimane coi "buchi" in collezione...
Ma... così, si premiano i negozianti che, facendo gli ordini, hanno rischiato poco, prenotando il minimo, ed ora - alla bisogna - possono richiederne altre. Chi ha puntato sul prodotto, prendendone molte copie - come ti invogliavano a fare le promozioni proposte dall'editore/distributore - ha corso un rischio, senza che ci fosse la necessità di farlo.
5-Politica verso i negozi
E il punto precedente ci porta qui.
Come dicevamo all'inizio, stupisce che un gruppo editoriale che è tutt'uno con un distributore possa avere problemi distributivi. In sintesi: tante variant edition, ma con dei paletti imposti negli ordini, che portano il negoziante, necessariamente, a variare il prezzo degli albi "limitati", che non sono liberamente ordinabili. Il tutto, però, con un prezzo diverso stampato in copertina.
Non si potevano lasciare tali albi SENZA prezzo? Legalmente si.
E non parliamo delle variant vendute solo a Lucca... con una copia data (UNA) con grande generosità due mesi dopo, ai soli RW Point...
A livello distributivo, poi, non aiuta per nulla l'avere la possibilità di conoscere le promozioni un mese dopo i miei clienti. Nello specifico: il catalogo Mega con le novità da prenotare esce, all'incirca, il dieci del mese, e contiene l'indicazione delle - spesso macchinose, a dir poco - iniziative promozionali dell'editore: dalle stampe in omaggio ai pack, passando per quelle legate a vari personaggi o situazioni. Per aderire a quelle promo, servono le esatte condizioni praticate ai negozianti, che vengono comunicate alla libreria, di solito, DOPO che questa ha fatto gli ordini, tramite il modulo Business che viene inviato a ridosso della "deadline", se non i primi giorni del... mese successivo!
Senza parlare, poi, della macchinosità di tutto il sistema promozionale: pensate ai Bat-Pack relativi alla Notte dei Gufi, pubblicizzati poco prima Natale, per iniziare ad uscire il 5 gennaio, quando il distributore era chiuso per ferie dal 22 dicembre fino all'anno nuovo! Come ordinare, come diffondere la notizia ai clienti? E, oltretutto: modificare tutti gli ordini per avere pack VIRTUALI, che non erano descritti come tali da nessuna parte. Infatti, quasi nessuno aveva capito...
In genere, quando un produttore prova a coinvolgere un cliente - privato o rivenditore che sia - portandolo a partecipare ad una promozione, semplicità, chiarezza e capacità di invogliare all'acquisto, sono i requisiti essenziali: farraginosità e ambiguità, invece, sono gli ingredienti fondamentali delle comunicazioni alle fumetterie, che spesso si trovano - ribadisco - a non sapere come rispondere alle domande dei clienti, che leggono "in giro" cose che ancora non sono state ben definite e comunicate.
Questo vale anche per il Reboot: vetrofanie arrivate in ritardo, idem per i poster, che tanti negozi non hanno neanche visto.
Infine: casini col corriere o con la tipografia prima di Natale ce ne possono anche essere, ma non esiste che fai uscire la marea di volumi e cartonati prevista per la settimana natalizia con due settimane di ritardo. Non esiste.
6-Pubblicità inesistente.
Ma questo è un problema comune.
Però, per Lion è aggravato dal fatto che l'essere "nuovi" e, soprattutto, l'avere l'occasione del rilancio della DC (starting point migliore degli ultimi venticinque anni), meritava una pubblicità migliore.
Anzi: una pubblicità. Che non c'è stata.
Ma ne abbiamo parlato a suo tempo QUI e QUI.
Questi sono semplici consigli.
Ma, attenzione: non sono né gratuiti, né avventati.
Non sono gratuiti perché sia il sottoscritto, che lavora e punta molto sulla DC, né i fan, che sperano che le cose migliorino e non hanno interesse a sperare in un nuovo licenziatario (l'ennesimo...), hanno appunto alcuno stimolo a demolire la Lion.
Non sono avventati, perché uniscono il punto di vista lavorativo, il mio e quello dei miei colleghi, coi quali spesso mi confronto, e quello del fan, dal quale molte di queste indicazioni provengono.
Personalmente, ad averne di critiche così al mio lavoro... Se non altro, mi darebbero un punto di vista diverso...
E mi piacerebbe, almeno ogni tanto, lavorare COI distributori e CON GLI editori, invece che PER i suddetti.
ps: ora si parla di "4° Wave", abbassamento prezzi, nuove collane: tutto come se fosse periodo elettorale anche per gli editori. Chi vivrà vedrà...