Col numero 234 è iniziata la nuova serie di Thor.
Alle redini del personaggio, ormai da quasi sei anni, l'affermatissimo Jason Aaron.
Iniziato col numero 171 italiano di Thor, il ciclo si è sviluppato in diverse fasi: la prima, "Thor Dio del Tuono", in larga parte benedetta dai dipinti di Ribic, vede il figlio di Odino alle prese col Macellatore di Dei, che altri non è che la "scusa" per la seconda fase, quella che vede il debutto del Thor donna, giustificato dall'indegnità del primo, che non riesce più a sollevare Mjolnir. Del piano a lunga gittata di Aaron ci rendiamo conto iniziando questo arco di storie: è la perdita di fiducia nel ruolo degli dei la causa dell'indegnità di Thor, quindi del venir meno dei suoi poteri.
Un Thor abdica, un altro ne assume il manto.
E, dopo un veloce periodo di adattamento, la "nuovissima" Thor ci fa dimenticare il vecchio figlio di Odino. Amata da tutti i "colleghi" dei, odiatissima da Odino, talmente fuori di testa da affidare il trono al fratello folle, il personaggio acquista spessore di storia in storia.
Fa la cosa giusta con facilità, sembra gracile quanto bella, ma in realtà è dura come l'acciaio.
Come tutti i supereroi che si rispettino, però, c'è il superproblema: la donna dietro la maschera, Jane Foster. Ha un tumore, e quando diventa Thor, la malattia si ferma, ma allo stesso tempo la chemioterapia perde i suoi effetti.
Jane Foster sta morendo.
E qui ci fermiamo per non spoilerare il finale della saga, pubblicato nei numeri 232-233 della serie.
In tutto questo, ci piace raccontarvi di... quando Jane Foster è diventata una dea per la prima volta...