Mi accingevo a fare
Pescara Comix con una buona predisposizione.
Dopo l'orrenda
Bologna dei ladri, la buona - una volta tanto! -
Romics, ero convinto che questa manifestazione poteva essere una piccola scoperta, un po' come
Teramo Comix.
E' da un bel po' che sostengo che, una fiera piccola al mese, sarebbe un investimento migliore di quattro o cinque grandi nel corso dell'anno: meno rischio, meno sforzo e lavoro, e forse lo stesso guadagno.
Invece, per una serie di motivi, legati ad alcune recenti difficoltà lavorative, all'inserimento di nuovo personale e alla concomitanza di diversi eventi in poche settimane (e, diciamocelo, anche a due giorni interi di ferie, gli unici non lavorativi di aprile!) ero partito non molto preparato, dopo aver caricato male e quasi a caso le cose da portare in fiera.
Generalmente, mentre per i grandi eventi prendo di tutto, per quelli medio-piccoli, cui vado in auto, seleziono minuziosamente i pezzi da portarmi. Stavolta - complice anche il fatto che in contemporanea preparavo la fiera dell'anno, Napoli - non è stato così. Per questo, come detto, sono partito abbastanza deluso da come mi ero organizzato.
Arrivato, scopro che la manifestazione è all'aperto: o, meglio, in un centro commerciale parzialmente scoperto, e in alcune zone del quale entra la pioggia. Il maltempo - anche se è aprile può capitare e va previsto - è davvero eccezionale: per strada mi sono spaventato vedendo la quantità di neve sulla Roma-Pescara!
Pur essendo contrario per principio alle manifestazioni all'aperto, sono in gioco e ovviamente scarico ed allestisco, in un clima da fine gennaio.