martedì 8 ottobre 2024

Tornare a Romics, dopo cinque anni. Con ladri e rapinatori! #1719

Ottobre 2019: non lo sapevo, ma stavo facendo la mia ultima Romics.

Ottobre 2024: ritorno a Romics.


Questi cinque anni ci avrebbero dovuto dare il modo di fare una piccola, ma spero non banale, analisi: il fatto è che, poi, durante la fiera, è successo qualcosa che mi ha fatto cambiare rotta.
Ma andiamo con ordine...

Dicevo nel 2019, a resoconto: 

la forte impressione è quella riscontrata nelle ultime Romics, ovvero - semplificando - di una fiera che cresce come numeri, forse anche come offerta (almeno ci prova) ma non come qualità di pubblico: tanto, tantissimo, mai a memoria come quest'ultimo anno. Ma che vede una percentuale bassissima di acquirenti: da una stima fatta coi colleghi, l'1-2% di chi entra compra. Il che significa che non è pubblico interessato, ma solo di passaggio, un po' come le fiere che si fanno nei centri commerciali...


Cinque anni dopo, mi trovo a fare le stesse riflessioni, se non peggiori.


L'incasso, discreto, è da salvare.
E meno male.
Per il resto, trovo poco.

La struttura Fiera di Roma è fatiscente. Zone con evidenti crepe, bagni inutilizzabili (infatti ne hanno messi altri, interni ed esterni), salite e discese, mini dislivelli in punti che dovrebbero essere piani, perché dedicati al passaggio dei carrelli. In un punto del mio padiglione pioveva.

L'offerta "fumetto" della fiera è quasi nulla, e consiste in qualche stand e nell'Artist Alley. Ora: i primi sono in calo, sempre meno fumetti, sia nuovi che usati, sempre meno chicche da cercare per i collezionisti. Gli autori, invece, sono numerosi: ma pensare che basti fare due file di tavoli per poter configurare una offerta culturale, è un po' pretenzioso. Ci vorrebbe ben altro.

Invece i fumetti fanno da comprimari alle cover dei cellulari, ai tanti stand di materiale illegale (almeno per quello che so io sul diritto d'autore...), del cibo declinato in tutte le salse (è proprio il caso di dirlo), a tutto quello che può esistere al mondo che sia più piccolo di un motorino e non abbia pagine di carta.
Come nel 95% delle fiere italiane, forse anche un po' di più.

Specifico, quando parlo di "materiale illegale", che Romics (in particolare) ha stand con gadgets contraffatti o che lucrano su copyright altrui: e non mi riferisco ai piccoli privati con il banchetto, o al singolo pezzo in mezzo a tanti altri, ma di INTERI stand...
Non vederlo come un problema è parte del problema stesso.


Ma tutto questo è niente rispetto al problema dei furti. E non solo furti!
Inizia tutto dalle decine di ragazzini che ti portano, per venderli, fumetti che sono palesemente rubati altrove. Non ho qui lo spazio per spiegarlo in dettaglio, ma in genere quando hanno con se cose proprie, si vede: te le descrivono, ti dicono di chi erano. Quando portano materiale rubato altrove, lo capisci. O è sigillato, o è addirittura col prezzo, e si vede che è rubato.

E questo perché a Romics si ruba. Tanto. In fiera non ci si può distrarre: nessuno dei quattro giorni.
Si è talmente assuefatti che, se lo dici a un collega, ti risponde che sei tu che devi controllare. O che "è normale", e che, anzi, si è contenti se "rubano poco"...

Si può lavorare ragionando in questo modo?
 
Quest'anno hanno preso anche diversi incassi, entrando in pieno giorno dentro gli stand.
Osservano, pianificano, agiscono.

Lo stand davanti al mio, senza che io o nessuno dei miei vicini ce ne accorgessimo, è stato RAPINATO.
RAPINATO, non derubato.
Il sabato, in pieno giorno e a fiera piena, nelle ore di punta.
Con tanto di polizia presente a fare gli identikit dei ladri.

Se si accetta questo come normale, se già tra di noi ci diamo la colpa e non capiamo quanto sia assurdo e anormale tutto questo, se non agiamo per cambiare il problema, anche in questo caso diventiamo parte dello stesso, e consegniamo Romics in mano a ladri e rapinatori.

Per essere concreti: farebbero molto due iniziative semplici.
La prima: dare una linea wi-fi riservata ai POS degli espositori. Pagamenti elettronici facilitati, meno contanti in giro. Altre fiere lo fanno.
La seconda: più vigilanza tra gli stand. In ogni padiglione devono esserci delle persone perennemente in movimento, facilmente identificabili e riconoscibili che girino continuamente tra i banchi. Questo scoraggerebbe di certo i piccoli ladri, e metterebbe comunque in guardia anche quelli più organizzati.

Con quello che si paga di stand, i costi non mi sembrano un problema...


Il giudizio finale sull'ultima Romics è come cinque anni fa, esattamente uguale:
Vendite buone, in crescita, ma comunque risibili se si fa il confronto con la quantità di persone presenti in fiera.
Costi mostruosamente alti.
Ma questa volta, fiera da NON rifare, se non si pone un rimedio ai furti.
Il problema, se non si fosse capito, riguarda espositori, autori e pubblico presente. E' un problema democratico, di tutti: nessuno (e ci sono anziani, bambini, disabili...) può essere al sicuro in una situazione del genere, in mezzo a quella ressa così compatta e con personaggi così pericolosi...

2 commenti:

  1. Furti (tanti), bagni inutilizzabili, pioggia nei padiglioni… Com’è possibile lavorare in queste condizioni?

    Una buona organizzazione è uno dei due motivi (l’altro è facilmente intuibile) che ci spinge a scegliere di partecipare a una fiera del settore. Per questo, viste le numerose testimonianze dei colleghi, abbiamo sempre deciso di snobbare Romics. E il tuo resoconto conferma la nostra scelta.

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