Come tutti ho letto la notizia, sentito anche commenti ironici del tipo che Amazon non se ne è neanche accorto. Sarcasmo che forse non ha colto il punto.
Qualche giorno dopo, ho cercato il comunicato. Eccolo.
Quando un imprenditore dice quello che pensa, e rinuncia comunque ai soldi di un colosso, va ascoltato.
E ho notato, nei titoli della notizia che veniva data solo pochi giorni prima, una imprecisione da correggere.
Premetto che non conosco l'editore né il suo catalogo. Non si parla di fumetti, eh...
E non so esattamente - anche se sicuramente meglio della stragrande maggioranza di chi legge e commenta questi pezzi! - quali siano i meccanismi che legano gli editori ad Amazon.
L'imprecisione di cui dicevo qui sopra, è questa: non "SU", ma "AD".
L'editore E/O, non smette di vendere SU Amazon, ma AD Amazon.
E c'è un mondo di differenza.
In questa situazione, chi fa la parte del Marchese Del Grillo nella sua più celebre affermazione, "Mi dispiace, ma io so io..."? |
Amazon è un sito un po' particolare: non tutti lo sanno, ma oltre che acquistare direttamente da Amazon stesso, c'è il Marketplace, ovvero l'insieme di tutti i venditori, negozi o singoli privati, che vendono tramite il portale, e ad esso pagano una commissione, in cambio della quale ricevono visibilità e "spinta" notevoli, ma per usufruire del quale devono sottostare alle rigide regole imposte.
In molti affermano che la vera ricchezza prodotta da questo immenso venditore online siano i privati: non so se è così e non ho dati, ma so che ci sono molti motivi - e non tutti strettamente economici - per cui sostenerlo non è una assurdità.
Un editore ha diverse scelte, per vendere su Amazon: farlo direttamente, affidarsi alla logistica del sito, farlo fare alle librerie del Marketplace. Nel primo caso, forse la soluzione economicamente più vantaggiosa, deve comunque essere organizzato per poter spedire: e non è così scontato che lo sia. Nel secondo deve rinunciare ad una grossa fetta di utili e sottostare alle regole imposte.
Nel terzo non deve far nulla: sono le librerie che vendono online a mettere in vendita i libri del suddetto, un po' come fanno nei negozi. Ne consegue che l'editore stesso non avrà oneri ulteriori, ma beneficerà delle vendite che questi faranno: tutti i costi saranno a carico del cliente e delle librerie. Se i libri sono validi e richiesti, sicuramente le vendite saranno soddisfacenti.
Certo: vendere direttamente tramite Amazon da una maggiore visibilità, e tramite gli sconti da questo effettuati, maggiore convenienza al cliente. Ma la differenza, quella vera, la fa il mercato: se i tuoi libri sono validi, ben pubblicizzati, appetibili, venderanno comunque. Anche a prezzo intero.
E qui la forza della scelta di E/O. Non so se alla fine dei conti ne siano consapevoli e l'abbiano fatto apposta, ma in questo modo i loro libri rimarranno su Amazon, anche se "solo" nel Marketplace, e verranno venduti "solo" dalle librerie A prezzo pieno, immagino, perché non ci sono margini per fare sconti (che si sommerebbero alle commissioni da pagare, rendendo la vendita antieconomica).
Sicuramente non sarà una perdita per Amazon, che ha ben altre frecce al proprio arco: ma per i librai è un segnale di cambiamento.
Pensandola dal punto di vista del fumetto: e se gli editori del nostro settore smettessero di vendere i propri libri ad Amazon? Siete sicuri che ci perderebbero? Io dico di no: e lo dimostra il fatto che sarebbero comunque SU Amazon, anche se non proposti DA Amazon.
Già ce ne sono, eccome.
Magari qualche vendita in meno: ma con margini di guadagno più ampi.
E senza scontentare le librerie, che sarebbero invogliate ad investire su editori che fa comodo avere in catalogo perché commercialmente appetibili.
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