domenica 25 gennaio 2015

Come ti frego il cliente

Inizia tutto col buon Cerri che mi chiede se gli trovo Superman Cenisio 102.
Non vi faccio tutta la tirata da nerd, non vi preoccupate. Vi basti sapere che è un numero interamente dedicato a He-Man e i Masters of The Universe, non a “Superman e i Masters” o a una storia di questi ultimi in appendice all’Uomo d’Acciaio. No: solo i Masters. Saga completa.

E perché è stata pubblicata su un albo di Superman Cenisio, chiederanno i più arguti di voi (ci sono?? E che fate qui??)? Non ne ho la più pallida idea, ma sarò felice di pubblicare eventuali spiegazioni in merito…

Dunque, dicevo: Cerri, noto cliente ed amico di Antani Comics, mi chiede questo albo.
Lo cerco online, e non lo trovo.




Me lo annoto: alla prima fiera glielo prenderò.

Anche perché, nel frattempo, il summenzionato (Cerri, non He-Man o qualcuno dei Masters) ha accumulato pure qualche credito, visto che ha realizzato svariati volantini per il sottoscritto, oltre a riparare definitivamente, almeno quattro o cinque volte (per i meno arguti, che sicuramente ci sono, sottolineerei la contrapposizione tra “definitivamente” e “almeno quattro o cinque volte”) la insistemabile porta del negozio.

Insomma: Antani, a Cerri, ci deve qualcosina…

E per questo, indefessamente, durante l’Arezzo Comics di ieri ed oggi, ha cercato ‘sto benedetto Superman 102. In tutti i banchi, in tutti i laghi ed in tutti i luoghi.
Oppure, secondo la questura, lo ha casualmente trovato su un tavolo mentre passava per andare a prendere un caffè al bar, giusto per evitare l’appennicamento del dopopranzo…

(Malelingue).

Trovato il fatidico albo, su un mucchio di altri, l'Antani, che poi sarei io che parlo in terza persona, lo prende, lo gira, e vede il prezzo.

Anche qui: sono disponibilissimo ad ospitare una lunga spiegazione storica sul perché molti riprezzino gli albi sul retro, costringendo continuamente chi vuole sapere quanto costino a girarli. E, badate bene: quando sono appoggiati, va bene. Ma quando li trovate impilati in una scatola, o appesi a due metri due di altezza… beh, non è proprio la cosa più facile del mondo…

Quindi, dicevo: vedo il prezzo.
Venti euri, pari a circa quarantamila del vecchio conio.

Chiamo il proprietario dello stand, che per la privacy sarà Ciccioformaggio, e gli chiedo, da collega, quanto me lo fa. Ora, sappiatelo: tra colleghi venditori, ci si fa lo sconto. Poco o tanto, non importa.
E, se non capite il perché, non è questo lo spazio per spiegarvelo.

Insomma, Ciccioformaggio, che non è un negoziante, quanto uno di quei privati che vende in fiera (ci tengo a specificarlo), mi guarda e fa: “Uh! Ma tu sei coso”, biascicando qualcosa di incomprensibile. Ora, io ho su una felpa con scritto ANTANI COMICS, non è difficile capire che non è lo sponsor.

Ciccioformaggio (quanto mi piace scriverlo!), superato l’imbarazzo iniziale, prova a rifilarmi diverse cose, visto che sono - a suo dire - un fan dei Masters. Provo a dirgli che non me ne frega nulla, ma mi fa vedere una pila di albetti, dimenticabilissime riviste anni ottanta con protagonisti He-Man ed i suoi amici; gli spiego che è per un cliente, e continua a darmi roba, tipo una raccolta con orribili gadgets, gli scandisco che il-mio-cliente-cerca-solo-quello, e lui mi continua a cianciare della raccolta coi gadgets, dicendomi che la vende a quarantacinque, e che gli dicevano che era cara, ma ne ha vendute ben tre, (diconsi: 3!) a quel prezzo… e alla fine si arrende con un “Ah, quindi hai capito cosa è? Ma la conoscevi?”…

Uff…!!!

Gli chiedo di nuovo quanto me lo fa, e lui, girandolo, vede “venti”.
Sconsolato, mi fa: “Eh… lo volevo fare quaranta… venti è il prezzo a cui l’ho comprato io! Posso farti venti”. Wow: “Bello scontone - gli faccio notare - da venti a quaranta a venti nel giro di dieci secondi”. Manco lo spread!

Chissà quanti ne ha venduti a quel prezzo! Almeno cinque o sei. Forse tre. O due.

Gli faccio notare che sta vendendo a me, che dovrei teoricamente poi rivenderlo, allo stesso prezzo che al pubblico… Ma lui insiste sui venti.
Badate bene: non contesto la valutazione, per me poteva pure costare cinquanta…ma critico il metodo. Il prezzo è quello esposto. Punto. E su quello ragioniamo.
Non su una ipotetica ed immaginaria cifra che è solo nella tua testa.

Gli do venti euro, prova a darmi il resto “per un caffè”, a detta sua, ma me ne vado mandandolo idealmente - neanche tanto - a visitare posti più ameni, tipo quello il cui sindaco è amico di Alberto Sordi (avete presente?)…


Ecco: questo è uno dei motivi per cui, spesso e volentieri, i “fumettari” stanno sulle palle a chi compra quello che vendono. Poco importa che siano negozianti, o privati…

Se il prezzo è poco chiaro, se - come mi è capitato altrove - tu venditore butti roba su uno scatolone sotto il tavolo, e quando ti chiedo quant'è mi dici che "sono quasi tutti a un euro, più meno, ma dipende dal pezzo", e che guarda caso, proprio quello che ho preso io, ma proprio quello, costa cinque… Beh, se questo è l’atteggiamento, francamente, più che un venditore, sei un piccolo truffatore.

E non sono io a doverti dire che è giusto che tu stia un po’ sulle palle a chi compra, visto che - indubbiamente - stai pure sulle mie, che sono un (brrrr…) “collega”…

7 commenti:

  1. ciao sono ciccioformaggio. sei un grande!

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    1. siamo tutti grandi!!! ma ciccioformaggio lo è di più, gràzie di esistereeeeee!

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  2. Sono IO ciccioformaggio!! e siete tutti dei grandi...

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  3. http://www.segreti.it/segreto-295/la-supercazzola

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  4. Ciao il senso dell'articolo è abbastanza chiaro e lo condivido anche, però secondo me hai scleto l'esempio sbagliato :-)

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