lunedì 30 aprile 2012
Editori Creativi #3: anche al Comicon 2012, è sempre la stessa storia...
LIVE COMICON!
E' prassi che gli editori anticipino in fiera le uscite del mese. Sono le cosiddette "anteprime".
Va anche detto che, purtroppo, ci sono editori che "piegano" i calendari delle uscite, in modo da avere le anteprime più succose per le fiere maggiori: confrontate le uscite di Naruto con le date delle maggiori Convention per avere riscontro...
Così trovi clienti che tornano dal Comicon, e ti dicono che Umbrella Academy 2, che aspettavi da cinque anni, è uscito proprio lì, e magari lo hanno preso, ed hanno acquistato pure il 100% Panini Comics Casanova 2... E, guardacaso, c'erano gli autori che glielo hanno autografato.
E, il cliente, giustamente, per avere il disegnino, se li è presi lì, "scordandosi" della prenotazione in negozio.
E, l'editore, ovviamente, fa cassa, scordandosi di promuovere le vendite in fumetteria, e tutto il sistema distributivo.
Sono danni gravi? Assurdi?
No, per carità.
Ma sono (anche) questioni di principio.
L'editore lo fa per promozione? No, perché se così fosse, manderebbe tali novità PRIMA in fumetteria, dando modo al cliente che partecipa alla manifestazione di poter prendere il volume prenotato per POI portarselo in fiera.
Ripetiamolo, che giova: non è promozione, l'editore lo fa esclusivamente per motivi di cassa.
C'è qualcosa di male? Forse no, ma è utile saperlo. "Come faccio a dirlo con tanta certezza?", si chiederanno i miei dodici lettori? Lo dice la logica: se fai "promozione", le novità in anteprima le porti a tutte le fiere, cerchi di essere rappresentato dappertutto, al Comicon come a Roccaccannuccia Comics. Conoscete "WR buste ed accessori" o Tunue? Sono -rispettivamente- un distributore ed un editore, che da sempre fanno tantissime fiere in tutta Italia, spesso in perdita, ma allo scopo di far conoscere i propri prodotti. Li conosco e li cito volentieri perché abbiamo iniziato a girare per mostre nello stesso periodo, e me li ritrovavo spesso come vicini "di banco".
Come dire: promozione come modello sostenibile.
Tornando al problema delle anteprime in fiera, questo si pone soprattutto dal momento in cui i negozi raccolgono dai clienti prenotazioni (almeno) DUE mesi prima, le girano ai distributori, non avendo poi possibilità di modificarle o diritto di reso.
L'editore fa cassa, il negozio ha la novità in ritardo.
E il sistema gira sempre in favore dei primi, perché dettano le regole a proprio uso e consumo, e usano i negozi come proprie appendici.
E' possibile fare diversamente? Lion, tanto criticata (giustamente) per i molti errori fatti, ha distribuito ai negozi il Batman di David Finch (ospite al Comicon) il giorno prima della manifestazione: ci vuole tanto a farlo?
Alcuni anni fa, Star Comics offrì il diritto di resa per le novità che portava in anteprima a Lucca.
Rispetto: cari editori "creativi", offritecelo e lo avrete anche voi.
Fino ad allora, fare i fighi alle fiere, con stand megagalattici, utili solo al vostro ego, non servirà che a promuovere il vostro disprezzo per il nostro lavoro.
Due note "finali":
-Restando "in topic" con quanto detto, andrebbe visto anche il punto di vista del cliente. Se è "fedele e preciso", se prenota le novità, come il sistema gli richiede, riceve in premio il fatto che... non può prenderle in fiera, con l'autore (ed il relativo disegno omaggio) presente. Deve allora adeguarsi a quello che la distribuzione gli chiede, tenendo presente che il cliente "preciso e fedele" è quello che le fiere se le gira? Questo è quello che mi è stato chiesto, chissà se qualcuno risponderà...
-Sul Comicon: le vendite non sono esaltanti, ma mi sento di dire che l'organizzazione è stata davvero impeccabile, e che questa, al momento e da svariati anni, è complessivamente la miglior fiera italiana. Dire altro sarebbe superfluo, al momento...
domenica 29 aprile 2012
Dal Comicon 2012: scoop su scoop!
Secondo giorno: molte indiscrezioni, ma anche le dichiarazioni ufficiali:
-La Lion, dopo i tanti problemi degli ultimi mesi, dichiara su Twitter e sul sito ufficiale: "Da oggi niente più erori. D'avvero!". Lorenzo Corti (da noi recentemente intervistato) ce lo conferma e rilancia: "Abbiamo stipulato oggi stesso un contratto per un nuovo service editoriale. Traduzioni e lettering saranno curate da un colosso con esperienza decennale: Planeta De Agostini;
-Panini Comics, non ci stà. Per bocca del senior marketing managemet superior executive shamalayan Alex Bertrandi, dichiara "Aumenteremo gli errori e gli orrori. Sia mai che qualcuno ne fa più di noi!". Oltretutto gira la voce insistente di un nuovo sito per Panini Comics. Ancora più brutto;
-Brutta aria in casa Star. Tra chiusure di serie italiane, presunti rilanci e voci che si rincorrono, pare che Giuseppe Di Bernardo rischi il posto: potrebbero arrivare Alessandro Di Virgilio o Claudio Ranieri;
-l'Organizzazione del Comicon, per bocca del travel magazine senior organizator, Alessandro Spinosa, ammette: "Lucca? Non siamo ancora al loro livello. Ma sicuramente siamo più belli. Oh! E basta parlare di pizza. Lucca? Hanno solo la zuppa di farro, gné, gné, gné."
-A proposito di mostre, Nicola Orifizi, junior coordinator del fandom di Romics, nonché supervisore commerciale di Romics, rilascia una dichiarazione inequivocabile: "Albissola Comics? Non ci andrò mai, soprattutto perché non so dove sia."
-Ancora Lion: sono pronte per la distribuzione le copie corrette di Invisibles e Batman: Gates of Gotham. Per un errore del magazziniere, sono state mischiate con le fallate e, purtroppo, come dichiara Pasquale Saviano, commissario straordinario per la distribuzione Lion, sul suo sito: "Non riusciamo a distinguerle da quelle buone". Eh?
-Clamoroso il lavoro della security del Comicon, che ha effettuato un incredibile lavoro di filtro. Solo stamattina, è stato impedito l'accesso a 23 negozianti, 12 autori, 3 addetti e 2 infiltrati con biglietti falsi. Dall'anno prossimo, direttamente sedia elettrica per chi non abbina pass e braccialetto...
-Tra l'altro, chiarito il mistero sul nome "RW": significa "Leone". In Egiziano. E si legge "ru".
Ma perché proprio il leone? E perché in egiziano?
A quando "Unta Comics"? Vi lascio indovinare lingua e significato...
A proposito di bestie strane... domani prometto foto, foto e foto.
Ma taggateci su Facebook: abbiamo fatto più fotobomberaggi che mai!
-La Lion, dopo i tanti problemi degli ultimi mesi, dichiara su Twitter e sul sito ufficiale: "Da oggi niente più erori. D'avvero!". Lorenzo Corti (da noi recentemente intervistato) ce lo conferma e rilancia: "Abbiamo stipulato oggi stesso un contratto per un nuovo service editoriale. Traduzioni e lettering saranno curate da un colosso con esperienza decennale: Planeta De Agostini;
-Panini Comics, non ci stà. Per bocca del senior marketing managemet superior executive shamalayan Alex Bertrandi, dichiara "Aumenteremo gli errori e gli orrori. Sia mai che qualcuno ne fa più di noi!". Oltretutto gira la voce insistente di un nuovo sito per Panini Comics. Ancora più brutto;
-Brutta aria in casa Star. Tra chiusure di serie italiane, presunti rilanci e voci che si rincorrono, pare che Giuseppe Di Bernardo rischi il posto: potrebbero arrivare Alessandro Di Virgilio o Claudio Ranieri;
-l'Organizzazione del Comicon, per bocca del travel magazine senior organizator, Alessandro Spinosa, ammette: "Lucca? Non siamo ancora al loro livello. Ma sicuramente siamo più belli. Oh! E basta parlare di pizza. Lucca? Hanno solo la zuppa di farro, gné, gné, gné."
-A proposito di mostre, Nicola Orifizi, junior coordinator del fandom di Romics, nonché supervisore commerciale di Romics, rilascia una dichiarazione inequivocabile: "Albissola Comics? Non ci andrò mai, soprattutto perché non so dove sia."
-Ancora Lion: sono pronte per la distribuzione le copie corrette di Invisibles e Batman: Gates of Gotham. Per un errore del magazziniere, sono state mischiate con le fallate e, purtroppo, come dichiara Pasquale Saviano, commissario straordinario per la distribuzione Lion, sul suo sito: "Non riusciamo a distinguerle da quelle buone". Eh?
-Clamoroso il lavoro della security del Comicon, che ha effettuato un incredibile lavoro di filtro. Solo stamattina, è stato impedito l'accesso a 23 negozianti, 12 autori, 3 addetti e 2 infiltrati con biglietti falsi. Dall'anno prossimo, direttamente sedia elettrica per chi non abbina pass e braccialetto...
-Tra l'altro, chiarito il mistero sul nome "RW": significa "Leone". In Egiziano. E si legge "ru".
Ma perché proprio il leone? E perché in egiziano?
A quando "Unta Comics"? Vi lascio indovinare lingua e significato...
A proposito di bestie strane... domani prometto foto, foto e foto.
Ma taggateci su Facebook: abbiamo fatto più fotobomberaggi che mai!
sabato 28 aprile 2012
Dal Comicon 2012: prime immagini
Prime immagini, notizie e commenti dal Napoli Comicon del 2012, evento che il sottoscritto ha sempre considerato (nel complesso) come il migliore del settore nel Belpaese (per meriti propri e demeriti altrui).
Da quest'anno, il salone si è spostato completamente da Castel Sant'Elmo alla fiera di Oltremare.
Prime immagini.
La sveglia non è delle migliori per qualche collega, come Enrico da Genova...
I nostri vicini non sono esattamente orientati verso il fumetto...
In compenso abbiamo il mitico Filo di W.R. Buste & Accessori che alza (notevolmente) il livello di questa zona...
E, diciamocelo, uno degli stand migliori mai allestiti da Antani Comics nelle oltre ottanta fiere cui abbiamo partecipato...
Alcuni commenti.
Struttura vetusta, ma idonea a manifestazioni del genere.
Comoda, facilmente raggiungibile in auto (dieci minuti dall'autostrada... cose mai viste!)
La fiera è ben gestita, gli spazi ottimizzati, l'organizzazione veloce e cortese.
Poche le critiche: i nomi degli espositori che hanno i tavoli vanno comunque associati al numero dello stand; il braccialetto obbligatorio per gli espositori è diventato una pratica comune, ma veramente (non mi viene aggettivo migliore) brutta; il parcheggio espositori gratis per le auto, a pagamento se hai un furgone è ridicolo; concordo pienamente con la politica "se vuoi il disegno, compra l'albo", ma lo sketch puoi farmelo anche su un foglio, non necessariamente sul fumetto, no?
Presto (tempo permettendo) altre foto e commenti "live"!
Da quest'anno, il salone si è spostato completamente da Castel Sant'Elmo alla fiera di Oltremare.
Prime immagini.
La sveglia non è delle migliori per qualche collega, come Enrico da Genova...
I nostri vicini non sono esattamente orientati verso il fumetto...
In compenso abbiamo il mitico Filo di W.R. Buste & Accessori che alza (notevolmente) il livello di questa zona...
E, diciamocelo, uno degli stand migliori mai allestiti da Antani Comics nelle oltre ottanta fiere cui abbiamo partecipato...
Alcuni commenti.
Struttura vetusta, ma idonea a manifestazioni del genere.
Comoda, facilmente raggiungibile in auto (dieci minuti dall'autostrada... cose mai viste!)
La fiera è ben gestita, gli spazi ottimizzati, l'organizzazione veloce e cortese.
Poche le critiche: i nomi degli espositori che hanno i tavoli vanno comunque associati al numero dello stand; il braccialetto obbligatorio per gli espositori è diventato una pratica comune, ma veramente (non mi viene aggettivo migliore) brutta; il parcheggio espositori gratis per le auto, a pagamento se hai un furgone è ridicolo; concordo pienamente con la politica "se vuoi il disegno, compra l'albo", ma lo sketch puoi farmelo anche su un foglio, non necessariamente sul fumetto, no?
Presto (tempo permettendo) altre foto e commenti "live"!
giovedì 26 aprile 2012
Il Reboot DC in Italia parte 3: Intervista a Lorenzo Corti
Continuiamo il nostro viaggio di esplorazione verso il rilacio DC Comics del "New 52" del 27 aprile 2012, intervistando Lorenzo "Preacher" Corti, Direttore Editoriale della LION, licenziataria DC per l'Italia dal 1° gennaio 2012.
Gli albi sono da 72 pagine, quelli USA da 20.
Cosa ci metterete, cover a parte?
Non era meglio un formato a 64, sicuramente più economico, visti i problemi di foliazione "a sedicesimi"?
Il formato a 72 pagine è stato scelto per vari motivi, a partire dalla sua storicità nel nostro mercato. Va tenuto conto anche che alcune delle collane principali originali (Action Comics, Justice League e Batman) contengono storie con foliazione maggiore delle 20 pagine che dici, o backtales in molti casi collegate con la serie principale. Senza togliere il fatto che, come detto fin dai nostri esordi, abbiamo intenzione di corredare gli albi di redazionali che permettano a vecchi e nuovi lettori di conoscere meglio l'universo DC e i suoi personaggi.
Sette mensili, oltre a due volumi al mese dedicati a Batman, fanno un totale di 27 serie USA pubblicate.
Cosa altro vedremo, ed in quali modalità?
Cosa NON vedremo sicuramente?
Oltre ai sette antologici e alle due collane ombrello dedicate ai comprimari di Batman, a partire da dopo l'estate inizieremo a proporre tre nuove collane di volumi autoconclusivi: "DC Universe", che presenterà a rotazione alcune delle serie rimaste fuori dagli antologici, come Red Lanterns, Legion of Super-Heroes e altre, "DC Dark" e "DC Edge", dove pubblicheremo le migliori serie di queste due sottoetichette del nuovo universo DC, come Animal Man, Swamp Thing, Stormwatch, Grifter, etc...
Le serie dei "New 52" americani che sono state sospese negli USA all'ottavo numero al momento non saranno presentate (anche se stiamo pensando a un modo per far leggere al pubblico italiano almeno le migliori di loro). Per maggiori dettagli ci sarà da aspettare un po'. Non vogliamo bruciarci tutte le notizie insieme.
Sono previsti altri spillati, o aspettate prima i risultati delle vendite?
Per il momento non sono previsti altri antologici spillati.
Gusti personali: cosa ti piace particolarmente del Reboot?
Ho apprezzato molto il coraggio di tutta l'operazione. Non dev'essere stato per niente facile decidere di azzerare decenni di storie per realizzare questo reboot, che trovo molto più radicale di quanto avvenuto ai tempi della "Crisi sulle Terre Infinite". A livello di serie, più che fare un elenco delle serie o degli autori che sto apprezzando, vorrei segnalare quanto sia stato piacevolmente stupito da Wonder Woman. Non avrei mai pensato a uno sceneggiatore come Azzarello per una testata dedicata all'amazzone dell'universo DC, ed è stata una sorpresa piacevolissima. Ne consiglio la lettura a chiunque.
Questi mesi sono stati molto difficili, e sono piovute molte critiche, al di là delle scelte editoriali che comunque mi sembrano felici, per alcuni refusi più o meno gravi. A livello di "controllo qualità", cosa fate?
Visto che i vostri predecessori, Planeta De Agostini, sono stati criticati soprattutto per questo, come pensate di migliorare?
Sono cose spiacevolissime, che fanno arrabbiare per primi me e tutto quanto lo staff. Per quanto riguarda il controllo qualità, abbiamo aumentato (e continuiamo ad aumentare) il numero dei correttori di bozze (e in alcuni casi li abbiamo sostituiti) e il giro di revisioni fatte sia prima di andare in tipografia sia all'arrivo delle prove di stampa. Ovviamente massima attenzione anche ai rapporti con le tipografie e alla loro attività e qualità.
Spero che molto presto riusciremo a superare questo "peccato originale" che in teoria non dovrebbe appartenerci, ma soprattutto che l'attenzione certosina e le critiche aspre e a volte offensive che ci vengono rivolte siano a 360 gradi, e che riguardino un po' tutti. Anche se credo che lettori e fan di comics supereroistici siano già equi nel distribuire critiche. Peccato che tra loro si nasconda sempre qualche troll di troppo.
Il numero dei Reboot Point è buono, secondo te?
Secondo me sì. Se fossero stati di più sarebbe stato meglio, certo. Ma non credo sia un numero da disprezzare, calcolando che molte fumetterie sono piccole e/o dedicate in particolar modo ai manga e quindi "geneticamente" poco interessate a iniziative del genere riguardanti i comics supereroistici. Si poteva fare di più? Si poteva fare di meglio? Certo, come in qualsiasi campo. L'importante è che sia un buon inizio.
In molti, me compreso, si è criticata la poca pubblicità data all'evento: su internet, ad esempio, si poteva fare di più. Idem, mandare poster e materiale vario almeno ai Reboot Point, no?
Probabilmente si poteva fare di più, ma soprattutto si poteva fare prima, con maggior anticipo. Anche se sono convinto che il reparto che si occupa della promozione stia cercando di fare del proprio meglio.
Non so se hai seguito la querelle Di Giandomenico-Panini Comics. La DC ha molti meno italiani che lavorano per loro. Come contate, in ogni caso, di regolarvi con loro? Farete delle edizioni speciali? Organizzerete dei tour? Cercherete di spingerli in qualche modo?
Negli ultimi tempi su internet ci sono talmente tante polemiche e querelle che seguirle tutte occuperebbe intere giornate lavorative. Per quanto riguarda gli autori italiani che lavorano per la DC, è nostra intenzione cercare di valorizzarli al massimo. Anche in collaborazione con le fumetterie stesse. A gennaio Emiliano Longobardi della Libreria Azuni ha ospitato Pier Gallo in occasione dell'uscita del primo volume del suo Superboy, al Comicon sarà presente Alberto Ponticelli (disegnatore di Unknown Soldier per la Vertigo e di Frankenstein Agent of the S.H.A.D.E. per il nuovo universo DC), e ci stiamo organizzando per fare qualcosa insieme a Riccardo Burchielli in occasione dell'uscita dell'ultimo volume di DMZ.
Tra l'altro ci sono numerose storie brevi scritte e disegnate da autori italiani che meriterebbero una pubblicazione, e stiamo pensando al modo migliore per presentarle. Appena avremo consolidato questa e altre idee, stai sicuro che ne parleremo abbondantemente.
Grazie ed in bocca al lupo!
Grazie ed in bocca al lupo!
martedì 24 aprile 2012
MYTICO: quando gli allegati editoriali diventano utili...
Pratica iniziata nel 2003, col mitologico "I Classici del fumetto di Repubblica", subito bissato (circa un anno dopo, appena terminata la collana) dalla semiomonima "Serie Oro", quella degli "allegati editoriali" è diventata una vera e propria gallina dalle uova d'oro. Decine e decine di serie, dalle dieci alle duecento uscite l'una, in neanche dieci anni, hanno riempito le nostre case di tonnellate di carta, pubblicando quasi mai materiale inedito.
Questa pratica, che consiste nell'allegare a quotidiani o settimanali, una serie di volumi a fumetti, oggi è giunta al paradosso: tre-quattro uscite settimanali contemporanee, che vanno ad incidere sul "budget" dell'acquirente medio, spesso sottraendo risorse ai normali acquisti di albi in edicola o fumetteria.
Diciamocelo: gli allegati portano nuovi lettori, come dicono gli editori che li producono?
No. O, meglio: se li portano, lo fanno solo per il tempo di completare la collana, se non ci si stufa prima. Al massimo, per la successiva serie. Ma, sicuramente, non portano nuovi lettori al mercato.
Perché? Perché l'allegato non pubblicizza le serie da cui trae le storie, non pubblicizza fiere o circuito delle fumetterie. Chi lo compra, non sa dove trovare altre storie di quel personaggio, ed essendo di per sé già pigro/disinteressato, perde il momento per proseguire una probabile passione.
Non passa una settimana che non ci sia qualcuno che prova a portarmi una serie completa di Tex a colori, 200 numeri che ristampano larga parte delle storie del ranger della Bonelli. Pretendendo, ovviamente, di farci il prezzo di copertina o quasi, ignorando che l'alta tiratura, il giro strano che molte copie fanno, finendo sui banchetti di qualche espositore alle fiere, ne svaluta completamente la quotazione.
I problemi, alla fine, sono legati a questi fattori:
-impossibilità delle fumetterie di avere tali albi con sconti decenti e con tempi decenti. L'unica eccezione è stata rappresentata da Batman, La Leggenda della Planeta/DeAgostini, che arrivava in libreria con una sola settimana di ritardo. Altrimenti, Le Grandi Saghe e Le Leggende di Panini Comics, tanto per citarne due, sono state distribuite con due o tre mesi di "ritardo" sulle edicole. Altre, Tex, Zagor, I Classici, non sono mai arrivate.
Di fatto, abbiamo le briciole delle edicole.
Ora, finalmente, Alastor e Lion hanno bissato l'iniziativa della Planeta su Batman: il Superman allegato a Panorama arriverà quasi subito anche nei negozi, e con scontistiche degne.
-ristampa di materiale già edito in formato più costoso, da poco tempo. Passi la ristampa di Zagor, che ha un formato diverso, il colore, e non viene realizzata da decenni: che concorrenza può fare ai negozianti? Certo: mi chiedo perché i TuttoZagor nessuno se li fila, mentre decine di migliaia di persone, presumibilmente, si butteranno a corpo morto sulla nuova collana...
Ma le ristampe realizzate da Panini Comics, spesso, sono speculari a volumi usciti, da poco tempo, ed a prezzi dal 50% al 100% più alti, rispetto a quelli della fumetteria. Il top è stato Gli Eterni di Kirby: un OMNIBUS in fumetteria, a 9,99 in edicola. Col tempo, questo ha finito per erodere le vendite delle librerie, creando sfiducia nei lettori verso gli albi pubblicati da queste ultime, ed una attesa per l'edizione "economica", che spesso arrivava in tempi brevi.
Basterebbe stabilire una certa distanza tra le due edizioni (prima da libreria, e seconda in edicola), come si fa per i prodotti librari: ma il sistema editorialdistributivo nostrano è allergico alle regole...
A tutto questo, sfugge Mytico.
Quando ho iniziato questo post, non sapevo dell'uscita di questa collana: a tal proposito, ho deciso di aspettare, per poter inserire un commento anche su quest'ultima.
Questa serie, ideata dalle Edizioni BD ed allegata al maggior quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, presenta degli albi in formato comic-book e con uscita settimanale.
La vera novità è che sono totalmente inediti e pensati per un pubblico giovane, con una ottima comunicazione sia sulla carta stampata (ovvio!) che su internet.
Una piccola scommessa, fatta in grande. Parlavo, pochi giorni fa, in un altro contesto, della pubblicità grandiosa fatta da un canale televisivo, e della mancanza di proporzionalità con la pubblicità nel mondo del fumetto. Ovvero cento contro zero. Questa iniziativa, invece, è ben promossa, "spinta" nel modo giusto: sembra avere le carte in regola per farcela.
Sgombriamo il campo dagli equivoci: non è un capolavoro, che tra mille anni sarà cantato insieme a Watchmen. Ma non deve esserlo.
Ricordo i fumetti con cui ho iniziato ad appassionarmi al medium, e non erano capolavori.
Sul Giornalino leggevo Rosco & Sonny e Gli Angeli del West, ma ignoravo Toppi, che per me era brutto e pesante!
L'obiettivo di Mytico è quello di farsi leggere da giovani, magari a digiuno di comics, o quasi: può riuscirci, perché la pubblicità c'è, le storie sono buone, e i disegni pure. Complimenti al copertinista Paolo Martinello, che non conoscevo, e che realizza delle cover evocative e molto accattivanti.
Un bel progetto: magari tra dieci anni o più, qualcuno se lo ricorderà come il primo fumetto letto...
Altrimenti, almeno qualcuno potrà dire di averci provato...
domenica 22 aprile 2012
Il Reboot DC in Italia parte 2: FLASHPOINT
Tra pochi giorni, nel prossimo fine settimana, la DC riparte. Personaggi storici come BATMAN, SUPERMAN, la JUSTICE LEAGUE e tanti altri, avranno un nuovo numero uno, nuove storie, nuovi costumi, nuovi autori. E' una operazione MAI fatta in questo modo nella storia del fumetto, e negli USA ha avuto un notevole successo.
Questo post continua la serie di approfondimenti su questa rivoluzione, detta anche DC Reboot o New 52 (dal numero delle serie lanciate negli USA).
Premessa: FLASHPOINT è l'evento che "chiude" il vecchio Universo DC, cancellando (mettendo in un limbo?) i vecchi personaggi, in attesa del lancio dei nuovi. Non pensavo fosse necessario leggerlo per apprezzare i nuovi numeri uno DC: dopo averlo fatto, resto del mio parere, pur ammettendo che sia una bella storia, che merita di essere gustata.
Bella storia, bei disegni, bei personaggi.
Per leggerlo, è necessario comprare solo Flashpoint 1 e 2.
Se volete allargarvi, consiglio Flash tp 2: La strada per Flashpoint e Il Mondo Di Flashpoint 1, 2, 3. In particolare, il nr 2 contiene un Batman di Azzarello e Risso veramente fantastico!
Se, poi, vi fidate dei consigli, e volete apprezzare uno dei migliori personaggi DC di sempre, ci sono da recuperare sia il Flash di Mark Waid che quello di Geoff Johns, pubblicati in italia -opera meritevolissima- da Planeta De Agostini nel suo momento d'oro.
Due parole sulla trama di Flashpoint.
Flash si ritrova in una realtà parallela, che diverge moltissimo dalla sua. Qualcuno ha cambiato il passato distruggendo, di fatto, la Justice League. Batman è più fosco e spietato di quanto ricordasse, Superman non c'è, Lanterna Verde non è Hal Jordan, Flash non è mai esistito, Wonder Woman e Aquaman sono i cattivi in guerra tra loro che hanno distrutto l'Europa, e che tutto il mondo libero teme.
Inoltre, Barry Allen (l'identità civile di Flash) è privo di poteri.
Come recuperarli?
Come fare in modo di non dimenticare la realtà da cui viene, visto che i ricordi si affievoliscono di ora in ora?
Soprattutto: come riportare le cose come erano prima?
Abbiamo parlato del Reboot e della Lion qui, qui e qui.
Questo post, che fa un'analisi esclusivamente narrativa, e non entra nel merito del discorso distributivo o promozionale, non può esimersi da alcune considerazioni. Flashpoint è una storia molto buona, disegnata bene. Le miniserie pubblicate su "Il Mondo di Flashpont" sono mediocri: solo quella di Batman (ripeto: di AZZARELLO e RISSO) si alza, e di molto, dalla media, per sfiorare l'ottimo.
L'impressione che si ha, leggendo il tutto, e vedendo i nomi di molti autori coinvolti, è che ci sia stata una certa fretta di chiudere il vecchio universo DC, per rilanciarlo col Reboot.
Facendo il parallelo con le "vecchie crisi", in queste si notava una certa preparazione, una "road to" che portava il lettore a confrontarsi con eventi e storie che lo avvicinavano al clima di un crossover, che lo informavano che c'era un vero Evento in arrivo.
In particolare, il paragone è con la mastodontica Crisi sulle Terre Infinite, primo (e ancor oggi migliore) crossover di tutti i tempi, vero Evento e, ancor oggi, una delle storie più belle di sempre.
Di gran livello le storie di chiusura del pre-Crisi, con -tanto per dire- uno come Alan Moore che accompagnava verso la fine il Superman delle origini; ottimi, o comunque di buon livello, i tie-in, ovvero le storie legate al crossover.
Ma, soprattutto, fantastico il rilancio: la Wonder Woman di Perez, il Superman "definitivo" di John Byrne, il Batman di Miller (con Anno Uno). Insomma: Crisi fu ben programmata, con una preparazione enciclopedica ed un lavoro di anni.
Flashpoint sembra un po' "tirata" in alcune parti, come se fosse solo un riempitivo in attesa di un improvviso Reboot.
Sicuramente da leggere, almeno la mini principale che è anche ben pubblicata (due volumi, invece delle miniserie infinite con cui ci ha abituato Panini Comics a pubblicare i crossover), sperando che il Reboot sia di qualità nettamente superiore.
A presto con interviste alla dirigenza Lion e con le recensioni dei numeri uno.
Qui l'evento FB di Antani Comics: seguiteci!
Ma che scarpe hanno?
sabato 21 aprile 2012
Lion: senza parole...
L'albo la cui copertina vedete qui sopra, è stato distribuito ieri, venerdì 20 aprile 2012. Si tratta di una miniserie di Batman molto attesa, vuoi perché il personaggio è seguito, vuoi perché è scritta da quello Snyder che, su Detective Comics prima, e sulle storie del "Reboot" dopo, a detta di molti sta facendo sfracelli.
Quello che mi chiedo è questo: da mercoledì 18 alle 13 circa, sulla pagina FB della Lion, è in atto una protesta perché l'edizione è fallata.
Questo il problema...
Non è un dramma. C'è la fame nel mondo. C'è la crisi, c'è la disoccupazione.
Ma, per chi paga un volume il prezzo che vale, è comunque una mancanza.
Presumibilmente, chi ha preso tale volume, lo ha fatto a Torino Comics, che si è tenuta lo scorso fine settimana (13/15 aprile); per questo si può immaginare che il problema fosse già noto.
Sicuramente è conosciuto da prima che fosse distribuito.
Ora, spiegatemelo come se fossi un bambino di quattro anni: perché, se gli errori erano noti, e anche di una certa gravità, si è ugualmente distribuito il volume?
E, badate bene, miei sette lettori: che grave ed accertato, il problema lo è: tanto è vero che ieri stesso, giorno di messa in vendita ufficiale del volume, sul sito ufficiale del distributore Alastor, è apparso questo comunicato:
Gentile Fumetteria,
il volume BATMAN GATES OF GOTHAM presenta un difetto di stampa su una delle pagine interne.
L' albo distribuito questa settimana verrà ristampato e verrà garantita la sostituzione delle copie acquistate.
Le modalità di sostituzione dello stesso verranno comunicate appena la ristampa sarà disponibile.
Ringraziandovi per la collaborazione auguriamo buon lavoro.
Non era meglio rimandare l'uscita?
Soprattutto dopo problemi di carta, di refusi, di stampa, di codici a barre sbagliati, di almeno altri due albi fallati -Transmetropolitan e Invisibles... due titoli "qualunque"- non si poteva rinviare per accertarsi meglio dell'entità degli errori?
Tra l'altro: si sa nulla della ristampa e sostituzione dei titoli di cui qui sopra, visto che sono passati due mesi??
Per chi, come me, vende online, una seccatura doppia: chi paga i costi necessari a farsi rimandare i fallati dai clienti, per poi rigirarli al distributore (a proprie spese) e farsi i sostituti?
Aspettare per venderli? Ma se nel frattempo li avessi già pagati?
E per quanto si ripeteranno ancora questi errori?
Non esiste un controllo qualità?
Domande, domande...
Con il Reboot alle porte, è doveroso credere nella Lion e dare loro il beneficio del dubbio.
L'editore è giovane, la distanza dalle edizioni USA obiettivamente poca per poter lavorare con calma, ed i tempi per farlo non sono stati ottimali.
Tante giustificazioni ci sono, ma c'è anche l'occasione per riscattarsi, e non sbagliare.
Perché se si fallisce pure il Reboot, non spingendolo al meglio, facendo ulteriori errori, allora il credito finisce.
E... fidatevi, se ve lo dice un Reboot Point, ed uno che ci ha creduto fin dall'inizio...
venerdì 20 aprile 2012
Di Giandomenico: la "sufficienza" di Panini Comics
Riceviamo e pubblichiamo
"Carmine di Giandomenico
Teramo il 19/04/2012
Lettera aperta
Gentile Direttore Panini Simone Airoldi
e Direttore Editoriale della Marvel Italia Marco Marcello Lupoi.
Vi scrivo per comunicavi la mia decisione di non promuovere mai più nessuna vostra pubblicazione contenente le mie opere realizzate per il mercato americano.
E di rendere pubblica questa mia decisione attraverso tutti gli strumenti comunicativi, come Blog, FaceBook, siti d’informazione e anche stampa di settore, fiere ecc., inviando a loro questa stessa comunicazione.
Questa mia decisione nasce dopo 6 anni di collaborazione con Marvel Comics USA, ed un’attenta analisi sull’atteggiamento che la PANINI ha avuto, ed ha, riguardo la pubblicazione in Italia di alcuni miei libri realizzati per Marvel, trattati con sufficienza nonostante la loro importanza editoriale:
Battlin’ Jack Murdock
Sono stato nel 2005-2006 l’autore ITALIANO a PROMUOVERE, IDEARE,SCRIVERE, COSCENEGGIARE per la prima volta, e DISEGNARE una storia sulle origini di un personaggio Marvel DARE DEVIL.
Magneto Testament
Storia che tratta le origini (ufficializzate dalla Marvel stessa) di Magneto, prodotto che negli USA è stato utilizzato e omaggiato nella realizzazione del film X-MEN: FIRST CLASS.
Iron Man #500
Numero e traguardo importante della serie.
Annual Iron Man
Primo fumetto Marvel venduto in contemporanea sia in versione cartacea sia per piattaforma IPAD.
Fantastic Four #600.
Volume che raggiunge il traguardo dei 600 numeri della serie regolare e che festeggia il 50° anniversario dalla nascita del gruppo più famoso del mondo.
All’inizio, da parte mia, ho sempre cercato di trovare un punto comune, che potesse valorizzare alcuni miei lavori qui nel mio paese, soprattutto vista la loro importanza.
Avrebbero potuto dare un contributo più ampio al lettore italiano, attraverso la realizzazione di volumi studiati appositamente per gli eventi descritti sopra.
Il vostro disinteresse e silenzio è stato chiaro.
Ma è più di un’occasione persa anche da parte vostra.
• Dare al lettore un volume unico, pieno di curiosità e di materiali inedito.
• Poter avere a disposizione l’autore italiano, che sarà incentivato alla promozione del suo libro a costo zero. Già a costo zero, e voi lo sapete bene.
Perchè contrattualmente, un autore Marvel Comics non percepisce alcuna percentuale sul venduto all’estero, ma solo sul venduto negli USA .
Questo vostro atteggiamento nei confronti di queste opere mi hanno portato a prendere questa triste e serena decisione.
Non firmerò e né promuoverò albi targati PANINI, perché non vedo il motivo per il quale dovrei reggere un gioco economico a senso unico, e senza la minima gratificazione da parte del mio stesso paese di appartenenza.
Distinti Saluti
Carmine Di Giandomenico"
Già in una precedente intervista, l'autore aveva mostrato una certa insoddisfazione verso l'edizione italiana dei propri lavori Marvel, ed ora lo vediamo uscire allo scoperto con questa lettera. Che dire?
Che, forse, anniversari come quelli citati, meritavano un trattamento migliore, soprattutto se realizzati da un italiano. Di Giandomenico è uno degli autori che, in particolare negli ultimi tre-quattro anni, sta lavorando con maggiore continuità per la Marvel. Piaccia o meno, questi sono i fatti.
Carmine Di Giandomenico sarà ospite da Antani Comics il prossimo 23 giugno: l'occasione sarà buona (anche) per fargli qualche domanda dal vivo...
mercoledì 18 aprile 2012
Io, me, e i Vendicatori (o Avengers che dir si voglia...)
I Vendicatori!
Ora, scusate se non li chiamo Avengers, come va di moda, ma ho ancora orrore dei ragazzini che entrano in negozio e mi chiedono "Ma hanno fatto i fumetti di Capchein Amerrica?"
Br....
Amo da sempre il fumetto americano, in particolare i supereroi e, per me, Superman a parte, I Vendicatori sono il fumetto più bello. Semplificando molto, l'Uomo Ragno ha avuto un periodo brutto, quasi tutti gli anni '70, finché non si è ripreso col periodo noir di Peter David; i Fantastici Quattro sono stati spesso affidati a team creativi di secondo piano. Persino gli X-Men hanno avuto i loro momenti bui. Non parliami della DC, soprattutto pre-Crisi.
Invece, i Vendicatori sono sempre stati all'altezza, se non nei disegni, talvolta troppo "antichi", nelle storie, interessanti, appassionanti. POTENTI, come l'aggettivo con cui spesso definiscono i membri del supergruppo.
Si sono alternati scrittori di alto livello: Roy Thomas, John Byrne, Roger Stern, ma anche Walter Simonson, il mitico Bob Harras, fino ad arrivare all'era attuale, nella quale il controverso Brian Bendis gestisce l'intero universo narrativo degli Avengers da oltre otto anni. E' stato lui a portarlo a livelli di vendite mai toccate, anche se qualche critica c'è stata da parte dei fan duri e puri, specialmente nel periodo iniziale.
Coi Vendicatori, puoi conoscere l'Universo Marvel: tutti gli eroi ne hanno praticamente fatto parte; negli anni, il gruppo è stato sciolto e ricostituito più volte, ma ha sempre rappresentato il meglio di quell'universo narrativo.
Io sono fan dei Vendicatori grazie a questa storia:
Thor & I Vendicatori 212: l'intero gruppo viene sequestrato da Il Sinistro Mietitore, che vuole stabilire se suo fratello è in realtà l'uomo chiamato Simon Williams, alias Wonder Man (L'Uomo Meraviglia sugli albi Corno!), oppure il robot (sintezoide, per la verità) Visione. Dopo aver reso impotenti gli eroi (tra gli altri: Scarlet, Bestia e Pantera Nera), il cattivone apre un processo ("Il Giudizio") che ripercorre tutta la storia del gruppo, grazie ai disegni di George Perez.
FANTASTICO!
Negli anni la serie, che ha debuttato su THOR (Corno), è poi passata, durante il periodo buio dell'editore milanese, su Il Settimanale Dell'Uomo Ragno, L'Uomo Ragno 2° serie, quindi su Capitan America & I Vendicatori della Star Comics, per poi avere l'unico mensile a proprio nome grazie a Marvel Italia: I Vendicatori, durato 23 numeri, che si trasformò in Iron Man & I Vendicatori. Trascuro comparsate su StarMagazine, StarMagazine Oro, Marvel Extra e simili...
La serie chiuse su Thor 77 (episodio USA nr. 503), con la saga Vendicatori Divisi, per essere rilanciata il mese dopo come New Avengers.
Oggi esistono varie versioni del gruppo, tutte rilanciate con un bel numero 1 da un paio di anni: New Avengers (in Italia su Thor & I Nuovi Vendicatori), Avengers (prima su Iron Man, ora sulla nuova AVENGERS), Avengers: Academy (su Iron Man e in volumi speciali) e Secret Avengers (su CAPITAN AMERICA), oltre a vari volumi e miniserie.
Scrittori e disegnatori sono quanto di meglio ha da offrire la Marvel al momento.
Per coloro interessati alle storie classiche anni sessanta, Panini Comics le ha iniziate a proporre cronologicamente prima sui Marvel Masterworks, e quindi su Marvel Collection.
Quelle più interessanti le trovate raccolte in volumi autoconclusivi sulla collana Marvel Gold: La Saga di Korvac, l'indimenticabile Guerra Kree/Skrull, La Corona del Serpente, Sotto Assedio (o Riti di Conquista), Vendicatori contro Difensori, Le Grandi Minacce, tutti da recuperare... in particolare i primi quattro.
Tuffatevi nel mondo dei Vendicatori... ne vale la pena...
Almeno, se pensate che un fumetto sia sempre meglio di un film!
Questo post è dedicato ad Augusta e Lorenzo.
Da piccolo, mia nonna mi leggeva gli albi Corno, trovati in qualche "busta" di quelle con giochi e raccolte.
I primi fumetti che collezionai furono quelli, oltre a Geppo, le versioni italiane di Mazinga e robot vari, tanti Disney e Diabolik, che mio nonno riportava copiosamente dall'edicola di quartiere...
Se le esperienze ci rendono quello che siamo, io sono certo che qualcosa a voi lo devo...
Grazie.
martedì 17 aprile 2012
Il Reboot DC in Italia parte 1: un commento
Questa è quella che nel mondo reale chiamano pubblicità.
Oddio... diciamo che è PUBBLICITA' di un certo livello.
Ma il canale che l'ha fatta, voleva investire in un messaggio: forte, chiaro, deciso, e non ha badato a mezzi.
Torniamo nel mondo del fumetto.
Ci sono "lanci" importanti? Eventi in cui un editore crede?
A decine, ogni anno.
E c'è una pubblicità che, facendo una proporzione, sta a quell'evento come il video di cui sopra sta al canale TNT?
Risposta: no.
Qui, l'8 febbraio scorso, viene presentato il nuovo Mega, catalogo di Alastor, contenente la lista dei nuovi lanci editoriali DC del "new 52" di maggio, attesissima in Italia. L'editore di riferimento per la DC, dal primo gennaio, è la RW/LION.
La notizia circolava già in internet da un paio di giorni.
Due settimane dopo, arriva finalmente la proposta commerciale per le fumetterie.
Premessa.
Antani Comics ha aderito e sarà un Reboot Point, ovvero un negozio che avrà tutto il materiale del lancio, comprese le variant più rare (in tutto circa una sessantina, considerando anche quelle dei volumi), ed altri vantaggi commerciali.
Quindi nell'evento ci abbiamo creduto, dimostrandolo con un notevole impegno economico e di immagine.
Qui l'evento Facebook.
Seconda premessa (eh, oggi siam lunghi).
E' oltre un mese che ho questo post in canna: sto aspettando e valutando, e aspettando.
Qui leggo la condivisibile opinione dell'amico Max, e voglio in proposito dire la mia.
Anche perché i tempi sono maturi per farlo.
Seconda premessa (eh, oggi siam lunghi).
E' oltre un mese che ho questo post in canna: sto aspettando e valutando, e aspettando.
Qui leggo la condivisibile opinione dell'amico Max, e voglio in proposito dire la mia.
Anche perché i tempi sono maturi per farlo.
Diciamo che, con questa promo, Alastor e Lion hanno fatto più di molti altri distributori/editori in passato. Sono partiti da poco, e siamo già al secondo albetto promozionale totalmente gratuito. Da un punto di vista editoriale, le collane sembrano ben fatte ed il parco testate è gestito in modo razionale.
Non ricordo, in passato, un lancio così complesso con una offerta del genere. Perché punti positivi ci sono, visto che l'evento, e voglio sottolinearlo ancora, è UNICO. Poi ci sono sia l'anticipo di tutte le uscite, a favore dei Reboot Point, al 27 aprile, invece che alla prima, seconda e terza settimana di maggio (per tutti gli altri), come anche la possibilità di avere variant veramente esclusive (come le definisco io "vere variant", non ordinabili a prescindere, ma una ogni tot. copie, o esclusive per chi aderisce al Reboor: la rarità, e quindi la collezionabilità, sono assicurate!).
Ma le pecche, principalmente, sono due, e non piccole.
1-Il lancio promozionale sarà tra meno di due settimane, il 27 aprile.
Cosa manca? La promozione. I poster (era così difficile darli prima?), come altro materiale che spinga le vendite. L'iniziativa prevede che, ad esempio: la lista definitiva dei “REBOOT POINT” sarà inserita sugli albi da edicola in uscita a maggio, giugno e luglio, così come su Mega c'è un ampio risalto all'evento. Soprattutto la prima è un'ottima iniziativa (se qualcuno l'avesse pensata già dieci anni fa coi vari "Classici di Repubblica", e replicata periodicamente con tutte le serie che si sono succedute, il mondo sarebbe migliore...), ma punta solo, come tutte le altre, al pubblico dei "soliti noti". Idem per le vetrofanie esclusive “REBooT PoINT”: dal 2005 ne ho una che indica l'orario di apertura del negozio, lo stesso dal 2005, ma tutti me lo chiedono...
2-La pecca più grande: l'evento è pensato solo per i grandi negozi.
Non sono pensate "modulazioni" nell'adesione anche dei piccoli.
Eppure, se vuoi diffondere i fumetti DC, approfittando del Reboot, se li espongono 100 negozi invece di 50, credo sia un ottimo risultato. E... se puoi darli a 150 negozi, ancora meglio!
Poi... se li hanno tutti, è un risultatone!
Invece, le varie offerte sono comunque molto rischiose e costose per un negozio che, se non è "grande" o se non ha una forte base di acquirenti di materiale supereroistico, preferirà investire quei soldi in altro.
E sei tu, editore/distributore, che fallisci nel vendere il tuo materiale.
Il che è un peccato, perché l'evento, e tutti lo sottolineano, quindi è giusto dirlo il più possibile, è davvero ottimo...
Nelle prossime due settimane, su questo blog leggerete diversi post dedicati al Reboot DC: come ci si arriva da un punto di vista narrativo, recensioni/consigli per gli acquisti, interviste (speriamo).
Non ricordo, in passato, un lancio così complesso con una offerta del genere. Perché punti positivi ci sono, visto che l'evento, e voglio sottolinearlo ancora, è UNICO. Poi ci sono sia l'anticipo di tutte le uscite, a favore dei Reboot Point, al 27 aprile, invece che alla prima, seconda e terza settimana di maggio (per tutti gli altri), come anche la possibilità di avere variant veramente esclusive (come le definisco io "vere variant", non ordinabili a prescindere, ma una ogni tot. copie, o esclusive per chi aderisce al Reboor: la rarità, e quindi la collezionabilità, sono assicurate!).
Ma le pecche, principalmente, sono due, e non piccole.
1-Il lancio promozionale sarà tra meno di due settimane, il 27 aprile.
Cosa manca? La promozione. I poster (era così difficile darli prima?), come altro materiale che spinga le vendite. L'iniziativa prevede che, ad esempio: la lista definitiva dei “REBOOT POINT” sarà inserita sugli albi da edicola in uscita a maggio, giugno e luglio, così come su Mega c'è un ampio risalto all'evento. Soprattutto la prima è un'ottima iniziativa (se qualcuno l'avesse pensata già dieci anni fa coi vari "Classici di Repubblica", e replicata periodicamente con tutte le serie che si sono succedute, il mondo sarebbe migliore...), ma punta solo, come tutte le altre, al pubblico dei "soliti noti". Idem per le vetrofanie esclusive “REBooT PoINT”: dal 2005 ne ho una che indica l'orario di apertura del negozio, lo stesso dal 2005, ma tutti me lo chiedono...
2-La pecca più grande: l'evento è pensato solo per i grandi negozi.
Non sono pensate "modulazioni" nell'adesione anche dei piccoli.
Eppure, se vuoi diffondere i fumetti DC, approfittando del Reboot, se li espongono 100 negozi invece di 50, credo sia un ottimo risultato. E... se puoi darli a 150 negozi, ancora meglio!
Poi... se li hanno tutti, è un risultatone!
Invece, le varie offerte sono comunque molto rischiose e costose per un negozio che, se non è "grande" o se non ha una forte base di acquirenti di materiale supereroistico, preferirà investire quei soldi in altro.
E sei tu, editore/distributore, che fallisci nel vendere il tuo materiale.
Il che è un peccato, perché l'evento, e tutti lo sottolineano, quindi è giusto dirlo il più possibile, è davvero ottimo...
Nelle prossime due settimane, su questo blog leggerete diversi post dedicati al Reboot DC: come ci si arriva da un punto di vista narrativo, recensioni/consigli per gli acquisti, interviste (speriamo).
domenica 15 aprile 2012
La crisi del fumetto: dalla produzione alla distribuzione
Mi sono imbattuto, leggendo come faccio tutti i giorni l'ottimo blog dell'amico Stefano Perullo, in due post davvero interessanti. Cito due brani che toccano la "crisi del fumetto" da punti di vista diversi, ma necessari per capire degli aspetti fondamentali.
Consiglio di leggere entrambi i post linkati in modo integrale, perché sono indispensabili per entrare nel problema.
Ah... il tutto interessa solo se si è appassionati di fumetto o addetti ai lavori, ovvio.
Ma... in caso contrario... cosa fate su questo blog?
Il primo post è dello scrittore Mark Waid, il secondo dello scrittore ed editor Beau Smith.
Mark Waid:
Altre cattive notizie: di queste a voler essere benevoli duemila fumetterie, una alta percentuale non ordinerà il vostro fumetto. Per fare gli ordini usano la top100 mensile della Diamond e raramente si spingono a ordinare i fumetti che si piazzano al di sotto della cinquantesima posizione. Questo non li rende cattivi, ma sono necessariamente oculati -- comprano all'ingrosso dalla Diamond con uno sconto forse del 45% se sono negozi piccoli o del 53% se sono negozi con più vetrine, e tutto quello che ordinano non può essere reso, così non hanno molta voglia di assumersi rischi su materiale non testato. Non ho numeri concreti che possano provarlo, ma posso supporre in maniera abbastanza educata che Incorruptibile, la meno venduta delle mie serie mensili, fosse distribuita in 500 fumetterie in tutto il mondo. E, come capita a molti dei fumetti stampati su carta, in meno negozi tutti i mesi.
La situazione è molto simile a quella in cui ci troviamo in Italia.
Non c'è un distributore unico, ma comunque ce ne è uno che è molto più grande degli altri e detta legge. Oltretutto, rispetto al mercato americano, le fumetterie italiane hanno anche 15-20 punti di sconto in meno e, ovviamente di reso o altre amenità non si parla.
Forse il pubblico è un po' più maturo e variegato di quello USA, ma sto semplificando molto.
La situazione è abbastanza grave: i problemi di distribuzione esistono, ci sono molti che se ne fregano e pochi che continuamente rompono le scatole. I primi, o sono interessati a mantenere lo status quo, perché mors tua vita mea -magari non sarà un mondo ideale, ma funziona: perché cambiare?- oppure perché sono troppo ignoranti ed abituati a seguire la corrente per farlo. Pensiamoci: quanti negozianti conoscete che hanno un blog in cui hanno il coraggio (si: talvolta anche il coraggio! Più spesso l'incoscienza, la voglia di cazzeggiare, ma ci vuole anche una dose di coraggio a denunciare DA DENTRO le cose che non vanno) di dire quello che pensano? E su quante fumetterie IN TOTALE? Del resto il problema è quello che solleva anche l'amico Max sul suo blog... c'è l'Associazione Fumetterie, e i negozianti pensano che abbia la bacchetta magica, che sia in grado di agire a prescindere da quello che possono fare i singoli soci.
E' l'ignoranza, l'ignavia di coloro che mai non fur vivi, ma che fanno il numero.
Sai: quelli che se dici piove, governo ladro, oppure si stava meglio quando si stava peggio, non possono fare a meno di guardarti come se fossi Mosé che ha appena detto alle acque del Nilo di aprirsi. E, come ha detto un anonimo, "se cercate un colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio".
Ma colpe a parte, è necessario guardare oltre per uscirne vivi.
Beau Smith:
Gli editori oggi, molti, non tutti, continuano a vedere i loro fumetti come se voi foste ancora lettori/collezionisti. Continuano a provare e vendere fumetti come se voi doveste vivere in eterno e sareste sempre interessati a leggere la stessa storia. Continuano a vendere i loro albi come se fossero una forma di intrattenimento economica, ma con un prezzo di copertina fissato a 3,99 $ di certo non lo sono. Gli editori continuano a ignorare quasi completamente i lettori più giovani e le lettrici di tutte le età.
Durante tutti gli anni che ho trascorso lavorando nel marketing, non ho mai visto una industria così distante dai propri consumatori. Questo isolamento è stato costruito e continua a essere perseguito a causa di una mentalità molto radicata in tutti coloro che da appassionati si sono trasformati in professionisti e che continuano a credere che i lettori abbiano le loro stesse idee di quando erano ancora lettori. Alle convention adesso si trovano dall'altro lato del tavolo e l'ultima cosa che desiderano è trovarsi di fronte, in mezzo ai lettori e appassionati. Vogliono i vostri soldi e i vostri consensi, ma dopo cinque minuti al tavolo o on-line desiderano che voi ve ne andiate in modo da avere più tempo per ridacchiare e prendersi di gioco di voi con i loro pari che si siedono al loro stesso lato del tavolo. Credetemi, ci sono davvero poche persone tra gli autori di fumetti o sul versante editoriale che abbiano davvero mai letto fumetti. Si immergono completamente nel loro lavoro e forse danno un'occhiata a quello di qualche amico, ma se non per rubare qualche trucco ad un disegnatore, non leggono quasi per nulla fumetti. Duro a sentirsi, ma credetemi, è la verità.
Gli autori di fumetti, in generale, leggono poco. Alcuni per niente.
Soprattutto: non sanno come vengono distribuiti i loro lavori.
Sia chiaro che non sto dando colpe o responsabilità: ognuno sceglie come vivere e poi fa i conti con la propria coscienza, ad ogni livello. Voglio, però, testimoniare quanto ho visto alle fiere cui ho participato o organizzato, e quello che ho sentito dire dagli autori che ho ospitato in negozio.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di diritto d'autore e dei diritti degli autori. Da Lucca 2010 in poi, ci sono stati dibattiti, convegni, discussioni sui siti e sui forum. Accuse, polemiche, proposte.
Beau Smith:
Gli editori oggi, molti, non tutti, continuano a vedere i loro fumetti come se voi foste ancora lettori/collezionisti. Continuano a provare e vendere fumetti come se voi doveste vivere in eterno e sareste sempre interessati a leggere la stessa storia. Continuano a vendere i loro albi come se fossero una forma di intrattenimento economica, ma con un prezzo di copertina fissato a 3,99 $ di certo non lo sono. Gli editori continuano a ignorare quasi completamente i lettori più giovani e le lettrici di tutte le età.
Durante tutti gli anni che ho trascorso lavorando nel marketing, non ho mai visto una industria così distante dai propri consumatori. Questo isolamento è stato costruito e continua a essere perseguito a causa di una mentalità molto radicata in tutti coloro che da appassionati si sono trasformati in professionisti e che continuano a credere che i lettori abbiano le loro stesse idee di quando erano ancora lettori. Alle convention adesso si trovano dall'altro lato del tavolo e l'ultima cosa che desiderano è trovarsi di fronte, in mezzo ai lettori e appassionati. Vogliono i vostri soldi e i vostri consensi, ma dopo cinque minuti al tavolo o on-line desiderano che voi ve ne andiate in modo da avere più tempo per ridacchiare e prendersi di gioco di voi con i loro pari che si siedono al loro stesso lato del tavolo. Credetemi, ci sono davvero poche persone tra gli autori di fumetti o sul versante editoriale che abbiano davvero mai letto fumetti. Si immergono completamente nel loro lavoro e forse danno un'occhiata a quello di qualche amico, ma se non per rubare qualche trucco ad un disegnatore, non leggono quasi per nulla fumetti. Duro a sentirsi, ma credetemi, è la verità.
Gli autori di fumetti, in generale, leggono poco. Alcuni per niente.
Soprattutto: non sanno come vengono distribuiti i loro lavori.
Sia chiaro che non sto dando colpe o responsabilità: ognuno sceglie come vivere e poi fa i conti con la propria coscienza, ad ogni livello. Voglio, però, testimoniare quanto ho visto alle fiere cui ho participato o organizzato, e quello che ho sentito dire dagli autori che ho ospitato in negozio.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di diritto d'autore e dei diritti degli autori. Da Lucca 2010 in poi, ci sono stati dibattiti, convegni, discussioni sui siti e sui forum. Accuse, polemiche, proposte.
Il tutto è sacrosanto, e la materia va conosciuta e regolamentata.
Ma il Titanic affonda: prima di pensare di abolire la terza classe, o proporre di avere una paga più alta, bisogna vedere se si può tenere la barca a galla, o se ci sono scialuppe a sufficienza. In soldoni: se i fumetti non vendono, i soldi non ci sono per tutti.
Il sistema è vecchio di oltre venti anni, va riformato.
Non parlo di reso, o solo di quello: parlo di promozione, pubblicità, investimenti.
Il post che cito qui sopra, indica la necessità di un ricambio generazionale: i ragazzi interessati ai fumetti ci sono, solo che leggono poco e si fermano a pochi titoli, spesso smettendo quando finiscono la serie.
Vanno invogliati, spinti a provare. E' compito delle fumetterie farlo? Forse.
Ma è compito di tutto il sistema quello di convogliare le forse, ad iniziare dagli editori.
Se il sistema è sano e produce ricchezza per tutti, gli editori possono fare pubblicità e promozione; le fumetterie possono investire in arredamenti, locandine e volantini, siti decenti.
Il segreto è avere la forza di spendere, perché magari sanno che c'è il reso, e non devono prendere copie contate, rischiando di finirle ed aspettare eoni prima di averne delle altre, dopo che l'attimo fuggente per venderle è svanito. Avere la possibilità di crescere.
Ma se le fumetterie non hanno questa forza, se gli editori grandi non possono permettersi -banale esempio- un controllo qualità (avete notato quanti errori sugli albi Panini o Lion, negli ultimi mesi?), che ha un costo risibile rispetto a quello di ristampe e ridistribuzioni, come possiamo pretendere investimenti in pubblicità?
I mali sono evidenti: vogliamo iniziare la ricerca di una cura?
Ma il Titanic affonda: prima di pensare di abolire la terza classe, o proporre di avere una paga più alta, bisogna vedere se si può tenere la barca a galla, o se ci sono scialuppe a sufficienza. In soldoni: se i fumetti non vendono, i soldi non ci sono per tutti.
Il sistema è vecchio di oltre venti anni, va riformato.
Non parlo di reso, o solo di quello: parlo di promozione, pubblicità, investimenti.
Il post che cito qui sopra, indica la necessità di un ricambio generazionale: i ragazzi interessati ai fumetti ci sono, solo che leggono poco e si fermano a pochi titoli, spesso smettendo quando finiscono la serie.
Vanno invogliati, spinti a provare. E' compito delle fumetterie farlo? Forse.
Ma è compito di tutto il sistema quello di convogliare le forse, ad iniziare dagli editori.
Se il sistema è sano e produce ricchezza per tutti, gli editori possono fare pubblicità e promozione; le fumetterie possono investire in arredamenti, locandine e volantini, siti decenti.
Il segreto è avere la forza di spendere, perché magari sanno che c'è il reso, e non devono prendere copie contate, rischiando di finirle ed aspettare eoni prima di averne delle altre, dopo che l'attimo fuggente per venderle è svanito. Avere la possibilità di crescere.
Ma se le fumetterie non hanno questa forza, se gli editori grandi non possono permettersi -banale esempio- un controllo qualità (avete notato quanti errori sugli albi Panini o Lion, negli ultimi mesi?), che ha un costo risibile rispetto a quello di ristampe e ridistribuzioni, come possiamo pretendere investimenti in pubblicità?
sabato 14 aprile 2012
Siani? Quando un giornalista ammazzato non fa notizia
Proprio ora ho come ospiti in negozio Alessandro Di Virgilio ed Emilio Lecce, che presentano il volume la cui cover è qui sopra. Protagonista un giornalista ammazzato dalla camorra quasi trenta anni fa.
Guest star, Alessandro Chiarolla, storico autore di Martin Mistère e Zagor.
Evento pubblicizzato su sito, Facebook e con locandine.
TUTTO mi sarei aspettato. TUTTO.
Tranne che, visto l'oggetto del libro, la stampa locale IGNORASSE COMPLETAMENTE i comunicati stampa.
Tranne che, visto l'oggetto del libro, la stampa locale IGNORASSE COMPLETAMENTE i comunicati stampa.
Non ho altre parole.
venerdì 13 aprile 2012
Segnalazioni: Lanciano nel Fumetto e Manga 001 Edizioni
Posto un paio di segnalazioni di amici.
Se sono cose belle e che si rivelano giuste, beh, il merito è anche mio.
Se causano danni, o cause legali, o necessità di risarcimenti, insulti o quant'altro, non so di cosa parlate.
Qui l'amico Max di Lecce, parla di una iniziativa che è sacrosanto prendere con le molle.
Poi, una fiera, organizzata dall'amico Ciccio di Lanciano (al secolo Luca Veronesi).
Sono stato a Lanciano nel Fumetto: la consiglio a chi vuole visitarla ed è in zona, per farsi un week-end o una giornata di relax in mezzo ai fumetti.
Se non piove.
Se sono cose belle e che si rivelano giuste, beh, il merito è anche mio.
Se causano danni, o cause legali, o necessità di risarcimenti, insulti o quant'altro, non so di cosa parlate.
Qui l'amico Max di Lecce, parla di una iniziativa che è sacrosanto prendere con le molle.
Poi, una fiera, organizzata dall'amico Ciccio di Lanciano (al secolo Luca Veronesi).
Sono stato a Lanciano nel Fumetto: la consiglio a chi vuole visitarla ed è in zona, per farsi un week-end o una giornata di relax in mezzo ai fumetti.
Se non piove.
mercoledì 11 aprile 2012
Pino Rinaldi: intervista al primo autore Marvel "Made in Italy"!
Intervistiamo un vero mito del fumetto Marvel "Made In Italy".
Ce lo ricordiamo come il primo disegnatore italiano a lavorare negli USA (e ce ne parlerà lui stesso qui sotto!), come copertinista dello storico X-Men Zero dell'allora Marvel Italia, disegnatore di Wild Angels per Marvel UK, di Clandestine dopo Alan Davis, ma anche di Nathan Never e di tante altre cose...
Ciao, Pino! Ti avevamo perso di vista, ed ora ti troviamo sul tuo blog, che parli di lavoro come nulla fosse.
Che fine avevi fatto? Cosa ci racconti di questi anni?
Io sono sempre stato presente nel fumetto e nell’editoria. Dal 2000 pubblico per LANCIO STORY i personaggi inventati da me. Agenzia-X, La saga di Twee-Wan-Poor e il serial WILLARD the WITCH che ora è arrivata alla sesta miniserie, a parte copertine e pin up varie.
Forse ti ha penalizzato lavorare per una realtà piccola come l'Eura/Aurea, che poco si pubblicizza. Posso chiederti qualcosa in più sulle serie da te realizzate?
Non mi sembrava tanto piccola come realtà l’EURA editoriale, e poi per motivi che non sto qui a specificare era l’unica che mi permetteva di pubblicare qui in Italia.
E’ stato un buon riinizio, partivo dall’Eura come disegnatore di fumetti e ripartivo dall’Eura come autore completo. Forse il pubblico di Lancio Story non è proprio quello che mi segue, ed io avrei bisogno di uno spazio tutto mio… Ma questo dovrebbe essere il pubblico a chiederlo all’editore.
Ti consideri il primo italiano ad aver lavorato per la Marvel? Come è stato il rapporto con l'editore USA, e come è finito?
Certo! In tutti i sensi non solo come pubblicazioni, ma anche come capostipite di tutti i disegnatori Marvel italiani… prima di me c’era il nulla… i miei colleghi mi prendevano in giro trattandomi come il fratello scemo da cui vergognarsi, gli editori non mi prendevano in considerazione, volevano che cambiassi stile. Credo che fu nel 1981/82 a una Fiera del Libro per ragazzi di Bologna che conobbi MICHAEL HOBSON, mi commissionò un paio di pin up regolarmente pagate. Volevano che io mi trasferissi negli States, ma ero troppo giovane e amante degli spaghetti (anche di una bella biondina)… allora non era come oggi, non c’era internet… Gli italiani hanno la memoria corta… Poi, o quasi contemporaneamente, Tanino Liberatore con delle cover di Conan, molto tempo dopo Rita Fagiani pubblicò su Marvel Comics Presents una storia scritta da Jim Starlin…
Non è finito il mio rapporto con l’editoria americana. Ora sono molto impegnato con i miei personaggi, ma se mi dovessero proporre qualcosa che a me possa interessare, potrei per un po’ dedicarmi ad altro.
Il tuo ultimo lavoro è stato Clandestine?
Con la Marvel?... No, troppa acqua passò da Clandestine. L’ultimo lavoro come fumetti per la Marvel fu una graphic novel del Dr.Strange e un numero dell’allora mergente KA-ZAR (che gli americani pronunciano KEI-SAR)
Il tuo rapporto con la Bonelli? Abbiamo letto della polemica con Medda su Nathan Never: vuoi dirci qualcosa?
Tutto quello che affermo sul mio blog è vero e gli addetti al mestiere dell’epoca conoscono bene la storia… Mi stupisco di tutto questo stupirsi.
Sergio Bonelli non ha mai affermato pubblicamente che io me ne fossi andato, alla domanda ha sempre risposto: "Pino Rinaldi, non se ne è andato, essendo semplicemente di passaggio alla Bonelli…". Una risposta che dice tutto e niente, molto diplomatica se vuoi… però se a lui stava bene così (come d'altronde andava bene a me) DOVEVA soprattutto andare bene al sig. Medda che, con le sue affermazioni astruse e fantasiose, non solo non rispetta quanto stabilito dal suo editore ma arriva a diffamarmi... e questo mi lascia allibito oltre che amareggiato.
Nonostante questo, ho letto sul tuo blog che hai molto rispetto della figura di Sergio Bonelli. Ce lo racconti un po', visto che è venuto a mancare da poco?
Ho sempre considerato Sergio Bonelli il più grande editore di fumetti, che l’Italia abbia mai avuto. Sarò ingenuo, ma non stupido, non credo che tutti i guai che mi sono capitati alla Sergio Bonelli Editore, dipendano direttamente da lui… Lo conobbi mentre con Mauro Marcheselli sorseggiavamo un caffè in redazione. Arrivò, io non sapevo chi fosse e si mise a chiacchierare amabilmente con me. Disse pure che mi conosceva. Andò via, io chiesi a Marcheselli chi fosse, e lui rispose "il grande capo"… per poco non mi venne un infarto…
Gli ero abbastanza simpatico, ogni volta che ci incontravamo, non perdeva mai occasione di passare un’oretta a chiacchierare con me.
Torniamo al tuo lavoro attuale: cosa puoi anticiparci?
Posso anticipare la sesta miniserie di “WILLARD the WITCH”, parecchie copertine, e qualche nuovo progetto al di qua e aldilà dell’oceano, ma è tutto troppo presto per anticipare.
Cosa leggi? Cosa ti piace e cosa detesti?
Essendo un amante viscerale della fantascienza, leggo tutti i libri di divulgazione scientifica…potrebbero essere di spunto, e poi mi piacciono pure.
Amo molto G.Guarreschi con il suo Don Camillo, ma poco i romanzi d’evasione, a quelli preferisco i fumetti. Ho letto tanto i Super eroi, poco i Bonelli (sono stato costretto a leggerli quando lavoravo per loro). Non amo i personaggi precostruiti, tutti di un pezzo, senza apparenti emozioni e dubbi; non amo le frasi fatte, i compagni adolescenti, "Peste" e "Corna" o "SATANASSO"; la retorica adolescenziale dei mostri siamo noi; gli eroi che non falliscono mai; uno che con gli occhiali e pettinandosi non viene riconosciuto; la cintura di Batman, forse più per invidia, io nelle tasche riesco a mettere poche cose e mi muovo goffamente, mentre lui…; il porno, travestito da erotico travestito da fumetto d’autore; le spalle comiche; i disegnatori che disegnano le donne con la lordosi e tacco a spillo anche al mare… eccetera… eccetera… eccetera… Amo l’esatto contrario.
Quanto tempo era che non incontravi il tuo pubblico? Con che spirito torni a farlo il 5 maggio da Antani Comics?
Negli ultimi dieci anni, tranne alla “Mostra Mercato del Fumetto di FALCONARA M.ma”, ma quella era più villeggiatura che lavoro, non ho più partecipato a mostre o convegni sul tema. Io amo il contatto diretto col pubblico, e spero che anche alla ANTANI Comics, riscaturisca quel feeling magico che lega me ai miei lettori.
Grazie di tutto, Pino Rinaldi.
martedì 10 aprile 2012
100 volte COME SE FOSSE ANTANI
Qualche giorno fa, l'amico e maestro di blog Max Favatano (cliccate sul link, aggiornate 2-3 volte e poi tornate qui e fate lo stesso... almeno scalziamo i soliti noti dalla classifica del blog del fumetto e cambiamo il mondo) parlava su FB delle "parole chiave" per raggiungere il suo blog (che rilinko!). Prendo lo spunto al volo e dedico a queste "chiavi" il post "numero 100" del vostro blog preferito. Per la serie: diamo al pubblico quello che vuole ma, come al solito... my way! Ovvero, contestualizzando le parole con il mio, di lavoro, e con il mondo che frequento!
Si va!
OMERTA', sia con che senza accento, vince ALLA GRANDE!
Ne ho parlato a proposito dei dati di vendita. E non è cosa da poco. Ci sarebbe altro da dire, ma già la possibilità di sapere quanto vendono 'sti beneamati fumetti, sarebbe un bel passo avanti. E vedo che non siamo gli unici a parlarne...
Ma Omertà è anche un membro del gruppo Marvel "Alpha Flight"...
Gli anni novanta sono stati duri per tutti... e per qualcuno non sono mai finiti...
PRONTIALLERESE: beh... il link di questo blog.
Qualcuno si è piccato, ma sticazzi, eh...
LA VITA PERICOLOSA: qui parlavo di minacce e simili.
D'altronde, la vita di chi fa e vende fumetti, è un continuo periglio: debitori incazzati, creditori incazzosi, clienti strani, distributori con centralinisti straniti...
Ma poi avete mai provato a fare fiere, e rischiare di venire derubati dello stand o del suo contenuto? Magari trovandovi in mutande?
DOG STYLE: Uh... molti le fumetterie le vedrebbero volentieri in questa posizione. Non lo dico con spirito polemico, ma nessuno mi ha ancora spiegato come mai, editori e distributori che in varia danno certe condizioni, parlo di RESO casomai non si fosse capito, non riescono a farlo anche nel circuito delle fumetterie. O, meglio: certo che si capisce: perché dare qualcosa che costerebbe fatica e tempo gestire, magari col rischio anche di alzare i fatturati, quando c'è quel minimo di vendite certo che il sistema garantisce?
Attualmente, i negozi che prenotano gli albi di un editore da catalogo, sono comunque soldi certi per quest'ultimo. Se ci fosse il reso, i negozi potrebbero rischiare di più, ma poi gli editori perderebbero le certezze che già anno.
Ma, andiamo: perché non dovrebbero rischiare sui LORO prodotti, soprattutto visto che già in libreria lo fanno così volentieri? Se, poi, il problema sono alcuni punti percentuali di sconto che la fumetteria (non sempre...) ha su diverse cose, a fronte di reso, sistema di agenti e di informazione molto più capillare, che ha la libreria... beh, possiamo lavorarci.
Ma a chi interessa cambiare lo status quo?
PANINI COMICS: ne ho parlato diverse volte, anche e soprattutto criticando. Che dire? Che quello che NON ho criticato è quello che mi piace o mi va bene. Ed è tanto.
Panini è il miglior editore italiano, secondo me.
Ma gran parte del merito, anzi del demerito, va ai concorrenti: è la loro assenza o incompetenza, o scarsa voglia di migliorarsi che fa vincere Panini per demeriti altrui...
COME SE FOSSE ANTANI o ANTANI: è il vero nome di questo blog.
C'è ancora la voglia di ridere, quella di divertirsi, e di vivere da "zingari", anche se l'età non è più verdissima. Sicuramente, non ci si prende troppo sul serio, ma se dovessi cadere in tentazione di farlo, sono certo che molti amici me lo farebbero notare... al massimo con un paio di supercazzole prematurate...
D'altronde quando uno sceglie ANTANI come nome della propria attività, proprio tutto non deve starci con la testa.
FREZZATO: ho avuto l'onore di ospitarlo qualche mese fa. Grandi mani, grandissimo cuore.
Una lezione per tutti, un grande onore per me...
PILA: Ce l'abbiamo tutti, di fumetti, sul comodino o in librera. Leggiamoli, tutti, diffondiamoli, facendoci meno seghe su FB o sui forum... Noi appassionati siamo i primi a svilire il fumetto, come medium, come forma d'arte, quando vogliamo pagarlo 0,2 centesimi, quando ci lamentiamo per la carta invece che per i contenuti, quando accettiamo che lo smontino pur di poterlo stampare nel modo che ci permetta di risparmiare qualche soldo...
Quando prima di parlarne e diffonderlo, guardiamo la forma in cui è stato stampato.
Quando non siamo in grado di pubblicarlo o venderlo in modo apprezzabile.
Di cose ne sono successe, e ne succederanno.
Posso solo ringraziare: il pubblico numeroso (sarete 22 o 23!), che ora ha anche un gruppo Facebook, volendo, per insultarmi; tutti coloro che hanno risposto alle nostre domande per una intervista, e non ci hanno lasciato (né noi, né quelli che ci seguono...) a becco asciutto.
Quelli che postano e ci diffondono. Cerri, che ha fatto il logo, e il Clementoni, da una discussione col quale è nato tutto. E la brava Ilaria che legge, consiglia, sopporta, ma non riesce mai a postare ("Slurpa" dice lei... "Lurka", diremmo noi...).
Grazie a tutti.
ps: il mese scorso abbiamo debuttato sulla classifica blog "fumetto e illustrazione" di Ebuzzing al 118° posto. Questo mese siamo al 96! GRAZIE anche per questo!
lunedì 9 aprile 2012
Liar Lily: non è come sembra!
LIAR LILY.
NON è COME SEMBRA!
Con lo slogan di cui qui sopra, Panini Comics presenta l'ultima opera di Ayumi Komura, già autrice ci Bau Bau, Miciu Miciu, Yoyo Boys e Nagarucatzu.
Questo manga, di cui ignoro la durata (bei tempi quando in copertina o anche in una delle pagine finali, appariva la durata di una serie, e se era conclusa o in corso, eh!), risponde ad una domanda fondamentale della vita, cose che si studiano nelle facoltà di Filosofia, o al catechismo da piccoli, domande cui sono pieni i diari dei giovani ed i blog dei nerd: "Cosa faresti se il tuo fidanzato amasse travestirsi da donna?"
Hinata, 15 anni, ha la fortuna di mettersi col bellissimo Shinohara.
Felice e stracontenta, va dalle amiche, che la informano che... il suo nuovo ragazzo, semplicemente è... il travestito della scuola, perché si presenta tutti i giorni vestito da donna.
Cose di tutti i giorni, eh?
La nostra eroina spera che si tratti di un caso di omonimia, che non sia proprio lui.
Invece... il primo giorno di scuola le si presenta una (bella?) ragazza che lo saluta e... si rivela essere proprio Shinohara!
Il ragazzo (ehm??), resosi conto delle difficoltà che ha la sua nuova fidanzatina di fronte al proprio, comunissimo, hobby, le promette di smettere. Il fatto è che... lui adora profondamente le donne, ed odia gli uomini! E non riesce a guardare neanche il proprio riflesso, tanto che sferra ripetuti colpi ad alcune vetrine, sulle quali appare la sua immagine.
Come si evolverà la storia? Riuscirà Hinata a riportare sulla "retta via" Shinohara, prima che inizi ad apprezzare anche altro del travestitismo? Oppure... anche la ragazza inizierà a travestirsi da uomo?
Un fumetto per chi sostiene che... il segreto del successo dei manga è che sono più vicini alla vita di tutti i giorni degli adolescenti!
Postilla (dedicata a tutti coloro -generalmente fanatici di manga- che commentano su qualche forum questi post con un po' di acredine, dimenticando il sottotitolo di questo blog): una chiave "seria" di lettura di questo manga? Forse la mancanza di paura da parte della protagonista verso i pregiudizi dei propri compagni di scuola. Questo effettivamente può far riflettere...
sabato 7 aprile 2012
Il Salone del Libro colpisce ancora! E ancora! E ancora!
Se ne è parlato qui.
Ho visto il link qualche tempo fa, mi sono ricordato di quanto successo nel 2007, e mi viene da pensare che la storia non ci insegna proprio niente.
Quanto segue è frutto di quello che scrissi all'epoca, rivisto e corretto alla luce di come poi è andata a finire. Ovvero: tarallucci e vino, per un osservatore superficiale. Ma qualche conseguenza, secondo me, c'è stata.
Torino Comics: avevo già partecipato nel 2006 a questa manifestazione, che è sempre stata una buona/ottima mostra mercato: ben organizzata (UNICA fiera che ricordi che ti faceva entrare col furgone fino allo stand!), in una città che - personalmente - adoro, buoni gli incassi, bell'ambiente. Nel 2007, una interessante occasione (almeno si pensava): l'esperimento di fonderla con il Salone del Libro, che fa molti più ingressi di Lucca Comics.
Si parte per quello che si pensa essere l'evento dell'anno.
Divido il furgone con l'amico Vittorio Savelloni, un collezionista che aveva un suo stand, sempre in fiera. Un giorno di viaggio/allestimento, ben cinque di fiera, uno per tornare. Costi alti: siamo dall'altra parte d'Italia, viaggio, furgone, stand non economico, albergo, pasti. Ovviamente: tanto materiale acquistato per l'occasione.
Spoiler: alla fine, in CINQUE giorni di Salone del Libro, incasserò meno che in TRE di Torino Comics dell'anno prima.
Cosa è successo? Semplicemente: la mostra mercato, che doveva svolgersi all'interno del Lingotto-Fiere, si è svolta... in una tensostruttura posta nel PARCHEGGIO del Lingotto!!
Due immagini che valgono più di mille parole.
IL LIBRO
IL FUMETTO
Invece di essere INSIEME al salone del libro, eravamo all'esterno (come gli abusivi di Lucca Comics all'epoca del Palazzetto, ricordate?) con, ovviamente, pochissimi bagni, un piccolo bar malfornito e... niente aria condizionata (a metà maggio, in una tensostruttura!). Il tutto per cinque giorni, durante i quali ci siamo sentiti ripetere giustificazioni di ogni tipo da parte dell'organizzazione di Torino Comics.
Il tutto condito da una pubblicità incentrata SOLO sul libro, da scarsissime indicazioni all'interno del "Salone" stesso e, visto che molti ci comunicavano essere inesistenti locandine e manifeste sui "Comics" in tutta la città, la conseguenza era quella di rendere impossibile a chiunque non fosse venuto esplicitamente per noi, anche il SAPERE che esisteva Torino Comics...
La cosa maggiormente svilente è che, quella che poteva essere una ottima occasione anche culturale, si è rivelata la Waterloo delle fiere italiane. Il tutto si sarebbe potuto evitare semplicemente comunicando a noi espositori quelli che erano i problemi tecnici e logistici per tempo, come il contratto prevedeva. Ma ovviamente, quando fa comodo, per qualcuno i contratti sono solo pezzi di carta. Come i soldi che abbiamo pagato per lo stand...
L'organizzatore della manifestazione, l'editore Pavesio, accerchiato dagli espositori abbastanza incazzati (UNICO CASO nella storia del fumetto, mostre o polemiche di qualsiasi tipo, che ricordi, in cui sia mai esistita tale incondizionata unità di intenti), rigira il problema sul Salone del Libro: sono loro, secondo lui, a non aver rispettato gli accordi.
La cosa che mi ha lasciato, e che continua a lasciarmi allibito, è che, ancora oggi, ogni volta che parlo con qualcuno della manifestazione, chiunque sappia di come si è svolta, di tutto quello che abbiamo passato noi espositori (ed i poveri visitatori!!), spende parole di comprensione nei nostri confronti. Chiunque ha capito in che condizioni ci siamo trovati. Chiunque. Tranne chi ha organizzato la mostra!!! Ancora oggi nessuna parola di scuse ci è giunta. E dire che la protesta di noi espositori, partita sin dal primo giorno di fiera, è stata compatta, corretta e sicuramente contenuta.
Come ha detto un illustre espositore, "tutti gli organizzatori di mostre devono rendersi conto che senza l’appoggio degli standisti non potrebbero portare avanti le loro imprese e che quindi ci è dovuto un rispetto che in questa situazione è venuto del tutto a mancare".
Questo è il punto focale: non gli incassi, non l'afflusso del pubblico. Il rispetto. E non c'è rispetto nel collocare gli espositori del FUMETTO, che avevano pagato per stare con quelli del LIBRO, in un padiglione diverso. Che non è un "padiglione", ma una tensostruttura. Senza (ripeto perché giova farlo) aria condizionata, bagni (due-tre chimici, ma ridotti in un modo penoso), indicazioni e un bar adeguato vicino.
Durante i cinque giorni, abbiamo ricevuto moltissima solidarietà dal pubblico PAGANTE (come noi!!), che si è nettamente schierato contro una sistemazione scandalosa, soprattutto visti gli ottimi precedenti di Torino Comics.
Francamente, la storia ha avuto degli strascichi legali che non ho seguito più, ad un certo punto. Chi ha mollato, chi se ne è fregato, chi ha continuato. Ma Torino Comics ha pagato dazio: ancora oggi il fattaccio non è stato dimenticato. Ancora oggi, chi visita la manifestazione dice che è scesa molto, come qualità/quantità degli espositori.
E credo che questa sia la miglior punizione per il reale colpevole di tutto, ovvero chi ancora oggi, non ha chiesto scusa a tutti noi addetti ai lavori, al pubblico, accampando pretesti, e sparando comunicati su un presunto "tradimento" da parte di noi espositori.
Concludevo il reportage affermando "Il tempo dirà chi ha ragione.
Scommettiamo che quest'anno molti editori ci andranno ugualmente?"
Paradossalmente avevo ragione per entrambe le cose.
I distributori si sono disinteressati della protesta. Molti editori hanno capito e si sono uniti a noi "piccoli": ricordo la garbata ma rumorossissima protesta di Marco Schiavone (Edizioni BD/JPOP). Tanti altri se ne sono fregati. Molti negozianti sono tornati a farla da subito.
Ma il rumore è stato troppo forte perché, a soli cinque anni, ci si dimentichi tutto.
Stupisce, e qui torniamo alla protesta che trovate ad inizio post relativa al Salone del 2011, che qualcuno ancora riesca a tornarci pensando di trarne utilità...
Ho visto il link qualche tempo fa, mi sono ricordato di quanto successo nel 2007, e mi viene da pensare che la storia non ci insegna proprio niente.
Quanto segue è frutto di quello che scrissi all'epoca, rivisto e corretto alla luce di come poi è andata a finire. Ovvero: tarallucci e vino, per un osservatore superficiale. Ma qualche conseguenza, secondo me, c'è stata.
Torino Comics: avevo già partecipato nel 2006 a questa manifestazione, che è sempre stata una buona/ottima mostra mercato: ben organizzata (UNICA fiera che ricordi che ti faceva entrare col furgone fino allo stand!), in una città che - personalmente - adoro, buoni gli incassi, bell'ambiente. Nel 2007, una interessante occasione (almeno si pensava): l'esperimento di fonderla con il Salone del Libro, che fa molti più ingressi di Lucca Comics.
Si parte per quello che si pensa essere l'evento dell'anno.
Divido il furgone con l'amico Vittorio Savelloni, un collezionista che aveva un suo stand, sempre in fiera. Un giorno di viaggio/allestimento, ben cinque di fiera, uno per tornare. Costi alti: siamo dall'altra parte d'Italia, viaggio, furgone, stand non economico, albergo, pasti. Ovviamente: tanto materiale acquistato per l'occasione.
Spoiler: alla fine, in CINQUE giorni di Salone del Libro, incasserò meno che in TRE di Torino Comics dell'anno prima.
Cosa è successo? Semplicemente: la mostra mercato, che doveva svolgersi all'interno del Lingotto-Fiere, si è svolta... in una tensostruttura posta nel PARCHEGGIO del Lingotto!!
Due immagini che valgono più di mille parole.
IL LIBRO
IL FUMETTO
Invece di essere INSIEME al salone del libro, eravamo all'esterno (come gli abusivi di Lucca Comics all'epoca del Palazzetto, ricordate?) con, ovviamente, pochissimi bagni, un piccolo bar malfornito e... niente aria condizionata (a metà maggio, in una tensostruttura!). Il tutto per cinque giorni, durante i quali ci siamo sentiti ripetere giustificazioni di ogni tipo da parte dell'organizzazione di Torino Comics.
Il tutto condito da una pubblicità incentrata SOLO sul libro, da scarsissime indicazioni all'interno del "Salone" stesso e, visto che molti ci comunicavano essere inesistenti locandine e manifeste sui "Comics" in tutta la città, la conseguenza era quella di rendere impossibile a chiunque non fosse venuto esplicitamente per noi, anche il SAPERE che esisteva Torino Comics...
La cosa maggiormente svilente è che, quella che poteva essere una ottima occasione anche culturale, si è rivelata la Waterloo delle fiere italiane. Il tutto si sarebbe potuto evitare semplicemente comunicando a noi espositori quelli che erano i problemi tecnici e logistici per tempo, come il contratto prevedeva. Ma ovviamente, quando fa comodo, per qualcuno i contratti sono solo pezzi di carta. Come i soldi che abbiamo pagato per lo stand...
L'organizzatore della manifestazione, l'editore Pavesio, accerchiato dagli espositori abbastanza incazzati (UNICO CASO nella storia del fumetto, mostre o polemiche di qualsiasi tipo, che ricordi, in cui sia mai esistita tale incondizionata unità di intenti), rigira il problema sul Salone del Libro: sono loro, secondo lui, a non aver rispettato gli accordi.
La cosa che mi ha lasciato, e che continua a lasciarmi allibito, è che, ancora oggi, ogni volta che parlo con qualcuno della manifestazione, chiunque sappia di come si è svolta, di tutto quello che abbiamo passato noi espositori (ed i poveri visitatori!!), spende parole di comprensione nei nostri confronti. Chiunque ha capito in che condizioni ci siamo trovati. Chiunque. Tranne chi ha organizzato la mostra!!! Ancora oggi nessuna parola di scuse ci è giunta. E dire che la protesta di noi espositori, partita sin dal primo giorno di fiera, è stata compatta, corretta e sicuramente contenuta.
Come ha detto un illustre espositore, "tutti gli organizzatori di mostre devono rendersi conto che senza l’appoggio degli standisti non potrebbero portare avanti le loro imprese e che quindi ci è dovuto un rispetto che in questa situazione è venuto del tutto a mancare".
Questo è il punto focale: non gli incassi, non l'afflusso del pubblico. Il rispetto. E non c'è rispetto nel collocare gli espositori del FUMETTO, che avevano pagato per stare con quelli del LIBRO, in un padiglione diverso. Che non è un "padiglione", ma una tensostruttura. Senza (ripeto perché giova farlo) aria condizionata, bagni (due-tre chimici, ma ridotti in un modo penoso), indicazioni e un bar adeguato vicino.
Durante i cinque giorni, abbiamo ricevuto moltissima solidarietà dal pubblico PAGANTE (come noi!!), che si è nettamente schierato contro una sistemazione scandalosa, soprattutto visti gli ottimi precedenti di Torino Comics.
Francamente, la storia ha avuto degli strascichi legali che non ho seguito più, ad un certo punto. Chi ha mollato, chi se ne è fregato, chi ha continuato. Ma Torino Comics ha pagato dazio: ancora oggi il fattaccio non è stato dimenticato. Ancora oggi, chi visita la manifestazione dice che è scesa molto, come qualità/quantità degli espositori.
E credo che questa sia la miglior punizione per il reale colpevole di tutto, ovvero chi ancora oggi, non ha chiesto scusa a tutti noi addetti ai lavori, al pubblico, accampando pretesti, e sparando comunicati su un presunto "tradimento" da parte di noi espositori.
Concludevo il reportage affermando "Il tempo dirà chi ha ragione.
Scommettiamo che quest'anno molti editori ci andranno ugualmente?"
Paradossalmente avevo ragione per entrambe le cose.
I distributori si sono disinteressati della protesta. Molti editori hanno capito e si sono uniti a noi "piccoli": ricordo la garbata ma rumorossissima protesta di Marco Schiavone (Edizioni BD/JPOP). Tanti altri se ne sono fregati. Molti negozianti sono tornati a farla da subito.
Ma il rumore è stato troppo forte perché, a soli cinque anni, ci si dimentichi tutto.
Stupisce, e qui torniamo alla protesta che trovate ad inizio post relativa al Salone del 2011, che qualcuno ancora riesca a tornarci pensando di trarne utilità...