Come ho più volte detto, non amo i fumetti pubblicati in formati radicalmente diversi da quello originale. Perché? Perché se gli autori li hanno pensati in un certo modo (a colori, in bianco e nero, formato grande, formato piccolo) hanno avuto le loro ragioni per sceglierlo, e cambiarlo può tradire lo spirito originale dell'opera. E perché spesso è più piccolo, di difficile lettura e con una resa minore.
Ma ci sono delle eccezioni: ad esempio Walking Dead, che nel formato "Bonelli" rende quasi come in quello originale.
Da qualche anno, Panini Comics, ha varato i Marvel Integrale, ovvero classici del proprio catalogo riproposti nelle "misure" delle serie Bonelli: in un lontano passato aveva provato questo formato con l'etichetta Chiaroscuro: uscirono - a memoria - tre miniserie di quattro albi, oltre ad un autoconclusivo, ma con scarso riscontro. Quindi mai più.
"Per fortuna", ho sempre pensato.
Invece, la linea Marvel Integrale, mi ha fatto cambiare idea: il Daredevil di Miller e gli X-Men di Claremont come antipasto, poi lo Spider-Man di Mc Farlane e a seguire di De Matteis, il Batman di Snyder. Il Superman di John Byrne! Roba da leccarsi i baffi, in un formato attualmente considerato economico e alla portata di tutti.
Per questo, ne ho approfittato per rileggere tutto il ciclo di X-Men di sua maestà Chris Claremont, come mai avevo fatto fino ad ora, ovvero in ordine cronologico.
Tutta questa premessa, per raccontare che, oltre un mese fa, mi sono imbattuto sul vol. 3 in questa vignetta...
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