mercoledì 29 febbraio 2012
Editori Creativi #2: A chi li facciamo pagare i fallati? A chi li facciamo pagare?
Negli ultimi mesi, siamo stati testimoni di una serie di errori senza fine: Panini salta delle pagine di Soul Eater 17, Lion Comics "taglia" delle pagine di Transmetropolitan e Invisibles (mica gli ultimi arrivati, eh!). In tutto questo, encomiabile l'intenzione degli editori di voler ristampare e sostituire gratuitamente gli albi danneggiati: ma tutti questi orrori, ci portano inevitabilmente a porre delle domande, ed a fare delle riflessioni.
Domande:
-ma chi controlla gli albi, prima e dopo la stampa? "Who watches the watchmen", per dirla con altre parole? Certo, quando ci sono dei piccoli errori di lettering, o di traduzione, magari possono sfuggire; allo stesso tempo quando si rimontano tavole (vedi la prima puntata di "Editori Creativi") si tratta di scelte, magari assurde, ma sempre scelte. Ma intere pagine mancanti, o stampate male, o tagliate? Possono sfuggire? Possibile non ci sia nessuno che le legge prima di premere il tasto "invio" della stampante?
-L'alternativa è: l'errore è stato notato e conseguentemente... ignorato. Ma non ci credo e non penso sia logico farlo, se poi si propone una "sostituzione". Giusto?
-Anche la spiegazione fornita da Panini, secondo cui "purtroppo con l’aumentare della produzione mensile aumentano anche le probabilità di commettere degli errori", non regge. Parlando di Lion: è vero, è un editore giovane, che merita tutto il beneficio del dubbio, e che ha dimostrato grande predisposizione al dialogo col pubblico. Ma le attenuanti durano poco, e la partenza non è stata delle migliori. Quindi, la domanda è: come si possono evitare gli errori?
-Ultima: perché un negoziante deve sentirsi informare di queste cose dai clienti, che l'hanno visto su Facebook o letto sul forum di Comicus? O leggere una informativa dell'editore, che gli arriva alcuni giorni dopo del comunicato diretto ai clienti?
Finite le domande, una riflessione.
E' possibile che gli editori non abbiano consolidato, nel tempo, una prassi che permetta loro, quando decidono di sostituire un prodotto, di farlo in modo indolore per negozianti e pubblico?
Ad oggi, anche editori più esperti, come Panini Comics, non sono in grado di annunciare un fallato ed il relativo ritiro senza far sembrare le fumetterie come mere appendici del loro apparato, o senza addebitare un qualche costo.
Logica vorrebbe che si ristampasse l'intera tiratura, mandandola ai negozi, automaticamente e nelle stesse quantità di quanto già acquistato, pregandoli di effettuare la sostituzione, ed inviare il codice a barre o la copertina del fallato entro un termine lungo. E ringraziandoli per l'operato. In alternativa, l'editore può dare la contemporanea disponibilità a farlo in fiera.
Altrimenti, lo stesso editore può sobbarcarsi l'intero onere di una procedura che preveda l'invio da parte del cliente allo stesso produttore, che si farebbe carico di rispedire tutto al cliente finale: una follia.
Ma d'altronde: chi sbaglia, paga.
E' possibile che ancora non si sia trovato un metodo per farlo in modo indolore?
E' possibile che i negozianti si debbano sempre sentire come l'ultima ruota del carro, costretti a subire delle decisioni che sono SEMPRE comunicate prima ai clienti, poi a loro?
PS: il titolo del post mi è venuto in mente, pensando a questo...
Grande Willy...
Aumenta la produzione, il personale rimane invariato: per la legge dei grandi numeri gli errori ci saranno. Anche errori di quel tipo.
RispondiEliminaè una spiegazione, ma non una giustificazione.
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