Al di là delle promo mensili, che comunque spesso sono organizzate senza criterio (come dicevamo qui) è sempre più frequente vedere delle piccole promozioni fatte per brevi periodi da quasi tutti gli editori. "Piccole" e "per brevi periodi" perché, fortunatamente c'è una legge sul prezzo dei libri che li obbliga a rispettare determinati paletti. Ma continue.
Perché?
La risposta è semplice: perché gli editori confondono la promozione con le promozioni. Al di là del gioco di parole, non sanno - o non sono interessati - a promuovere i prodotti che mettono sul mercato.
Un passo indietro.
Semplificando molto, per produrre un fumetto che costerà 10 euro, l'editore affronta una spesa di circa 2 euro. Possono essere 2 o 2,50, ma siamo comunque lì: pagherà royalties o lavoro degli autori; stampa, IVA. Poi lo vende al distributore a circa 5 euro: anche qui, c'è una forbice che va da qualche decina di centesimi in più o in meno, ma (giova dirlo ancora!) è una semplificazione.
Il grossista lo distribuirà (evitiamo per semplicità il passaggio tra diversi fornitori) al libraio facendoglielo pagare tra i 6 e gli 8 euro. Percentuali rare: pochi negozi, ma ci sono, hanno sconti del 20%-25%; altrettanto arrivano al 40%. Diciamo che una forbice giusta è intorno al 30%-35%: considerando spese e costi di gestione, diciamo che la libreria mediamente lo paga 7.
Quindi: l'editore spende 2 e vende a 5; il distributore vende a 7, il libraio al teorico prezzo di copertina di 10, che poi diventa 9-9,50 con uno sconto del 10% o del 5% (calcolando una media di un cliente "fidelizzato" cui lo fai al 10% e uno "occasionale" a cui non lo fai per niente).
In questa semplificazione, l'editore è - giustamente - quello che ha il margine maggiore: per questo a lui non costa nulla fare promo ed offerte, perché il costo è minore di quello della distribuzione. Vendere un titolo tramite la "catena" grossista - libreria "costa" il 50%, farlo tramite vendita diretta zero.
Per questo motivo, l'editore salta abitualmente la filiera e tramite il proprio sito (o le fiere) propone la promo al pubblico: la legge sul prezzo dei libri impedisce loro di farlo quando e come vogliono, e con lo sconto che più gli piace, perché li limita nelle tempistiche, nelle modalità e nella ripetizione su base annuale.
Ovviamente, tutto questo non va a vantaggio del cliente, anzi: lo sconto, l'offerta ripetuta, fanno si che il sistema si impoverisca, che librerie e fumetterie spariscano e che... il prezzo, paradossalmente, rimanga alto, in modo da poter coprire questo ricorso continuo alla promozione e al cut-price.
Oltretutto, abbassare i prezzi è l'unica pratica che molti editori conoscono per promuovere un titolo: lo dimostra la continua necessità di svalutare il proprio prodotto, cosa che, in un sistema sano un produttore serio non farebbe mai. So che "sano" e "serio" sono due aggettivi di ben altra lingua, nel nostro settore: ma non se ne può più di ricevere segnalazioni di clienti che si vedono sotto al naso sconti che la fumetteria non fa e non può fare, visto che il 15% per un editore è un settimo del proprio margine, per un negozio LA META'.
Per questo, si preferisce non spendere in informazione: campagne promozionali, uso di influencer e youtuber, meglio investire in uno sconto. Se pensate che dei cinque editori con attualmente una campagna (legale) in corso, ovvero Bao, Dynit, Oblomov, Salda e Tunue, solo il primo (la Bao) è riuscito a mandare delle (peraltro bellissime) locandine, mentre tutti gli altri non hanno realizzato alcun materiale per spingere la loro iniziativa, avete idea di cosa significa per un editore "promuovere" il proprio lavoro.
Non c'è competenza, non c'è conoscenza del proprio prodotto, quindi figuratevi dove devono prendere i negozianti gli strumenti per poter lavorare decentemente: internet, cataloghi fatti abbastanza male, qualche mail di distributori illuminati. Sono poche le cose da salvare di questo settore, vediamo da prendere esempio da editori seri, come molti di quelli USA, dove l'Image manda newsletter del genere...
Nuovo titolo, link a dove comprarlo: il primo rimanda ad un "comic shop locator", inserisci il codice postale e ti trova la fumetteria più vicina. Poi tutti gli altri, senza vendita diretta.
Ne abbiamo da fare, di strada...
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