Dopo un duro lavoro, finalmente il reportage! (foto by Davide Gherghetta) |
Dopo quella di aprile, una approfondita recensione dell'ultima Romics del 2018.
L'unica fiera dove arrivi, e trovi già la coda durante l'allestimento: va detto, noi italiani, alle file, siamo proprio allergici...
Pronti, via e... la fila! |
Romics è una fiera in crescita ormai da molti anni: come evento, almeno.
C'è di tutto, dalla porchetta al videogioco del momento, dalle lenti a contatto per cosplayer, alle armi, passando per orrendi bomboloni alla crema e stand di cineserie varie. E qualche fumetto: nel "palafumetto", il padiglione 7 dedicato alla nona arte, forse un quarto dell'esposizione è dedicata al nostro medium preferito. Un quarto di uno dei cinque padiglioni: fa circa il 5% della fiera, a spanne.
Perché Romics cresce come evento, forse come pubblico: ma non come occasione commerciale.
Di gente ce ne è molta, moltissima: ma di acquirenti pochi. E, badate bene: non solo di fumetto.
Ogni anno sparisce un qualche stand di nostri colleghi: qualcuno che si è arreso.
Ma anche gli altri non vantano incassi enormi, inaspettati: non proporzionati alle centinaia di migliaia di persone che passano. Solo pensando ai primi due giorni, quelli più "mosci", entrano almeno dieci o ventimila persone: più di una qualsiasi fiera medio-piccola, ma che non fanno più incasso di quest'ultima. Per fare un paragone: a fiera finita, non ho realizzato molto più di una buona Teramo Comix o di un ARF medio, ma con costi nettamente più elevati!
Domenica, per curiosità, mi sono messo a contare quante persone disinteressate passavano allo stand, solo dal nostro lato del corridoio: "Mi interrompo - penso - quando qualcuno anche senza comprare, ci fa almeno una domanda". Duecentotrentaquattro ne sono transitate, prima che qualcuno chiedesse qualcosa. Pubblico da centro commerciale, in larga parte...
L'allestimento... una vera e propria attività creativa! |
E talvolta maleducato: magari ti riportano qualcosa appena comprato perché lo hanno trovato a meno.
Quasi tutti i clienti lettori e appassionati che ho a Roma (tanti) NON vengono in fiera. Non regolarmente, almeno.
Idem gli autori...
Ho visto persone stazionare ore sui fumetti a 1 euro coi figli, per trovare qualcosa che andasse bene per loro: senza controllare i contenuti, ma solo "al risparmio". L'importante era spendere poco: Batman, Superman o Spider-Man che fosse, senza il minimo interesse per contenuti, qualità e leggibilità... senza neanche aprirli.
O che mangiavano sopra i fumetti: gelati, panini, patatine: sporgendosi sull'esposizione, col rischio di sporcare, fregandosene...
E come criticare la cucina romana? Splendide le cene post Romics... almeno non mangiavamo sopra i fumetti! |
Il rispetto per i fumetti... |
E col solito trattamento da parte dell'organizzazione per colleghi e pubblico: bar chiuso durante l'allestimento, o che abbassava comunque la saracinesca durante la fiera almeno un'ora prima della chiusura (come molti colleghi!); fiera stessa che dopo le 19 chiudeva la biglietteria e non ti faceva entrare neanche se avevi il pass (e quindi stavi lavorando!), o ti toglieva la corrente senza preavviso durante il disallestimento...
Ovviamente non parlo di una linea internet dedicata - che ha solo il Comicon! - che ti permetta di lavorare, ad esempio, col POS quando c'è molta gente, facendoti perdere centinaia di euro per una mancanza così evidente...
Aspetti positivi sono stati un incasso in ripresa dopo la debacle di aprile, anche se ancora non su livelli accettabili, e il conforto di TUTTI i colleghi con i quali ho parlato: le problematiche sono comuni e condivise, anche se di soluzioni non se ne vedono.
Ho notato tante famiglie, con genitori che provano a far interessare i figli, spesso con successo.
Tanti disabili, segno che la fiera, pur se disagiata in molti punti, è fruibile da chi ha difficoltà motorie: e questo non è poco!
Mi sono arrabbiato per le continue richieste di sconto: sconto sullo sconto, trattativa su prezzi già all'osso. Mitici quelli che ti chiedono, a fronte di merce già a metà prezzo "uno sconticino non me lo fai?", che ti viene voglia di rispondergli come il marchese del Grillo, mentre invece provi a spiegare che quel margine è già maggiore di quello che ha il venditore...
Esemplare quel figlio adolescente con padre: primo acquisto al sabato, con relativo ottimo trattamento, vista anche la cortesia e la possibilità di farlo (si trattava di albi usati...); tornati la domenica, li tratto ancora bene, ma mi chiedono un ulteriore sconto.
Mi incazzo, glielo spiego, e alla fine - stanco delle continue insistenze per tutti e quattro i giorni della fiera - glielo faccio. Poco dopo, tornano indietro, scusandosi: il figlio ha convinto il padre delle mie ragioni. E son soddisfazioni!
Che dire? Romics è una fiera che rispetto all'investimento in lavoro, tempi e costi, non rende quanto dovrebbe, soprattutto pensando che ti passa davanti un pubblico di centinaia di migliaia di persone.
Il che ti fa incazzare, pensando a quanto è pesante lavorare in un ambito del genere: e il risultato si vede dall'inesorabile erosione di stand di fumetti e piccole attività.
Ma, d'altronde, quando per anni ed anni non punti sulla qualità, ti ritrovi in larga parte questa tipologia di utenti.
Il terrazzo della Antani'S Mansion a Romics |
Coinquilini di stand: Smiling Matteo e il Decano Max |
L'ancor giovine sottoscritto in compagina della leggenda Luigi Calì |
V è dappertutto! Si avvicina la congiura delle polveri... |
Un no-prize a chi riconosce l'autore misterioso di spalle... |
Clienti che ci vengono a trovare con doni |
Immancabili cosplayer che si fanno le foto sullo stand |
Lo staff |
Il vostro Uomo Ragno di Quartiere sceglie la sua fumetteria di fiducia! |
Ma che offerta è? |
La fila per le lenti a contatto. Per quelle si! |
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