venerdì 9 dicembre 2016

Di Panini Comics, FCBD, comunicati e cadute di stile - #EditoriCreativi 49

Avevamo ben parlato (e ben pubblicizzato!) del Free Comic Book Day Panini Comics (per gli amici FCBD), iniziativa molto interessante, nata quest'anno. Ovviamente, come quasi tutte le fumetterie italiane, avevamo aderito, ideando una bella due giorni di promozioni interessanti, eventi, incontri con autori.




Ma poi, oggi, ho letto questo, sul sito PaniniComics:

Free Comic Book Day: Comunicazione di servizioA fronte di alcune segnalazioni e proteste ricevute, Panini Comics desidera sottolineare la propria estraneità a interpretazioni e comportamenti che hanno in parte frainteso lo spirito dell’iniziativa.
Tutti e sei gli albi speciali sono stati inviati alle fumetterie con indicazioni di una loro distribuzione gratuita (fino ad esaurimento scorte) a beneficio di tutti coloro si fossero recati nei giorni indicati nei negozi aderenti all’evento. Qualsiasi altra modalità di distribuzione, come la vendita o l’uso come incentivo all’acquisto obbligatorio di altri albi, non è imputabile a Panini (come invece ipotizzato da alcuni lettori) le indicazioni suggerite da Panini riguardo le modalità di gestione della “Giornata Panini del fumetto gratuito” erano, come tutti hanno potuto verificare, abbastanza univoche.
Giusto per massima trasparenza l’accordo tra Panini e i negozi ha previsto a carico dei punti vendita aderenti la sola compartecipazione di parte dei costi di stampa (50 euro di spesa per 600 fumetti complessivi, poco più di 8 centesimi a fumetto ricevuto) tutti i restanti costi di lavorazione e produzione degli albi sono rimasti a carico di Panini.
Ed ho avvertito subito una sensazione di fastidio.

Mi spiego meglio.

Premetto che ho già detto la mia in merito nel succitato post:
Tralascio di parlare dei colleghi che hanno collegato l'omaggio all'acquisto obbligatorio, se non addirittura venduto gli omaggi: il discorso è complesso. Nella propria attività, ognuno, nei limiti della legge, si comporta come vuole, ed è intelligenza del cliente sapere che c'è concorrenza, e che se non si trova bene, può protestare col negoziante, e/o andare altrove.
Certo: alcuni comportamenti (venderli DURANTE la promo, per esempio) secondo me non sono corretti. 
Ma bisogna sempre verificare (...) Se ci sono comportamenti scorretti, vanno denunciati.
O, almeno, si protesta col titolare del negozio, magari per chiarirli.

Come scritto sul blog e comunicato ai miei clienti, ho limitato l'accesso agli albetti: i titolari di tessera/casella Antani Comics, avevano diritto ad averli tutti, anche prenotandoli, gli altri potevano prenderne al massimo tre. Senza obblighi di acquisto, senza pagare.
Ma, essendo l'evento di due giorni, ho preferito calmierare il tutto, dando la possibilità a chiunque venisse, anche tardi, di trovare tutto.


Nell'evento ho investito, tra pubblicità, adesione, autori e quant'altro, tra i cinquecento ed i seicento euro: l'ho collegato ai tredici anni del negozio, inserendo altre promozioni ed iniziative per i clienti locali. Il tutto in un momento organizzativo (sono settimane che, spesso, mi fermo anche la sera a lavorare in negozio, o continuo a casa) difficile, ed economicamente non brillante. Oltretutto in una città non molto ricettiva, dove faccio eventi da tredici anni, circa uno al mese.

Ora, non sto a qui per lamentarmi, ma ho sentito un certo fastidio, quando ho letto le cifre diffuse da Panini Comics: perché, se è vero come è vero, che l'evento è andato bene, e lo stesso editore lo ammette sulla sua pagina FB, devo dedurne che la stragrande maggioranza delle fumetterie ha regalato gli albetti. Vedendo su eBay, solo poche decine sono stati venduti (e poi: da chi? Per forza da fumetterie?). Quindi, mi chiedo: perché l'editore si permette di riprendere i comportamenti dei librai, sia pure scorretti? Perché rivelare le cifre necessarie a partecipare, facendo sottintendere ("tutti i restanti costi di lavorazione e produzione degli albi sono rimasti a carico di Panini") che quanto pagato dall'editore è ben maggiore della quota delle fumetterie, quando ai negozi stessi era stato fatto capire ben altro ("I costi di questa iniziativa pubblicitaria verranno ripartiti tra editore, distributore e fumetteria") al momento del lancio dell'iniziativa?

Ma, soprattutto, considerando che è un evento appena nato, pur essendo ben lontano dal progenitore USA (dove partecipano tutti gli editori e generalmente gli albetti sono inediti...), e che se anche pubblicità c'è stata (qualcuno ha visto la "campagna pubblicitaria dedicata sui più importanti siti di settore e i maggiori social network"?), mancavano cose basilari, come qualche semplice poster per sottolineare l'evento, considerando il riscontro avuto, possibile che Panini Comics non riesca a ringraziare le fumetterie, che hanno aderito in massa, promuovendo e spingendo un evento dal quale, come immagine e possibili vendite è l'editore il primo a guadagnare?

Perché il lavoro dei (TANTI, credetemi!) librai che si sono impegnati ed hanno investito, non merita sottolineature, a fronte della (giusta) tirata d'orecchi verso chi si è comportato in modo non pienamente corretto?

Panini Comics è l'editore di punta del mercato, ma questo comunicato pubblico, per quello che dice, ma soprattutto per quello che NON dice, è una brutta caduta di stile: sarebbe stato utile ed interessante, invece, aprire un dibattito su quanto è stato e quanto potrebbe essere e giovare al settore un vero e ben strutturato FCBD in Italia...

2 commenti:

  1. Parlare di soldi è sempre volgare, soprattutto se si vuole far notare la propria generosità... non mi spiego molto una uscita del genere.

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